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Esteri
Cina, più soldi all'Oms in chiave anti Usa. Studio: "Contagi 4 volte più alti"

La Cina, primo Paese al mondo a fare i conti con l'emergenza coronavirus, annuncia una donazione di 30 milioni di dollari a favore dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e parla di "solidarietà" dopo che Donald Trump ha deciso di sospendere i fondi all'organizzazione accusandola di aver "portato avanti la disinformazione della CINA" sul coronavirus. "La Cina - si legge in un tweet della portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying - ha deciso di donare altri 30 milioni di dollari in contanti all'OMS per sostenere la battaglia globale contro la Covid-19, in particolare per rafforzare i sistemi sanitari nei Paesi in via di sviluppo". Il gigante asiatico, precisa la portavoce, ha già "donato l'11 marzo 20 milioni di dollari in contanti all'OMS". "In questo momento cruciale - aggiunge - sostenere l'OMS è sostenere il multilateralismo e la solidarietà globale". In queste settimane da più parti alla Cina è stata chiesta maggiore "trasparenza" sulla gestione delle prime fasi dell'epidemia. 

ORONAVIRUS: POMPEO, 'CINA NON HA CONDIVISO TUTTE LE INFORMAZIONI'

Il segretario di stato americano Mike Pompeo ha ribadito le accuse alla Cina di scarsa trasparenza nelle gestione dell'epidemia di coronavirus. "Riteniamo fortemente che il partito comunista cinese non abbia avvertito in maniera tempestiva l'Organizzazione mondiale della sanità dello scoppio dell'epidemia di coronavirus", ha detto Pompeo in conferenza stampa, sottolineando che, anche dopo aver avvertito l'Oms, Pechino "non ha condiviso tutte le informazioni in suo possesso". "Invece ha nascosto quanto era pericolosa la malattia, non ha riferito della consolidata trasmissione da umano a umano per un mese fino a quando non si era diffuso in ogni provincia della Cina, ha censurato chi cercava di avvertire il mondo, ha ordinato l'alt ai test dei nuovi campioni e distrutto i campioni esistenti", ha detto Pompeo. Pechino, ha sottolineato, "non ha ancora condiviso i campioni di virus con il mondo esterno, rendendo impossibile il tracciamento dell'evoluzione della malattia". Pompeo ha puntato il dito anche contro l'Oms, affermando che "ha chiaramente fallito durante questa pandemia". Il direttore generale dell'Oms ha mancato di denunciare gli stati membri che hanno violato le regole dell'organizzazione nella diffusione dei dati, ha rimarcato.

Coronavirus: Cina contro inchiesta su pandemia, manovra politica

La Cina definisce una "manovra politica" la richiesta proveniente dall'Australia di una revisione indipendente della pandemia di coronavirus da parte dei membri dell'Organizzazione mondiale della sanita' e chiede a Canberra di porre fine a quello che definisce, tramite il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, un "pregiudizio ideologico" nei confronti di Pechino. La pandemia di coronavirus, diffusasi dalla citta' cinese di Wuhan, ha contribuito ad aumentare le distanze tra Australia e Cina, gia' divise in passato da forti tensioni per le accuse rivolte da Canberra a Pechino di tentativi di infiltrazioni politiche, e a cui si sommano oggi i dubbi sulla trasparenza riguardo all'epidemia che ha dato origine all'attuale emergenza sanitaria globale. L'Australia, ha detto il primo ministro Scott Morrison, spingera' per la revisione indipendente della pandemia, alla prossima Assemblea mondiale della Sanita', l'organo decisionale dell'Oms, in programma a partire dal 17 maggio a Ginevra. "Vorremmo che il mondo sia piu' sicuro quando si tratta di virus e spererei che ogni altra nazione, che sia la Cina o qualunque altra, condividesse questo obiettivo", ha detto il premier australiano, che ha recentemente parlato al telefono con il Presidente Usa, Donald Trump, con il presidente francese Emmanuel Macron, e con la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Cina: apprezza "stile indipendente" diplomazia Francia su Covid

La Cina elogia la Francia per lo stile "indipendente" della sua diplomazia durante la fase di risposta internazionale alla pandemia di coronavirus. Nel corso di un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, il suo omologo cinese, Wang Yi, ha espresso apprezzamento per il "multilateralismo" dell'approccio francese in questa fase. La Cina, ha detto Wang ripreso in una nota del Ministero degli Esteri di Pechino, "apprezza lo stile diplomatico indipendente della Francia, e in particolare la sua aderenza al concetto diplomatico di multilateralismo". Wang ha poi dichiarato l'apprezzamento della Cina per un ruolo di Parigi "piu' attivo e importante nelle attuali questioni internazionali" e ha ribadito il sostegno cinese all'Oms come organo principale per il coordinamento globale della lotta contro la pandemia.

Coronavirus: studio, sottostima di 4 volte primi contagi Cina

I casi di contagio da coronavirus in Cina avrebbero potuto essere piu' di quattro volte superiori a quelli ufficialmente dichiarati al 20 febbraio scorso. Lo rivela uno studio di un gruppo di ricercatori della University of Hong Kong pubblicato sulla rivista Lancet, secondo cui nella prima ondata di contagi sarebbero state oltre 232mila persone che hanno contratto il coronavirus, contro gli oltre 55mila dichiarati, se fossero stati usati fin dall'inizio dell'epidemia parametri adottati in seguito nel rilevamento dei casi.

La Commissione Nazionale per la Sanita' cinese ha pubblicato sette edizioni delle linee guida per la diagnosi e i trattamenti per il coronavirus, cambiando le metodologie di classificazione al passo con la comprensione della malattia, ma le differenti definizioni, secondo i ricercatori di Hong Kong, avrebbero avuto un forte impatto sui numeri. Il cambio di parametri tra la prima e la seconda versione delle linee guida ha portato a un incremento di 7,1 volte dei numeri ufficiali, e di 2,8 volte tra la seconda e la quarta versione, secondo lo studio della University of Hong Kong. "Se la quinta versione di definizione di caso fosse stata applicata per tutta l'epidemia con una capacita' adeguata di fare test", sostengono i ricercatori, "abbiamo stimato che al 20 febbraio ci sarebbero stati 232mila casi confermati, invece dei 55.508 registrati". Con l'aumento della conoscenza scientifica del coronavirus, la Cina ha espanso la definizione di casi includendo, recentemente, anche quelli con sintomi lievi o asintomatici e a oggi conta, in totale, 82.798 casi di contagio da coronavirus dall'inizio dell'epidemia, con 4.632 morti. Quest'ultimo dato e' poi frutto della revisione al rialzo del numero di decessi operata settimana scorsa dalla citta' di Wuhan da cui si e' diffusa l'epidemia, equivalente al 50% del totale dei decessi fino a quel momento registrati. I dati cinesi hanno aumentato lo scetticismo degli Stati Uniti, che accusano la Cina di non essere stata trasparente e di non avere avvisato tempestivamente la comunita' internazionale dell'epidemia, mentre Pechino ritiene le accuse statunitensi un tentativo di "stigmatizzazione" della Cina.

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