"Shutdown Usa? Dati macro congelati e cambio euro-dollaro sotto pressione. Così Trump rischia una crisi reputazionale"  - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 19:09

"Shutdown Usa? Dati macro congelati e cambio euro-dollaro sotto pressione. Così Trump rischia una crisi reputazionale" 

Negli Usa parte lo shutdown, il blocco parziale delle attività governative non essenziali che scatta quando il Congresso non approva il bilancio federale. Che cosa aspettarci ora tra mercato azionario ed effetti sull'economia reale? Parola agli analisti

di Marta Barbera

Usa in shutdown, che cosa significa e quali sono gli effetti. Parola agli analisti 

Shutdown è la parola chiave che da questa mattina rimbalza su gran parte dei siti italiani, internazionali e agenzie di stampa. Ma che cosa significa? Si tratta del blocco parziale delle attività governative non essenziali che scatta quando il Congresso non approva il bilancio federale entro la fine dell’anno fiscale. Dal 1976, questo fenomeno si è verificato ben 22 volte, con gravi conseguenze economiche e sociali.

Oggi ne è iniziato uno nuovo a causa del mancato accordo tra repubblicani e democratici. Circa 800.000 dipendenti federali sono stati messi in congedo non retribuito, con la chiusura di parchi, musei e il rallentamento di servizi come passaporti, visti e mutui. Stop anche a ispezioni federali e la pubblicazione di dati statistici essenziali. Restano attivi solo i servizi considerati essenziali, come forze armate, sanità pubblica e controllo del traffico aereo. L’amministrazione ha inoltre annunciato possibili tagli permanenti a personale e servizi. In passato, i lavoratori in congedo sono stati risarciti retroattivamente, ma stavolta non è garantito.

Ma quale sarà l’impatto di questo blocco sui mercati azionari Usa e del Vecchio Continente? Come possiamo proteggerci? C'è un rischio "contagio" per l'economia europea? E il presidente americano Donald Trump come ne uscirà: rafforzato o danneggiato? Per capirne di più, Affaritaliani ha interpellato  Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac e Amar Reganti, Fixed Income Strategist di Wellington Management. 

"Nel breve termine è probabile assistere a una classica rotazione risk-off: oro e beni rifugio in crescita, azionario USA in calo", ha spiegato Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia. "Il vero problema per i mercati non è il pagamento del debito, che procede regolarmente, ma la sospensione dei dati macro ufficiali. Con lo shutdown vengono infatti rinviati report chiave come i non-farm payrolls o i dati sull’inflazione, rendendo più difficile interpretare le prossime mosse della Federal Reserve e aumentando l’incertezza complessiva", ha aggiunto. Storicamente, ha precisato l'analista di IG Italia, "uno shutdown breve ha un impatto molto limitato sui mercati azionari. Ma se si prolunga oltre 3–4 settimane, aumenta il rischio di deterioramento della fiducia degli investitori, con ribassi più significativi sull’azionario".

Una lettura condivisa anche da Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac: "La reazione dei mercati alla notizia del primo shutdown dal 2018 è stata misurata. L’euro e lo yen si sono rafforzati, il dollaro si è indebolito e le borse americane hanno registrato un lieve calo. L’indice VIX, il cosiddetto termometro della volatilità, è salito, seppur partendo da livelli molto bassi". Il motivo, secondo Thozet, è semplice: "Anche se è passato del tempo dall’ultimo shutdown, la sensazione di 'déjà-vu' resta forte: negli ultimi 50 anni si è verificato ben 21 volte. Inoltre, poiché lo shutdown è generalmente percepito come un 'circo politico', l’aspettativa è che duri solo pochi giorni".

In questo contesto di incertezza, come possono gli investitori proteggersi? Per Diodovich "i Treasury a lunga scadenza beneficiano sia delle aspettative di taglio dei tassi sia dei flussi rifugio. Il franco svizzero resta la valuta rifugio per eccellenza nei momenti di incertezza politica legata agli Stati Uniti. Tra le commodities, invece, l’argento rappresenta un’alternativa all’oro, con simili caratteristiche di bene rifugio".

Ma la reazione dei mercati, per quanto contenuta, "nasconde dinamiche economiche complesse che si muovono sotto la superficie", ha sottolineato ancora Thozet. "Dall’altra parte dell’Atlantico, ci si attende ulteriore incertezza sulle policy. Questioni cruciali sullo stato del mercato del lavoro statunitense difficilmente troveranno risposta nel breve termine. Ed è proprio questo il nodo centrale del dibattito: capire se l’economia americana stia vivendo una fase temporanea di rallentamento o se stia entrando in una vera e propria fase di contrazione. Se lo shutdown dovesse durare più di un giorno, la 'novità' è che renderà questo dilemma ancora più difficile da sciogliere".

Sulla stessa linea Amar Reganti, Fixed Income Strategist di Wellington Management, ha espresso preoccupazione per le implicazioni di lungo periodo: "Shutdown sempre più frequenti stanno diventando la norma, dato il livello record di polarizzazione partitica. Finché non si prolunga in modo significativo o non sfocia in una più ampia disfunzione fiscale, l’impatto diretto sui mercati sarà limitato. Ma l’incertezza resta alta".

Ma quali potrebbero essere gli effetti collaterali di questa incertezza? "Il Bureau of Labor Statistics (BLS) non pubblicherà i dati chiave sull’occupazione (Non-Farm Payrolls) previsti per venerdì 3 ottobre. In tal caso, gli investitori dovranno affidarsi a indicatori privati come l’ISM e l’ADP, molto più volatili e meno affidabili. Inoltre, poiché il BLS è responsabile anche della pubblicazione dei dati sull’inflazione, un protrarsi dello shutdown potrebbe ritardare anche l’uscita del CPI, prevista a metà mese. Per una Federal Reserve già sotto pressione, l’assenza di dati su lavoro e inflazione complica ulteriormente il processo decisionale", ha commentato Thozet. Che ha poi aggiunto che "lo shutdown potrebbe spingere il governo statunitense a prolungare la missione DOGE e ridurre alcune spese pubbliche, anche se l’attuazione – e persino la reale possibilità – di un simile piano rimane incerta".

Secondo Diodovich, gli effetti si faranno sentire anche in Europa: "Il principale canale di trasmissione è finanziario. Se lo shutdown si prolunga e saranno posticipati i dati macro Usa, la traiettoria attesa della Fed diventerà più incerta, con effetti a cascata sul cambio euro-dollaro (in crescita) e sull’andamento dell’equity europeo (in possibile difficoltà). Gli impatti reali restano limitati se lo stop delle attività federali dura poco, ma diventano più rilevanti in caso di una pausa prolungata di settimane".

La durata del blocco avrà ripercussioni anche sul piano politico. Come ha spiegato Diodovich: "Nel breve termine lo shutdown tende a polarizzare: rafforza la base repubblicana, che lo interpreta come un segnale di fermezza sui conti pubblici, ma rischia di erodere consenso tra gli indipendenti se i disagi diventano tangibili (stipendi federali, servizi)". "I sondaggi pre-shutdown", ha osservato ancora l’analista, "mostrano che l’opinione pubblica tende ad attribuire la colpa al partito al governo in caso di blocco. Ciò implica una reazione negativa per Trump se la crisi dovesse protrarsi per più settimane". In sintesi, ha concluso Diodovich, "uno shutdown breve significa rafforzamento per la base repubblicana, uno lungo determinerà un costo reputazionale crescente, con effetti negativi per l'amministrazione Trump".

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