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Economia
Spoils system: quelle 200 nomine di Colao prima di lasciare
A sinistra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a destra il senatore di Fratelli d'Italia Alessio Butti

 

Spoils system: le 200 nomine di Colao prima di lasciare

Mentre continua a infuriare la discussione sulle nomine, il governo si difende: “Dobbiamo riportare ordine, l’esecutivo precedente ha fatto nomine anche poco prima di lasciare” è la parola d’ordine che circola nelle stanze del potere. L’assunto è semplice: gli ex ministri Franceschini e Orlando hanno fatto più di 30 nomine a testa a camere già sciolte e ora bisogna porre rimedio a questo vulnus. "Ho scoperto che il mio predecessore (Vittorio Colao, ndr) negli ultimi due mesi del suo mandato in piena campagna elettorale, ha assunto un'infornata di 150, 200 tecnici, negli ultimi due mesi e noi non dovremmo fare spoil system, soprattutto considerata l'alta qualità del nostro personale politico?" aveva tuonato il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti.

A quanto risulta ad Affaritaliani.it, a breve verrà pubblicato un documento ufficiale in cui si darà conto delle nomine fatte da Colao negli ultimi mesi della sua carica, con il dettaglio dei numeri che dovrebbero essere compresi proprio nella forbice tra i 150 e i 200. Con un ulteriore, preciso obiettivo: cancellare l’idea che sia in corso un “fuggi fuggi” dal dipartimento. Giuseppe Virgone, amministratore di PagoPa, lascerà perché ha ricevuto un’offerta “irrinunciabile” dal settore privato. E chi conosce la vicenda conferma che Butti sia piuttosto dispiaciuto di questa defezione. 

Paolo De Rosa, dirigente di delicati dossier da diversi anni, che, come riporta Il Foglio, avrebbe lasciato intendere di essere pronto ad abbandonare la sua posizione. In questo caso, fonti vicine all’Agid sono pronte a giurare di un rapporto già deteriorato con Vittorio Colao e che, con l’attuale sottosegretario Butti, non vi sono ancora stati rapporti tali da giustificare la scelta di abbandonare l’Agid.

Daniela Mauri, responsabile dell’attuazione del Recovery, che sarebbe frenata dalla retribuzione. Fonti accreditate spiegano ad Affari che la dirigente si starebbe guardando intorno poiché lo stipendio garantito dall’Agid sarebbe inferiore a quanto potrebbe percepire nel settore privato. Altrimenti, sarebbe contenta di rimanere. Ma le ultime informazioni danno per certa una sua uscita, per altro già anticipata a Vittorio Colao. Per il resto, i prossimi giorni saranno anche decisivi per Tim, con un tavolo che dovrà per forza ripartire dopo lo stop dettato dalle festività
 

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