Wall Street, è finita la corsa. Per Morgan Stanley ora partirà l'Orso
Per Morgan Stanley la grande corsa ormai settennale della Borsa americana che da inizio anno ha guadagnato quasi il 5% (S&P 500), ai massimi storici, è finità
L'Orso del settore tech si scatena su tutta Wall Street, tanto che per Morgan Stanley la grande corsa ormai settennale della Borsa americana che da inizio anno ha guadagnato quasi il 5% (lo S&P 500), ai massimi storici, è finita. La seduta di ieri a Wall Street è finita in calo per la terza volta consecutiva e sui minimi di giornata, ancora una volta per via della debolezza dei titoli tech (-1,6%). Per il Dow Jones Industrial Average, è stata la seconda flessione di fila; per l'S&P 500 e il Nasdaq Composite, la terza.
Il listino tecnologico è così finito sui minimi di tre settimane fa. Le azioni cosiddette Faang hanno risentito del sell-off, iniziato la settimana scorsa, di Facebook (-2,2%) e Twitter (-8%), sell-off dovuto a una crescita deludente degli utenti. Amazon ha subito una flessione del 2%, Netflix del 5,7% e Alphabet dell'1,8%.
Secondo Mike Wilson, strategist per l'azionario americano di Morgan Stanley, "le vendite sono appena iniziate e questa sarà la maggiore correzione da quella vissuta lo scorso febbraio". Il motivo? "La leadership di mercato" del settore tech è venuta meno.
Lo dimostrano proprio le forti vendite che hanno colpito, per esempio, Facebook e Twitter. I loro conti trimestrali hanno lasciato insoddisfatti gli investitori, spingendo molti a sbarazzarsi di quei titoli e di altri parte del settore. Per Morgan Stanley, questo suggerisce che i rischi per l'azionario stanno solo aumentando e che le vendite a Wall Street continueranno.
Stando a Wilson, la giornata di venerdì scorso "ha mostrato quanto il mercato sia esausto. Con i forti conti di Amazon (che nel secondo trimestre ha visto più che raddoppiare a 2,5 miliardi di dollari i suoi utili, ndr) ormai andati e dopo il forte Pil del secondo trimestre (cresciuto al tasso annualizzato del 4,1%, ndr), gli investitori si sono ritrovati con la domanda: 'Su cosa mi concentro adesso?'".
E così Morgan Stanley, che l'8 luglio scorso aveva bocciato a "vendere" i titoli tech, ha avvertito: le vendite in massa di quei titoli ora rischiano di avere un impatto molto più negativo sui portafogli se sono concentrati su tech, beni discrezionali e aziende a piccole capitalizzazione".
Insomma, per gli analisti della banca americana guidata da James P. Gorman, il mercato, ora orfano della spinta tech che attraverso il Nasdaq ha trainatto tutto il New York Stock Exchange, avrebbe esaurito gli spunti positivi per continuare a comprare e con la Federal Reserve che si prepara a rialzare ancora i tassi d'interesse in un'economia che galoppa a pieno ritmo le vendite sarebbero appena iniziate. E non si tratterebbe soltanto del classico temporale estivo.