Stipendi, ai banchieri nel 2016 quasi 120 milioni. In vetta Dimon (JP Morgan) - Affaritaliani.it

Economia

Stipendi, ai banchieri nel 2016 quasi 120 milioni. In vetta Dimon (JP Morgan)

Bonus, i conti in tasca ai big del credito

Ubs taglia i bonus a Sergio Ermotti: al numero uno del gruppo elvetico quest'anno andranno 13,7 milioni di franchi svizzeri (circa 12,76 milioni di euro circa) di emolumenti complessivi, 600 mila franchi in meno rispetto ai 14,3 milioni dell'anno passato e se il salario di base di Ermotti è rimasto stabile a 2,5 milioni di franchi, la parte variabile è calata a 10,9 milioni (da 11,5 milioni del 2016) a causa del mancato rispetto di alcuni parametri quantitativi relativi all'utile ante imposte e al rendimento del capitale dopo che Ubs ha praticamente dimezzato l'utile netto da 6,2 a 3,2 miliardi di franchi.

Jamie Dimon ape
 

Come se la sono cavata gli altri grandi banchieri mondiali al termine di un anno che l'ex numero uno della Bundesbank (e presidente del comitato di sorveglianza di Ubs), Axel Weber, dall'alto dei suoi 6,1 milioni di franchi di stipendio (100 mila franchi più dell'anno precedente) ha potuto definire "molto difficile per tutto il settore bancario" senza troppe recriminazioni personali?

Il quadro è contrastato per quanto riguarda le grandi banche a stelle e strisce: Jamie Dimon, numero uno di Jp Morgan Chase, si è visto assegnare 28 milioni di dollari di compensi totali per il 2016, un milione in più del 2015, il suo collega James Gorman, a capo di Morgan Stanley, si è fermato, si fa per dire, a 22,5 milioni (dai 21 milioni dell'anno prima). In compenso Lloyd Blankfein, numero uno di Goldman Sachs (dove quest'anno 100 top banker non hanno ricevuto affatto il bonus), che lo scorso anno aveva visto i suoi compensi scendere a 23 milioni, dovrebbe essersene visti assegnare 22 milioni quest'anno, mentre anche Mike Corbat, suo omologo in Citigroup, ha visto l'assegno calare a 15,5 milioni di dollari, un milione di dollari in meno rispetto all'anno prima.

wall street
 

I meno felici tra i banchieri americani sono i top manager di Wells Fargo: John Stumpf, ormai ex Ceo di Wells Fargo, dopo aver dovuto restituire 41 milioni di bonus a causa dello scandalo in cui la banca è rimasta coinvolta ha "spintaneamente" deciso di fare un passo indietro lasciando il posto a Tim Sloan, a cui il Cda ha appena di tagliare il bonus insieme a quello di altri sette top manager. In tutto gli otto "banchieri d'oro" di Wells Fargo dovranno così rinunciare a 32 milioni di dollari, ma se non altro per ora non hanno perso il posto.

In Europa l'amministratore delegato di Credit Suisse, Tidjane Thiam, che lo scorso anno aveva intascato 18,9 milioni di franchi svizzeri di compensi, con una decisa sforbiciata rispetto a quanto pagato l'anno prima al suo predecessore chiesta dallo stesso ex responsabile di Prudential (che peraltro si era visto corrispondere anche 14,3 milioni di franchi svizzeri a compensazione dei bonus a cui aveva rinunciato lasciando la guida dell'assicuratore britannico), ha deciso di aumentare il bonus dei banchieri che seguono le attività del gruppo svizzero in Asia ma non è detto che la stessa misura verrà applicata al suo bonus.

goldman sachs 500 1
 

Stuart Gulliver, a capo di Hsbc, ha visto salire la sua paga complessiva a 9,7 milioni di sterline, grazie all'aumento da 1,1 a 1,7 milioni dei suoi incentivi annuali, mentre John Cryan, in Deutsche Bank, dopo aver tagliato del 17% i bonus complessivi nel 2015 ha sforbiciato di un ulteriore 80% quelli legati al 2016. 

Lui comunque lo scorso anno aveva portato a casa 4,23 milioni di euro complessivi e sarà interessante vedere se si ridurrà l'assegno nella stessa misura dei suoi dipendenti e collaboratori (nel qual caso incasserebbe solo 850 mila euro). Qualche problema potrebbe avercelo anche Frederic Oudea, numero uno di Societe Generale, visti i "profit warning" lanciati nel corso dell'anno dalla banca francese.

 

(Segue...)