Coronavirus.La scienza protagonista nelle elezioni americane di novembre
Di moda il valore degli scienziati, ma il trend potrebbe cambiare
Mai come ora i protagonisti assoluti nella vita degli americani sono il Coronavirus e tutti quei professionisti, virologi, epidemiologi, biologi, in grado di dare un contributo concreto alla lotta contro la pandemia.
E nella competizione elettorale per la Presidenza degli Stati Uniti di novembre le parole testing, contagi, vaccino, ventilatori hanno assunto, in termini di visibilità, posti di rilievo, nelle valutazioni dell’opinione pubblica come mai prima d’ora.
Le tematiche scientifiche non erano mai state così al centro del dibattito politico come lo sono in questi momenti e probabilmente lo saranno fino a novembre.
Gli elettori e più in generale i cittadini, hanno imparato a conoscere parole come ‘picco’, ‘social distancing’, ’shelter in place’, ventilatori e hanno dato un significato molto differente a prima a vocaboli come guanti e mascherine.
Coronavirus. Maggiore fiducia alla scienza da parte degli americani
Tutto questo ha generato un approccio, diverso da quello di soli pochi mesi fa, a proposito di scienza e scienziati in genere.
Dalle televisioni sono praticamente scomparse le notizie di tutto quello che sta succedendo nel mondo al di fuori della pandemia.
I volti che gli americani hanno imparato a conoscere, oltre a quello del Presidente Trump ( già conosciuto) sono quelli di 4/ 5 persone tra politici ma soprattutto medici. Tra questi primo in assoluto, il dr. Anthony Fauci, luminare degli studi sull’Aids e controcanto sanitario rispetto al Presidente nella task force della Casa Bianca; Deborah Birx , altro medico nell’unità di crisi; il dr.Adams, giovane Generale Surgeon, medico militare anestesista di colore e il Governatore di New York, Andrew Cuomo.
La fiducia sulla scienza da parte degli americani è aumentata molto in questo periodo. Un sondaggio del 2017 riportato sul Scientific American aveva rilevato che solo il 35% degli americani confidava molto nella scienza , il 45% solo un po’, mentre il restante 20% non le dava nessun credito.
La fotografia ad oggi mostra dei cambiamenti sostanziali. L’86% degli americani sentiti nel sondaggio è convinto della bontà della scienza , il 48% giudica le misure sanitarie prese corrette e utili.
Questo è ciò che dicono i sondaggi ma poi in realtà molti americani danno fiducia ai medici e agli scienziati ma si immedesimano nell’ottimismo ipertrofico del Presidente. Ad esempio quando sponsorizza farmaci ‘miracolosi’ come l’idrocloroxina, valido contro la malaria, ma che al momento ha pochissime evidenze positive contro il virus.
Un farmaco nemmeno tanto ben accolto dal direttore del Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA) che, probabilmente per questa posizione, è stato rapidamente sollevato dall’incarico. ‘Per combattere questo virus mortale, la scienza, non la politica o il clientelismo, deve aprire la strada’ e questa frase sembra essergli stata fatale.
La scienza attraverso il dr. Fauci paventa un ritorno del virus in autunno e il giorno dopo Trump mette in dubbio pure questa tesi, pur non sconfessando apertamente il suo massimo esperto.
Senza contare l’ultimo incidente diplomatico in cui il Presidente ha ‘sarcasticamente’ consigliato agli americani di farsi iniezioni di disinfettante per cancellare il virus in un minuto e di stare al sole.
Levata di scudi unanime di tutto il mondo scientifico americano, un giorno di trasmissioni a reti unificate per criticare le dichiarazioni del Presidente ma, incidente chiuso.
Anche perchè la scena mediatica è stata presa dalle forti proteste di molti Stati dove la gente, disoccupata, chiedeva ai propri Governatori di riaprire bloccando corteo i centri delle città.
‘Peggio non poter dare da mangiare alla propria famiglia che rischiare di prendere il virus’ il senso delle proteste. Proteste che hanno forzato la mano a molti Governatori, del Tennesse, della Georgia, del South Carolina, del Texas, Alaska, Ohio e diversi altri ad aprire centri commerciali, palestre, negozi di diverso genere, pur con i medici contrari. Ma è emersa abbastanza con evidenza la relazione conflittuale degli americani tra i dettami della scienza e le necessità della realtà.
Una relazione che andrà avanti a lungo e che sicuramente sta influenzando e influenzerà anche la campagna elettorale fino al voto.
Non è un caso che le pochissime interviste dell’avversario di Trump, il democratico Joe Biden, vicepresidente di Barack Obama, siano improntate ad un unico obiettivo, quello di ‘picchiare’ duro’ sulla gestione della crisi da virus di Trump. Il resto va tutto in secondo piano.
Dal canto suo il Presidente Trump, cosciente del problema e del suo attuale bassi indice di gradimento, ha lasciato la patata bollente delle riaperture nelle mani dei Governatori.
Se ritardano hanno contro la gente disoccupata, se aprono prima e il virus riparte sono gli unici colpevoli.
Dalla Casa Bianca il tycoon, sulle aperture è sibillino e ripete di continuo il suo mantra ‘ricordate, la cura non puo’ essere peggiore del problema. State attenti, in sicurezza, usate sempre la ragione’.
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