Economia
Spagna, il Pil cresce del 3,2% dal 2014, ma la disoccupazione resta alta
Ripresa economica in Spagna: ecco il segreto del miracolo iberico
Spagna, cresce il Pil ma la disoccupazione resta la più alta d'Europa: la formula spagnola della ripresa economica
Madrid. Pilar e bionda, dipendente statale da 35 anni (ancora 9 alla pensione) la faccia segnata dallo scorrere del tempo, la incontro in un bar mentre si prepara ad andare al lavoro,nei suoi occhi chiari che brillano sul viso magro e scavato, puoi leggere tutta la rabbia di chi ha sofferto tanto nella propria vita " ma quale boom economico, quale economia im salute, ci hanno impoverito, la crisi si sente ancora, forse i ricchi sono sempre piu ricchi ma noi della classe media soffriamo come e piu di prima, venite a vedere quali lavori e quali stipendi i nostri giovani devono accettare per poter lavorare. Mio figlio ha 32 anni una laurea e ha gia cambiato sei lavori da precario, ora guadagna 900 euro in una impresa edile e forse il prossimo mese nn lo confermeranno, dovra per forza andare via dalla Spagna." Al mercato San Miguel di Madrid, uno dei piu noti e grandi della capitale, basta dare una rapida scorsa ai banchi della carne e del pesce o della frutta, ascoltando i commenti delle persone comuni, effettivamente tutto questa crescita spagnola a ritmo cinese, come tutti gli osservatori sembrano testimoniare, onestamente non si vede. I dati economici d'altra parte sono una cosa, ma la realtà e ben altra. E quindi l'obiezione che allora i consumi interni sono migliorati sembra solo una foglia di fico, per nascondere comunque i problemi che rimangono tuti intatti sul tavolo della discussione di politica economica.
La Spagna ha un tasso di disoccupazione tra i più alti in Europa, peggiore addirittura di quello dell'Italia, con un secco +20 %. La disoccupazione giovanile è peggiore di quella italiana con un tasso del 44%. Sono dati che anche se in leggero miglioramento, rispetto al passato, fanno comunque impressionee rappresentano davvero la sintesi dei grandi paradossi dell economia del paese. L'inserimento nel mercato del lavoro avviene con salari sempre più ridotti, basti pensare che i neolaureati spagnoli percepiscono un salario di ingresso al penultimo posto nella classifica tra le 15 maggiori economie europee. Si va a lavorare sempre piu tardi e con salari bassi e senza nessuna certezza, conisderando che le ultime misure del governo hanno facilitato il licenziamento per le imprese e ridotto di molto le tutele per i lavoratori. Quello che comunque sicuramete resta incontrovertibile e' che dal 2014 il pil cresce piu del resto dell Europa, ancora oggi si viaggia intorno al 3%( che rapportato allo scarso 0,8 del nostro paese fa davvero invidia).
Merito dunque delle politiche, non sempre popolari, adottate negli ultimi anni, ma anche delle eccellenze che popolano il Paese. Prima fra tutte un colosso della moda come Inditex, proprietario tra gli altri del marchio Zara, i cui primi nove mesi dell'anno si sono chiusi con un utile netto in crescita del 20% a 2,02 miliardi di euro. Le azioni del gruppo negli ultimi dodici mesi hanno toccato il picco di 34.59 euro. Per l'attuale trimestre, la holding ha comunicato che dal 1° novembre al 3 dicembre la crescita delle vendite è stata del 15% a valute costanti e i ricavi sono migliorati del 16% a 14,74 miliardi di euro. "Un trend che continuerà" precisa Inditex, che ringrazia soprattutto il boom dei consumi in Spagna a cui si deve circa un quinto dei ricavi totali. Robusto anche il ritmo di apertura di nuovi punti vendita: da gennaio a settembre sono stati aggiunti 230 negozi, per un totale di 6.913 store Zara, Bershka, Stradivarius.
"La Spagna è il paese al mondo dove è più veloce diventare ricco" ha detto qualche tempo fa, Carlos Solchaga, ex ministro dell'economia socialista, uno degli economisti più ascoltati di Spagna. Ed in effetti in proporzione la Spagna puo annoverare piu miliardari che Francia o Italia, ma e proprio questo squilibrio che caraterizza un economia con molti chiaroscuri. Una crescita incontovertibile trainata questa volta da settori come il turismo, che continua ad esere una forza trainante del paese.
Basti pensare che le attivita piu strettamente legate al turismo, come bar hotel e ristoranti sono cresciute dal 2014 di oltre il 7%, piu del doppio del pil, e sono stati creati 2,3 milioni di posti di lavoro. Le banche che avevano subito un colpo durissmo dalla cosidetta barbuja cioe dal crollo del settire imobiliare, sono state ricapitalizzate grazie agli aiuti europei ed ora sono fra le più solide del vecchio continente. Ma anche una disoccupazione troppo alta, una povertà sempre piu diffusa, le periferie che cominciano a preoccupare per il loro degrado, senza contare che la questione catalana continua ad incombere come una mannaia sulla unita e sulla stessa crescita del paese, considerando come la Catalogna sia una delle regioni più ricche del paese. Manuel Lagrares noto economista, in un recente editoriale sul Mundo, avverte dei pericoli di questa crescita zoppa, sottolineando che solo con un aumento della produttivita si puo fare il vero salto di categoria, e non con una politica di distruzione dei posti fissi, a scapito della flessibilita tout court, che in Spagna si sta trasformando in una vero e proprio precariato diffuso. A questo sta cercando di lavorare il nuovo governo di Rayoi, dopo aver adottato una serie di riforme, che hanno si permesso al paese di cescere a ritmi elevati, ma a scapito delle fasce piu basse, proprio perche la produttivita non ha ancora quei tassi di crescita sperati, e i consumi interni seppur cresciuti considerevolmente, non riescono ad avere quella continuita necessaria. " La Spagna non e' la Cina, ma non ha nemmeno un apparato industriale come Italia e Francia, anche se adesso stanno certo peggio di noi- dice Ruiz Esteban economista della universita complutense di Madrid - questa crescita dipende, infatti, molto da fattori esogeni, quale intervento della Bce, basso costo delle materie prime, e un turismo che grazie al terrorismo, sembra aver ritrovato una spinta notevole, e la Spagna sta sfruttando molto bene questo particolare momento favorevole, ma senza riforme strutturali e senza una vera diminuzione della disoccupazione, il rischio di un ritorno al passato e' purtroppo molto elevato ". Inoltre la Spagna ha un grande debito pubblico, e un deficit fiscale elevato, e la sostenibilita del sistema pensionistico e' ancora molto labile e le riforme finora attuate non sono riuscite a stabilizzare la situazione.
Crescita si, ma a quale prezzo..?e con quali conseguenze sociali? Con quale orizzonte temporale..? Queste sono alcune delle domande a cui il nuovo governo popolare, finalmente in carica dopo un lunghissimo periodo di gestazione, dovrebbe presto cominciare a dare qualche risposta.
V.caccioppoli@gmail.com