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Economia
Tim e Cdp al varo del memorandum. Tre mesi per la rete unica ultraveloce

Tre mesi per la rete unica. Sarebbe questo l'orizzonte temporale per allestire la società unica quando mancano poche ore ai consigli di amministrazione in cui sia l'ex monopolista sia Cdp dovranno dare corpo all'intesa tutta politica di pochi giorni fa.

In questi mesi, scrive il Corriere della Sera, gli attori in campo, a cominciare da Tim e Cdp, dovranno valutare i propri asset da conferire nella nascente Fibercop, dentro la quale, sempre oggi, potrebbe fare un suo primo ingresso Kkr. Dunque, strada ancora lunga.

Come noto infatti, Cassa Depositi e Prestiti e Tim sono al lavoro per arrivare alla firma di un Memorandum of Understanding che possa essere esaminato dal board di Tim convocato dall’amministratore delegato Luigi Gubitosi per oggi 31 agosto. Una primo passo per far nascere la società per la rete unica digitale ultraveloce, il cui controllo resterà in capo a Tim che incassa subito 1,8 miliardi dal fondo Kkr.

Il board di Tim farà anche un primo passo concreto dando il via libera alla nascita di FiberCop, la società a cui verrà conferita la rete "secondaria", e al contestuale ingresso del fondo Kkr e Fastweb. Secondo quanto concordato in quest’ultima settimana, la società è destinata a fondersi con Open Fiber per dare vita ad AccessCo, la rete unica.

I dettagli vanno ancora definiti, a cominciare dalle valutazioni degli asset da conferire. Così le trattative tra Cdp (che detiene il 50% della società concorrente Open Fiber ma nel frattempo è salita al 9,89% come socia in Tim e salirà in maggioranza anche in Open Fiber acquistando quote Enel) e Tim continueranno in maniera fitta in queste settimane.

In linea generale, nella newco è previsto l'ingresso del fondo americano Kkr con il 37,5% e di Fastweb che scambierà il suo 20% nella joint venture Flash Fiber con il 4,5% di Fibercop. In un secondo momento anche la Cassa dovrebbe entrare nella nuova societa', ma le modalita dovrebbero essere discusse dopo l'approvazione di oggi delle linee generali. L'accordo tra Cdp e Tim, si fonda sull'assegnazione del controllo della societa' unica della rete all'ex monopolista.

Come contrappeso, Cdp avrà invece la maggioranza in cda, godendo di importanti poteri di veto. A Tim spettera' l'indicazione dell'amministratore delegato, che dovrà avere il beneplacito della Cassa. Viceversa per il presidente: sara' nominato da Cdp con il placet di Tim. Resta sullo sfondo il nodo della quota di Enel in Open Fiber, partecipazione per cui si e' fatto avanti il fondo australiano Macquarie.

Quella prospettata con la fusione delle reti, afferma Franco Berbabè, ex ad di Tim e oggi presidente di Cellnex in un'intervista a Repubblica, "è una soluzione ardita per la quale si intende chiedere una valutazione preventiva ad Autoritàche si sono gia' espresse contro i sistemi verticalmente integrati". Sullo sfondo, inoltre, ci sono anche i fondi del Recovery Fund che saranno destinati alla rete di nuova generazione. 

Secondo gli analisti di Equita Sim, però, gli elementi emersi supportano le chance di successo dell`operazione, che a loro avvisoè decisamente positiva per Tim in quanto valorizza l`asset rete a multipli ben superiori a quelli di borsa del gruppo (8-9 volte nelle loro stime rispetto alle 5 per Tim), riducendo contestualmente il rischio di overbuild e competitivo portato da Open Fiber; mette in evidenza la valutazione implicita sacrificata della restante parte del business domestico (ancora da stabilizzare, ma meno capital intensive dopo il deal).

Intanto a Piazza Affari, Tim, che la scorsa settimana è stato il miglior titolo del paniere con +10%, e' ancora al centro dell’attenzione degli investitori: a poco dal suono dalla campanella le azioni della compagnia telefonica guadagnano il 2,64% a 0,411 euro. 

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