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Esteri
Balneari, il rimprovero di Bruxelles: "No a monopolio su risorse pubbliche"

É prevista per domani la riunione di maggioranza sul tema delle concessioni balneari, al centro di polemiche 

In commissione al Senato si comincia a discutere del Milleproroghe che approderà nell'Aula di palazzo Madama il 3 febbraio. Oggi Giorgia Meloni è intervenuta sulla questione delle concessioni balneari, FI e Lega spingono per una proroga e Fdi attende l'esito delle interlocuzioni che il ministro per gli Affari Ue, Raffaele Fitto, sta portando avanti con l'Europa.

Ma la presidente del Consiglio sgombra il campo dall'ipotesi della proroga, in primo luogo perchè una decisione in tal senso porterebbe le istituzioni comunitarie ad irrigidire l'atteggiamento nei confronti dell'Italia, oltre a prevedere la procedura di infrazione contro Roma.

La premier parla di una soluzione strutturale e annuncia un ampio confronto con le forze della maggioranza e con le associazioni di categoria. 

Le reazioni

"Sembra che Fdi voglia smontare la direttiva Bolkestein, ma nel frattempo che si fa? Ci sarà più tempo per la mappatura delle spiagge? Ci saranno più fondi a disposizione?", si chiede un esponente di Forza Italia. Il partito azzurro non arretra: "Leggo che le concessioni Balneari non sono formalmente incorporate nelle pietre miliari e negli obiettivi del Pnrr", osserva il forzista Maurizio Gasparri ribadendo "quanto sia percorribile la strada di una proroga per chiarire lo stato delle cose".

"Non ho cambiato idea sul tema della difesa dei nostri imprenditori balneari da una direttiva che secondo me non andava applicata in quel settore. Bisogna capire quale sia la soluzione più efficace", ha osservato Meloni.

L'obiettivo resta quello di "mettere in sicurezza" le imprese del settore, da qui l'intenzione di un dialogo con i concessionari "prima che siano votati gli emendamenti" al Milleproroghe.

In realtà, Fratelli d'Italia aveva presentato un emendamento per abbattere la data della fine del 2023 per vincolare l'avvio delle gare al completamento della riforma ma è una strada che Bruxelles non prevede, da qui il dietrofront con la decisione di non inserire la proposta di modifica tra i segnalati.

La Commissione europea ha fatto sapere di seguire attentamente l'attuazione degli impegni presi dall'Italia per rispettare le leggi Ue in materia di concessioni balneari.

Il diritto dell'Ue richiede che le norme nazionali assicurino la parità di trattamento dei prestatori di servizi senza alcun vantaggio diretto o indiretto per alcuno specifico operatore. Ed ancora: occorre promuovere l'innovazione e la concorrenza leale, prevedere un'equa remunerazione degli investimenti effettuati e una tutela dal rischio di monopolizzazione delle risorse pubbliche.

Ora si attende la mossa dell'esecutivo per un atto di indirizzo sulla questione in modo da evitare uno scontro all'interno della maggioranza. 

Il caso in breve

Il partito di Giorgia Meloni ha deciso di non inserire tra gli emendamenti del decreto Milleproroghe segnalati dal proprio gruppo al Senato quello che mirava ad eliminare la data del 31 dicembre 2023 per la validità delle concessioni balneari, prorogandole senza una fine certa. Questo significa che, restando valido il termine fissato, sarà necessario approvare entro l'anno in corso la riforma delle concessioni e metterle successivamente a gara. Un cambio di passo inaspettato, visto che la maggioranza sembrava decisa a procrastinare il termine, andando di fatto al braccio di ferro con Consiglio di Stato e Ue. 

 

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