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Esteri
Donald Trump, il mandante morale del golpe di Capitol Hill a Washington

A furia di accendere gli animi, a furia di parlare di brogli elettorali, a furia di non riconoscere la vittoria dell’avversario i supporter di Donald Trump hanno dato fuoco alle polveri.

Il caos ieri ha attanagliato Washington, quando il Congresso si stava preparando a confermare il democratico Joe Biden come prossimo presidente. Una formalità che normalmente passa senza onore né  gloria ma che in questo 6 gennaio 2021 sarà scritta nei libri di storia. Migliaia di sostenitori di Donald Trump, spinti dalle sue accuse infondate di frode elettorale, hanno circondato il Campidoglio e hanno sfondato violentemente le linee della polizia, provocando caos all'interno dell'edificio. La sessione è stata sospesa, la città ha decretato il coprifuoco, è stata schierata la Guardia Nazionale e il mondo ha visto un'immagine senza precedenti degli Stati Uniti, il paese che si vanta di essere la prima democrazia al mondo e soprattutto sul terreno sono rimasti 4 morti.

Il vicepresidente Mike Pence è stato evacuato e i membri del Congresso si sono rifugiati in altre zone mentre la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti all'interno dell'edificio, cercando di evitare misure più severe che avrebbero innescato un'escalation di violenza. Le immagini della televisione hanno mostrato agenti di sicurezza con le armi sguainate che proteggevano le porte delle sale plenarie e di cittadini che sfondavano le finestre per entrare. I commentatori hanno continuato a ripetere frasi come: "Questi sono gli Stati Uniti d'America" ​​o "Questo è il Congresso degli Stati Uniti", perplessi dalla deriva estremista che il paese stava mostrando al mondo in quel momento.

E il mandante morale di tutto questo è Donald Trump, un presidente che si è dimostrato eversivo ,bugiardo e in ultima analisi una sorta di golpista. Un atteggiamento che ha creato un vulnus alla democrazia americana che sarà pagato solo dopo molti anni.

Un presidente che nel suo quadriennio ha seminato zizzania non poteva che raccogliere tempesta. Una tempesta, è vero, di fronde marginali ma armate e che hanno messo in discussione la democrazia più grande del paese. Trump è stato il piromane che ha acceso il fuoco di movimenti estremisti che non aspettavano altro.

Intorno alle quattro e mezza del pomeriggio, con la situazione fuori controllo per ore, Trump ha rilasciato una dichiarazione in cui ha chiesto alla sua gente di abbandonare il posto, ma ha versato altra benzina sul fuoco, insistendo sul fatto di essere “stato defraudato" dalle elezioni e di non voler mai riconoscere la vittoria di Biden. Ma poi costretto da molti ha detto “ Vi vogliamo bene, siete speciali  ma adesso tornate a casa in maniera pacifica”.

Ma ormai la valanga era partita e sarà difficile fermarla senza danni fisici e morali.  Fisici perchè molti di quei manifestanti a capo scoperto saranno in breve presi e incarcerati e morali perchè un presidente, ancora in carica ,si è macchiato di una colpa imperdonabile.

Colpa per cui sarà sempre ricordato e forse potrebbe essere rimosso dall'incarico.

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