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Economia
Srm: la domanda turistica calerà tra 20 e il 35%, in fumo quasi 16 miliardi

Secondo uno studio di Srm, il Centro studi legato al gruppo Intesa Sanpaolo, il lockdown peserà tra il 20 e il 35% sulla domanda turistica in Italia con una perdita stimata tra i 9 e i 16 miliardi di euro. Le previsioni evidenziavano per i primi due mesi dell’anno “no coronavirus” una domanda quasi stazionaria rispetto al 2019: +0,1% di arrivi e 3,4 giorni di permanenza media nel Bel Paese. Al calo della domanda estera si contrapponeva una leggera crescita della componente interna. Il coronavirus ha invece cancellato qualsiasi previsione. Srm rileva, infatti, che nel corso dell’anno nel Mezzogiorno il calo dovrebbe oscillare tra i 29 e i 14,7 milioni di presenze in meno con un impatto negativo tra i 7 e i 3,6 miliardi di euro. In calo in quest’area del Paese anche il valore aggiunto che dovrebbe oscillare negativamente tra 1 e 2 miliardi. Tra i segmenti più penalizzati, quello degli alloggi e della ristorazione che nel Mezzogiorno pesano per 14,7 miliardi (4,2% dell’economia nazionale) e in Italia per 60,3 miliardi (3,9% sull’economia ). Secondo l’organismo napoletano, subito dopo la fine della pandemia la filiera turistica dovrà smaltire da un lato gli effetti negativi di natura economica e produttiva, dall’altro smaltire nel breve e medio periodo un mercato diverso e sicuramente non facile. Srm indica anche una ricetta per superare questa fase drammatica: l’adozione di azioni immediate dirette a preservare il tessuto produttivo ed imprenditoriale con strategie, strumenti e risorse adeguate, che nel caso specifico dovrebbero orientarsi sulle attività balneari e culturali; la costruzione di un territorio da “assaporare” tutto l’anno con politiche di destagionalizzazione; valorizzazione della destinazione Mezzogiorno puntando sul mare, ambiente, cultura, stile di vita, socialità, identità, accoglienza; la digitalizzazione del settore e la formazione professionale ed imprenditoriale; la messa in campo con un’azione sinergica di tutti i soggetti della filiera, dai tour operator alle strutture alberghiere, dai ristoratori alle guide, fino alla convegnistica e al segmento congressuale.

Commenta il direttore generale di Srm, Massimo Deandreis: “Nello scenario di base non abbiamo voluto prendere in considerazione il caso estremo di una lunga durata del lockdown. Ci siamo concentrati invece su due ipotesi intermedie, in cui si ipotizza che almeno una parte della stagione estiva e balneare possa essere salvata. Emergono comunque numeri molto pesanti con un rilevante calo che può arrivare a quasi 30 milioni di presenze turistiche in meno, soprattutto stranieri. Questo genera un impatto duro in termini di calo del fatturato ed esigenze di liquidità delle imprese. Ma -rileva Deandreis- emergono dalla nostra analisi anche spunti a cui guardare con attenzione: i molti italiani che tradizionalmente fanno vacanze all’estero e che quest’anno saranno indotti a restare nel nostro Paese costituiscono un potenziale bacino di aumento della domanda anche per il Sud. E poi la necessità di allungamento della stagione estiva verso settembre ottobre e novembre, con offerte mirate e diversificate. Rispetto a tante altre regioni italiane ed europee il Mezzogiorno ha un contesto climatico che lo consente. Ma occorre iniziare a pensare e progettare adesso avendo chiaro che il turismo è la linfa vitale dell’economia”.

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