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Economia
Traffico e congestione, Italia al palo in Ue: il governo punti sul Pnrr

Traffico cittadino e congestione: la più grande scommessa è connettere le città dal centro alla periferia. L'analisi 

La periodica ricerca condotta da INRIX a livello globale (più di 1000 città in 50 Paesi e 7 Continenti) rileva interessanti spunti in merito al ritardo maturato a bordo delle auto nel traffico cittadino a causa degli ingorghi rilevati nel 2022. La città italiana con il primato nazionale in termini di congestione stradale risulta il capoluogo della regione Sicilia, con un tempo “perso” dai palermitani a bordo dei propri veicoli pari a poco più di cinque giorni (121 ore) nel corso dell’ultimo anno.

Ma non è tutto. Nel panorama mondiale Palermo si posiziona al decimo posto tra le città più congestionate, dopo che nel 2021 aveva maturato un monte “ore perse” per traffico veicolare inferiore dell’11%. A questo peggioramento si aggiunga la condizione della mobilità nella città di Panormos, aggravata significativamente da una velocità media in ambito urbano non superiore a 15 km/h.

La “città eterna”, la nostra Capitale, si posiziona al 13mo posto nella classifica delle città più congestionate di tutto il mondo ed al 2° posto nella particolare classifica delle città italiane, confermando i quattro giorni e mezzo (107 ore) di tempo perso dai romani a bordo delle proprie auto, così come rilevato dalla stessa ricerca nel 2021. La terza città sul podio italiano, scorrendo la classifica, è individuata nella 29ma posizione globale occupata dalla città della Mole, con 86 ore (3 giorni e mezzo) di tempo perso nel caos veicolare torinese.

La concentrazione delle città italiane è rilevata dalla 60ma posizione in giù, con Milano e Genova in 4° e 5° posizione nella classifica italiana (61ma e 66ma in quella globale). La situazione nel capoluogo ligure è leggermente migliorata rispetto al 2021 (-3%) e 2019 (-15%), anno in cui è pesato in modo significativo il traffico cittadino causato (anche) dall'assenza di un collegamento autostradale strategico dopo il crollo del ponte Morandi. Sempre nella città della Lanterna, rispetto al 2019 e 2021, è diminuita la distanza che gli automobilisti sono riusciti a percorrere in 30 minuti di tempo, così come è peggiorata la velocità media passando, negli orari di punta, dai 32 km/h del 2019 ai 27 km/h del 2022.

La Global Traffic Scorecard del 2022, in sintesi, mette a disposizione quattro anni di dati sulla mobilità all'interno delle aree più congestionate del mondo. L’evidenza del dato italiano non fa altro che confermare come ancora una volta si sia persa nel 2022 una grande occasione per puntare ad una nuova organizzazione della mobilità e, quindi, del sistema di trasporto collettivo (TPL) automobilistico e ferroviario. Aspetto che oggi trova una sintesi nel ritardo della diffusione della tecnologia, a partire dalla “blockchain”, ormai impiegata nella gestione digitale, sicura ed affidabile di grandi dati, per poi proseguire all’IoT ed all’Intelligenza Artificiale.

La Governance di diversi Paesi, oggi, tende allo sviluppo di potenziali applicazioni a supporto della mobilità sostenibile ed al monitoraggio e gestione dei sistemi complessi di trasporto. Il PNRR pone le basi e le condizioni per poter sviluppare l’avanzamento tecnologico necessario per migliorare gli standard di performances inerenti, ad esempio giusto appunto, alla congestione veicolare ed al cosiddetto “traffico parassita”, ovvero il traffico maturato per la ricerca del parcheggio.

La più grande scommessa delle città italiane è quella di connettere il proprio centro urbano con le aree più periferiche attraverso sistemi di trasporto collettivi “intelligenti” dotati di un elevato livello di tecnologia ed IoT. Sistemi di trasporto veloci incentivati, anche e soprattutto, con l’utilizzo di applicazioni per integrare le diverse forme di trasporto. In poche parole la città deve cambiare e voltare pagina garantendo un sistema di mobilità che preveda infomobilità diffusa ed ICT su tutta la propria rete trasportistica, pubblica e privata. Le condizioni ormai ci sono tutte, così come la capacità di spesa pubblica.

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