"Stop a panico, crollo e tristezza". Scatta la censura del partito comunista cinese sui giornali - Affaritaliani.it

Economia

"Stop a panico, crollo e tristezza". Scatta la censura del partito comunista cinese sui giornali

Li Keqiang, all'inizio del 2015, aveva approvato investimenti statali per circa 1500 miliardi di yuan. Certo, poi le esportazioni hanno dato pessimi risultati e la Cina ha deciso la svalutazione dello yuan. I calcoli che hanno dato per il secondo trimestre sono fasulli: nessuno crede che la Cina cresca del 7%. Se si guarda a dati come il consumo di energia o le proiezioni del manifatturiero, sono molto negativi, anche rispetto ai dati dei primi mesi dell'anno".

Per Lam, la crisi in atto evidenzia "che il calo dell'economia stia proseguendo piu' velocemente del previsto perche' le statistiche pubblicate sono chiaramente false. Il governo deve cambiare atteggiamento: il tredicesimo piano quinquennale verrà annunciato nel marzo del prossimo anno e penso che dovra' dare stime attorno al 5-6% di crescita. Naturalmente la Cina continuerà a crescere, ma a ritmo molto piu' lento di quanto faccia adesso". La crisi non dovrebbe comunque produrre scossoni politici immediati. "Li Keqiang", prevede Lam, "rimarrà al suo posto fino alla fine del suo mandato di cinque anni, ma dopo il Congresso del 2017 potrebbe essere retrocesso a capo dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese. E' troppo presto per fare speculazioni, ma non credo che verra' costretto a dimettersi nei prossimi due anni, anche se c'e' bisogno di un capro espiatorio: potrebbe essere Xiao Gang, il capo della China Regulatory Commission (la Consob cinese) che corre il rischio di essere esautorato assieme ad altri funzionari di livello ministeriale, ma ai pezzi grossi non succedera' nulla".

 E' tuttavia "possibile", spiega ancora, "che la Cina vada verso un periodo di bassa crescita. Se si usassero metodi internazionali per calcolare il prodotto interno lordo cinese, si potrebbe pensare che vadano verso una crescita del 2-3%. La Cina non rilascera' mai simili dati, e attestera' la crescita attorno al 6-6,5%, ma i dati internazionali parlerebbero di una crescita molto piu' bassa, e questo farebbe precipitare il tasso di impiego. Anche in un periodo difficile, ritengo che il governo manterra' comunque la stabilita', ma a meno che la Cina non approvi nuove misure", conclude Lam, "il miracolo economico e' finito".