Crozza spara sull’UE: tra guerra, gas e riarmo “Prima green, poi gas, ora bombe” - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 23:33

Crozza spara sull’UE: tra guerra, gas e riarmo “Prima green, poi gas, ora bombe”

Crozza trasforma Atreju nel “Sanremo della politica” e attacca Europa, opposizione e governo: nel monologo i numeri dell’Italia più povera e le contraddizioni dell’Ue

Nella nuova puntata di Fratelli di Crozza, in onda sul Nove e in streaming su Discovery+, Maurizio Crozza trasforma ancora una volta la cronaca politica in un racconto grottesco e lucidissimo al tempo stesso. Il bersaglio? L’evento simbolo della destra italiana, Atreju, ribattezzato dal comico genovese come il “Festival di Sanremo della politica”.

Crozza veste i panni di una Giorgia Meloni-showgirl, intenta ad annunciare i “big” dell’edizione come fossero star della musica leggera. Il risultato è una lunga sfilata surreale dove politica e spettacolo si confondono, con una domanda sottintesa che riecheggia per tutto il monologo: ma davvero questo è il livello del dibattito pubblico?

La satira, però, non si ferma alla superficie. Dopo le risate, Crozza affonda il coltello nel dato più scomodo: l’Italia è, insieme alla Grecia, uno dei pochi Paesi europei in cui le famiglie sono oggi più povere di vent’anni fa. E mentre a teatro si ride, sullo sfondo scorrono numeri che fanno molto meno ridere: Spagna, Francia e Germania crescono, l’Italia arretra.

Il comico allarga poi lo sguardo sull’Europa, dipinta come un’entità confusa e contraddittoria. Green Deal ieri, riarmo oggi. Stop al gas russo annunciatissimo, ma poi rinviato. Motori elettrici obbligatori e subito dopo retromarcia. Caldaie vietate, poi riabilitate. «Qui sembra che le decisioni si prendano all’Oktoberfest», ironizza Crozza, tirando in ballo una Commissione europea che appare più incoerente che strategica.

Non manca il capitolo internazionale: Trump, Putin e un’Europa descritta come sempre più marginale, divisa, incapace di parlare con una voce sola. Il tutto avvolto in quella comicità amara che è diventata la cifra più riconoscibile di Crozza negli ultimi anni: far ridere mentre si racconta una realtà che, in fondo, farebbe piangere.

Il monologo scivola poi sull’opposizione, ridotta a uno spettacolo nello spettacolo. Tra Schlein e Conte, più impegnati a litigare tra loro che con il governo, Crozza costruisce la metafora definitiva: “È come Batman e Robin che si picchiano per decidere chi va a menare il Joker”.

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