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Economia
Unicredit, via da Mediobanca e nuovo piano: sprint in Borsa

Unicredit corre a Piazza Affari (+5,96%) dopo i conti dei nove mesi, con il mercato che apprezza i numeri e anche la decisione dell'ad Jean Pierre Mustier di rompere lo storico legame con Mediobanca in vista della presentazione del nuovo piano al 3 dicembre, di cui oggi e' stato svelato il nome. La strategia dell'istituto per i prossimi anni, ha rivelato il banchiere francese, si chiamera' 'Team 23', non prevedera' una forte crescita dei ricavi ma manterra' forte un'attenzione sui costi e sull'allocazione di capitale.

Sul fronte dei conti al 30 settembre l'istituto ha registrato un utile rettificato pari a 3,3 miliardi, di cui 1,1 nel terzo trimestre, e confermato l'obiettivo di arrivare a 4,7 miliardi a fine anno. Frenata del 2% per i ricavi a 14 miliardi, con un margine di interesse dei nove mesi sceso a 7,7 miliardi (-2,2% anno su anno) e commissioni in flessione del 2,1% a 4,7 miliardi.

Al tempo stesso, tuttavia, e' piu' rapida la discesa dei costi, calati del 3,6% a 7,4 miliardi; questa circostanza porta il rapporto costi-ricavi al 53%, con un calo dello 0,9% rispetto al 30 settembre 2018. In crescita i coefficienti patrimoniali, con il Cet1 che al 30 settembre e' al 12,6%, in crescita di 50 punti base sullo scorso anno. Proprio gestione del capitale e attenzione al rapporto-ricavi costi saranno due dei mantra del nuovo piano. 

"I ricavi non saliranno molto", ha spiegato Mustier, sottolineando come per questo "i costi dovranno crescere meno o rimanere stabili". "Dobbiamo anche gestire il costo del credito e l'allocazione del capitale", ha aggiunto indicando alcune linee guida ma senza dare dettagli sul piano. L'allocazione di capitale, in particolare, "sara' uno dei punti chiave" del nuovo piano e sara' fatta "sul fronte dei clienti, dei settori e dei paesi", ha aggiunto. Ognuno dei 14 paesi dove la banca attualmente opera e' "strategico" ha spiegato riflettendo sul futuro della partecipata Yapi Kredit, attiva in Turchia, che negli ultimi mesi ha causato qualche grattacapo all'istituto italiano.

Fra gli obiettivi del manager francese c'e' anche quello di vedere una risalita del titolo. Condizione necessaria perche' questo avvenga e' che ci sia "una profittabilita' sostenibile": fatto salvo questo punto le strade possono essere quelle di una crescita dei dividendi agli azionisti e di un buyback "a patto che le azioni trattino a sconto sul patrimonio tangibile". "Oggi abbiamo un payout al 30%, vogliamo farlo crescere al 50% dell'utile prima possibile", ha aggiunto Mustier, che sul riacquisto di azioni proprie ha detto che la Bce sembra "aperta a lasciare che gli istituti di credito lo facciano quando hanno un capitale adeguato".

Ampio spazio e' stato poi dedicato al capitolo Mediobanca, di cui Unicredit ha ceduto l'8,4 ieri sera per poco meno di 800 milioni, realizzando una piccolissima plusvalenza e senza impatti sul capitale. "Io il mio dovere l'ho fatto", ha detto il banchiere francese, ricordando di aver proposto, quando e' decaduto lo storico patto di sindacato per l'uscita di Vincent Bollore', di stringerne uno "piu' forte": a questa condizione Unicredit sarebbe stata pronta a restare in Mediobanca e a sostenere l'istituto e le sue controllate. "Eravamo disponibili a stare se ci fosse stato un patto forte, il precedente non lo era abbastanza", ha ripreso.

"Eravamo molto contenti del management e dei risultati e pronti a supportarla e a proteggere le sue controllate: purtroppo il mio appello non e' stato raccolto, gli altri soci e il management non erano d'accordo". Parte della quota venduta dall'istituto di piazza Gae Aulenti e' stata acquistata, attraverso i francesi di Natixis, dall'imprenditore Leonardo Del Vecchio, che si e' portato vicino al 10% con una mossa che ne fa il primo azionista di Mediobanca per distacco.

L'uomo piu' ricco d'Italia e' anche fra i principali soci di Generali, di cui ha circa il 5%, e ha gia' fatto sentire nettamente la propria voce in vista della presentazione del nuovo piano di piazzetta Cuccia, prevista per martedi' prossimo. Il mercato scommette che su questi fronti ci saranno presto novita' e se Mediobanca, dopo la veloce salita delle ultime settimane, e' scesa dell'1,76% allineandosi al valore della cessione da parte di Unicredit, il Leone di Trieste, complici anche in questo caso conti solidi nei primi nove mesi dell'anno, e' balzato del 3,41%, portandosi ai massimi dal 2008. 

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