Volkswagen, si dimette il Ceo Winterkorn. Il fondo sovrano del Qatar brucia 3,8 miliardi - Affaritaliani.it

Economia

Volkswagen, si dimette il Ceo Winterkorn. Il fondo sovrano del Qatar brucia 3,8 miliardi

di Andrea Deugeni
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Volkswagen perde la testa. L'amministratore delegato della casa automobilistica tedesca Martin Winterkorn ha annunciato le dimissioni. Al termine del consiglio di sorveglianza, il gruppo di Wolfsburg ha diffuso una nota ad hoc in cui il manager ha spiegato che "Volkswagen ha bisogno di un nuovo inizio", inizio che si apre "con le mie dimissioni". Winterkorn si è detto "scioccato dagli eventi dei giorni scorsi" e "basito dal fatto che irregolarità di tali proporzioni siano state possibili nel gruppo Volkswagen".

"Il processo di chiarificazione e trasparenza deve continuare", ha scritto ancora il manager, che da parte sua nega ogni coinvolgimento diretto nello scandalo della frode sulle emissioni che ha travolto la casa automobilistica tedesca: "Non sono a conoscenza di nessun atto illegale da parte mia". Ora il cda si riunirà venerdì per scegliere il successore che sarà scelto in una rosa di candidati esaminata dal consiglio di sorveglianza che, in una nota, ha affermato di "aspettarsi ulteriori ripercussioni sul personale nei prossimi giorni" e ha annunciato la creazione di una commissione speciale esterna che indagherà sui responsabili delle operazioni illegali, trattandosi di un "reato penale da trattare come tale".

La temperatura intorno al gruppo di Wolfsburg resta altissima. Berlino ha negato di essere stata a conoscenza di violazioni delle norme, mentre tutto il mondo continua ad esprimere preoccupazione per l'accaduto e promette di prendere le dovute contromisure. L'Unione europea ha chiesto a tutti i Paesi membri di aprire indagini sui loro mercati e riferire alla Commissione. Alla Borsa di Francoforte, il titolo della casa tedesca, dopo un avvio ancora negativo fino al -8%, ha virato in rialzo e rimbalzato fino al 7% per chiudere a +5,42%, dopo che nei due giorni precedenti la compagnia tedesca ha bruciato oltre 25 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. Una performance che al fondo sovrano del Qatar, il terzo azionista del gruppo dopo Porsche holding e il Land della Bassa Sassonia (nel portafoglio ha il Paris Saint Germain, Harrod's, Lvmh, Glencore, Valentino, Pal Zileri e Porta Nuova), è costata 3,8 miliardi di valore della partecipazione andati in fumo.

Sulla questione è intervenuta di nuovo Bruxelles, secondo cui le autorità nazionali sono responsabili dei controlli sulle emissioni dei motori delle auto e devono effettuare controlli particolarmente rigorosi e la Commissione europa incoraggia i Ventotto a fare le indagini necessarie e a riferirne all'esecutivo.

"Discuteremo con loro su come coordinare queste indagini e faciliteremo il loro scambio di informazioni", ha spiegato la portavoce Lucia Caudet. "Accogliamo con favore le indagini cominciate in alcuni Stati, come Germania, Francia e Italia", ha aggiunto la portavoce. Il ministro per lo sviluppo economico, Federica Guidi, ha chiesto di fare "rapidamente chiarezza" sullo scandalo delle emissioni truccate di Volkswagen per misurare le eventuali ripercussioni sulle aziende italiane che producono la componentistica per il gruppo automobilistico tedesco. "E' importante fare velocemente la massima chiarezza, anche coi vertici dell'azienda, su quello che è successo e sulle possibili ripercussioni", ha detto il numero uno del Mse.

"Non ho ancora avuto risposta dall'amministratore delegato di Volkswagen Italia, cui ho mandato ieri una lettera per avere chiarimenti. Noi dobbiamo avere su questo argomento un comportamento unitario a livello europeo, specie sui controlli che non si sono rivelati all'altezza di quelli americani. Senza mettere regole inapplicabili o che danneggino i mercati, ma che siano rispettate da tutti", è stata invece la posizione del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, intervenuto questa mattina in studio ad Agorà su Rai3. Intervento fondato visto che l'Italia è uno dei mercati principali del colosso di Volksburg, con un parco circolante che arriva a ben un milione e mezzo di vetture diesel della sola Volkswagen. "Se si verificherà che anche in Europa è accaduta la stessa cosa accaduta negli Usa - ha aggiunto l'esponente del governo Renzi - le conseguenze non potranno che essere le stesse. Cioè la sospensione delle vendite delle vetture modificate da Volkswagen".

Il caso Dieselgate, così com'è stato ribattezzato l'affaire Vw negli Stati Uniti, ha scuosso la fiducia dei consumatori sull'affidabilità del marchio tedesco: gli Usa hanno avviato un'inchiesta penale sulla vicenda e indagini sono partite anche in Europa, Germania inclusa. L'Acea, associazione dei produttori, ha fatto quadrato e ha spiegato che "non c'è alcuna prova che sia un problema del comparto in senso ampio".

Ma che lo scandalo Volkswagen possa dare una spallata all'economia europea che inizia adesso a intravedere una timida ripresa è una preoccupazione di molti. C'è un po' di preoccupazione" perche' quello che e' successo" e' un fatto molto grave", ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. "I numeri che circolano sono drammatici" ha aggiunto, "noi abbiamo molti subfornitori di Volkswagen e Audi e spero questo non determini scossoni troppo violenti in queste aziende. Sono personalmente molto preoccupato". "E' un fatto veramente sorprendente che un'azienda cosi' tecnologicamente all'avanguardia sia finita in questo inciampo", ha concluso.

 

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