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Economia
Tesla, emorragia in Borsa. Le auto cinesi hanno ucciso Elon Musk

Tesla, il sogno dell'elettrico è andato in cortocircuito. Così le auto green cinesi hanno fatto schiantare il business di Elon Musk

Oltre 670 miliardi di dollari persi in tre anni. Tesla, il colosso dell’automotive elettrico fondato da Elon Musk, sta vedendo il proprio valore in Borsa sgonfiarsi ogni giorno di più. Quotatasi al Nasdaq nel 2010, la rivoluzionaria casa automobilistica specializzata nelle auto elettriche ha visto salire vertiginosamente le proprie azioni solo nel 2020.

Nell’agosto di quell’anno, il titolo di Tesla oscillava intorno ai 100 dollari. Nel giro di 12 mesi, intorno allo stesso mese, le quotazioni erano arrivate a ben 353 dollari, portando la capitalizzazione totale all’inimmaginabile cifra di 1 trilione e 160 miliardi di dollari, registrando un’impennata di oltre il 250%.

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Un successo inimmaginabile, questo, che portò inevitabilmente il suo patron Elon Musk sul tetto del mondo e Tesla all’interno delle “Magnifiche 7” della finanza americana. Non solo come uno degli uomini più ricchi del mondo (con il quale ancora oggi contende il posto con il re del lusso Bernard Arnault e il re dell’e-commerce Jeff Bezos), ma anche come un vero e proprio genio. Possiamo quasi dire una sorta di Tony Stark (Iron Man), per i più appassionati di super eroi.

Ma quei tempi, ormai, sembrano molto lontani. Dall’aprile del 2021, infatti, il titolo non ha fatto che scendere. Facendo due conti, considerando anche i ribassi degli ultimi giorni (-6%) in seguito all’uscita di due top manager e all'annuncio di forti tagli al personale, Tesla ha bruciato oltre 670 miliardi di dollari. La sua capitalizzazione, a oggi, risulta infatti pari a meno di 500 miliardi (492,3, per l’esattezza).

Per provare a capire di quanti soldi stiamo parlando, basti pensare che il PIL (prodotto interno lordo) dell’Ucraina intera è di 160 miliardi di dollari. Quello della Romania è di 300 miliardi, mentre quello della Polonia è di 668. Essenzialmente, il crollo finanziario di Tesla è paragonabile al default di un Paese intero.

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Ma quali sono i motivi di questo profondo rosso in Borsa? Per capirne di più, fonti finanziarie vicine al mondo dell’automotive hanno spiegato ad Affaritaliani.it che, al centro di questo crollo, vi è la concorrenza cinese.

Le automobili elettriche sfornate dal Dragone, a prezzi molto più bassi e assolutamente all’altezza (se non, come sostengono alcuni, addirittura più piacevoli da guidare) degli altri modelli occidentali, stanno quasi letteralmente uccidendo il mercato di Tesla. I produttori sono diversi: prima tra tutti Byd, la quale è addirittura riuscita a superare per un breve periodo la società di Elon Musk per unità vendute e classificandosi così come la principale casa automobilistica di macchine green al mondo.

Poi, spiegano ancora gli analisti alla nostra testata, a influire molto sui mercati sono anche le aspettative. Questo aspetto, unito al penetrante successo dell’automotive elettrico cinese, ha creato un mix perfetto per far sì che i produttori credano meno in Tesla e dunque vendano il titolo facendo crollare i prezzi.

Infine, la mazzata finale. Per provare a competere con i prezzi cinesi, Elon Musk ha abbassato i prezzi delle proprie vetture. Ma non dei propri costi. In questo modo, l’effetto dei conti, con spese uguali a prima ma con meno fatturato dato il minor valore dei prodotti, è stato a dir poco catastrofico. Ovviamente, il pericolo non è solo per Tesla. Le auto elettriche cinesi, infatti, rappresentano un problema anche per altri grandi gruppi come Toyota e Volkswagen (i due maggiori produttori al mondo).

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Comunque, nonostante i tempi bui, Elon Musk sembra essere pronto a sfidare qualsiasi avversità. Dopotutto, parliamo di un uomo che ha fatto volare razzi nello spazio per poi riutilizzarli e ha reso le auto elettriche un must-have prima che diventassero mainstream. Quindi, anche se Tesla sta attraversando un periodo burrascoso, non è mai saggio sottovalutare il genio di Musk. 






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