Economia
Commercio internazionale, effetto Trump: la gente chiede pagamenti in euro e non più in dollari
Dalle banche degli Usa i primi segnali, qualcosa sta cambiando

Commercio internazionale, avanza l'euro: dollaro in crisi da quando c'è Trump
Con Donald Trump alla Casa Bianca molte cose sono cambiate nel mondo e quelle che sembravano delle certezze improvvisamente non lo sono più. Questo è il caso del dollaro, la moneta statunitense. Per oltre ottant’anni, dagli accordi di Bretton Woods, il dollaro è stato il centro di gravità della finanza globale, ma ora - riporta Il Sole 24 Ore - qualcosa scricchiola. E non è più solo nei sussurri dei think tank o nei bollettini delle banche centrali. La leadership valutaria americana è sempre più spesso messa in discussione nella pratica quotidiana degli scambi internazionali. Paula Comings, responsabile delle vendite valutarie di Us Bancorp, osserva il fenomeno ogni giorno: "Molti nostri clienti raccontano che i fornitori esteri non vogliono più essere pagati in dollari - spiega a Bloomberg e lo riporta Il Sole -. Una volta era quasi un dogma. Ora dicono: "Dateci la nostra valuta, basta che paghiate".
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La volatilità del dollaro — salito del 7% a fine 2024, poi sceso dell’8% nei primi mesi del 2025 — complica i margini, distorce i prezzi, rende i bilanci meno prevedibili. Non sorprende che alcune aziende americane abbiano iniziato a convertire i dollari in euro per pagare fornitori europei, talvolta ricevendo anche sconti per la scelta della valuta comune. Una realtà - prosegue Il Sole - che si sta ripetendo con sempre maggiore frequenza in Asia e in America Latina. Resta dunque all’euro la chance più concreta di rappresentare un contrappeso credibile al dollaro, in un sistema che si sta orientando sempre più verso una multipolarità valutaria. Un’architettura in cui le riserve valutarie globali non saranno più dominate da una sola moneta, ma distribuite tra tre grandi blocchi: Usa, Ue e Cina.