Economia
Tsmc, i dazi non frenano il colosso dei chip di Taiwan: nel trimestre utile in crescita del 60%
Prospettive complicate causa dazi, ma utile trimestrale alle stelle (+60%) per Tsmc, il più grande produttore di chip a contratto al mondo

Tsmc: utili in crescita del 60,3% nel primo trimestre, ma resta il nodo dazi sull'outlook
Prospettive complicate causa dazi ma utile trimestrale alle stelle (+60%) per Tsmc, il più grande produttore di chip a contratto al mondo. Secondo quanto riferito nella conference call i manager hanno spiegato che al momento non sono stati registrati cambiamenti nel comportamento dei clienti a causa delle imposte e che la domanda resta supportata dalle esigenze di calcolo sempre maggiori dell'intelligenza artificiale.
Il settore dei chip ancora non è stato interessato dalle tariffe, ma il presidente Trump ha dato mandato al suo team di indagare se ci sono le condizioni per una stretta. Il capo alla Casa Bianca ha già minacciato Tsmc in merito all'investimento annunciato quest'anno di 100 miliardi di dollari per costruire stabilimenti di semiconduttori negli Stati Uniti. Se l'azienda si dovesse tirare indietro, scatteranno provvedimenti sanzionatori. Un investimento pari a 65 miliardi è già stato fatto in Arizona per tre impianti, uno dei quali già attivo e funzionante. Taiwan, a cui sono stati assegnati dazi pari al 32% (al momento sospesi per 90 giorni) su tutte le esportazioni in territorio americano sta cercando un accordo con Trump per alleggerire i prelievi. Al riguardo, pianifica un'impennata degli acquisti di gas naturale liquefatto americano nel prossimo decennio.
In ogni caso la vera preoccupazione del colosso taiwanese sono i segnali di decrescita della spesa per i data center e i processori Ai con Microsoft, ad esempio, che sta ripensando ai piani di investimento. Le politiche commerciali di Trump hanno infatti creato molta incertezza per l'industria globale e per giganti come Apple e Nvidia anch'esse clienti di Tsmc come pure giganti Usa dei chip del calibro di Qualcomm e Amd. Anche le minacce alla concorrenza, come il lancio di modelli di intelligenza artificiale più economici da parte della startup cinese DeepSeek, hanno indebolito il sentiment.
I numeri di bilancio comunque al momento sono rimasti forti. Tsmc ha dichiarato infatti che l'utile netto per il periodo gennaio-marzo è salito a 361,6 miliardi di dollari (11,1 miliardi di dollari) e si tratta del quarto trimestre consecutivo di crescita a due cifre. Forte di queste premesse l'azienda taiwanese ha mantenuto le sue prospettive per l'intero anno sia per i ricavi sia le spese in conto capitale. Con il direttore finanziario Wendell Huang che ha annunciato investimenti compresi tra i 38 e 42 miliardi di dollari.
Le previsioni per il secondo trimestre sono positive con fatturato pari a 28,4-29,2 miliardi di dollari, superando i 20,82 miliardi di dollari dello stesso periodo dell'anno precedente. A dimostrazione del fatto che i controlli statunitensi sulle esportazioni di chip verso la Cina hanno avuto l'effetto desiderato, Tsmc ha dichiarato che le entrate dalla Cina sono scese al 7% delle vendite totali rispetto al 9% dell'anno precedente, mentre il Nord America ha generato il 77%, rispetto al 69%.
La minaccia dei dazi ha comunque pesato sul valore delle azioni della società, quotata a Taipei, che sono scese di oltre il 20% nel 2025, nel peggior inizio d'anno da almeno tre decenni a questa parte, anche a causa della fuga degli investitori stranieri. Mentre le sue azioni quotate negli Stati Uniti sono scese del 23%.
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