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Esteri
Elezioni Usa, con Biden 4mila miliardi di tasse. Trump in rimonta nei sondaggi
(fonte Lapresse)

Joe Biden vuole combattere il cambiamento climatico, rimettere in sesto le vecchie e fatiscenti infrastrutture del Paese, migliorare l'istruzione ed espandere l'assistenza sanitaria pubblica. Per finanziare questo ambizioso programma, secondo il Wall Street Journal, il candidato presidenziale democratico prevede di aumentare le tasse di circa 4.000 miliardi di dollari in dieci anni, attraverso prelievi sulle società e sulle famiglie ad alto reddito. Tuttavia, spiega il giornale, vincere la presidenza non sarà sufficiente per farlo. Occorre che i dem ottengano la maggioranza al Senato, mantenendo il controllo della Camera. E secondo il Wsj la debolezza nei sondaggi del presidente Donald Trump al Senato, per la prima volta da un decennio, rendono questo risultato una possibilità realistica. In un ambiente politico sempre più polarizzato, questa tripletta Camera-Senato-Casa Bianca sarebbe una sorta di 'panacea', il rimedio per tutti i mali. È così che i Democratici hanno approvato la legge sanitaria del 2010 senza un voto repubblicano e che nel 2017 i repubblicani hanno approvato i tagli alle tasse, senza un voto democratico.

UNA VITTORIA DI BIDEN SENZA SENATO NON BASTA

Ma è veramente possibile? Una vittoria di Biden in cui i Democratici non raggiungessero la maggioranza del Senato lascerebbe il leader della maggioranza repubblicana Mitch McConnell l'arbitro della situazione. "Un Senato controllato dai repubblicani ostacolerebbe la maggior parte dell'agenda fiscale di Biden", spiega al Wsj, Russ Sullivan, un lobbista democratico, ex direttore del personale del Comitato finanziario del Senato.  

SE I DEM CHIEDONO PIÙ TASSE DEVONO SPIEGARE BENE OBIETTIVI

Joe Biden non ha bisogno di una maggioranza di 60 seggi a prova di ostruzionismo per aumentare le tasse. L'ottenimento di 50 seggi più la vicepresidenza rendono la sua agenda fiscale e di spesa praticabile, grazie all'adozione di procedure accelerate. Il proposto aumento di 4.000 miliardi di dollari di tasse determinerebbe un'inversione di tendenza dopo decenni di tagli fiscali. Circa tre quarti dell'onere ricadrebbe sull'1% più ricco delle famiglie. "È improbabile che aumentino le tasse solo per il gusto di farlo", sostiene Cathy Koch, ex assistente democratico del Senato. "Se verranno proposte nuove tasse, sarà per realizzare e sostenere dei programmi che promuovono degli obiettivi". Le decisioni sui programmi su cui puntare per primi potrebbero però richiedere più tempo del solito, a causa dell'impatto del coronavirus. I democratici affermano che il loro approccio dipenderà dallo stato dell'economia e dalla diffusione della pandemia a gennaio, poiché occorrerà valutare come passare dalla ripresa economica a questa agenda che hanno a lungo immaginato. Il perdurare della situazione di stallo su altri progetti di legge di forte rilevanza economica può solo contribuire a prolungare le incognite. Attualmente "c'è più incertezza che mai", commenta il deputato dem californiano, Mike Thompson, che presiede il sottocomitato fiscale della Camera. "Non conosciamo l'impatto completo del Covid".

ECCO QUALI SAREBBERO LE TASSE PIÙ FACILI DA AUMENTARE

Ma quali sarebbero le tasse più facili da aumentare? Secondo una ricostruzione del Wsj, le politiche fiscali più facili da adottare includono un aumento dell'aliquota sull'imposta sulle società che attualmente è al 21%, l'inversione dei tagli fiscali decisi dai repubblicani nel 2017 sui redditi individuali superiori a 400.000 dollari e l'aumento delle tasse sugli immobili. Più l'aumento delle tasse ricadrà sulle società o sui molto ricchi, più sarà più agevole per i dem approvarle. Questi cambiamenti potrebbero raccogliere più di 1.500 miliardi di dollari. Tuttavia alcuni degli aumenti delle tasse di Biden su settori specifici potrebbero essere più difficili da far passare al Congresso. Questi includono l'imposizione di una tassa sulle transazioni finanziarie e l'abrogazione di una disposizione che consenta agli investitori immobiliari di evitare le tasse sulle plusvalenze reinvestendo rapidamente i proventi di una transazione. A questo proposito alcuni legislatori potrebbero voler aspettare fino a quando la ripresa non sarà più sicura prima di imporre aumenti fiscali che potrebbero rallentarla. 

ELEZIONI USA, SONDAGGI: SI RIDUCE LO SVANTAGGIO DI TRUMP DA BIDEN

Si riduce il vantaggio di Joe Biden su Donald Trump: secondo un sondaggio della Cnn, gli elettori che hanno indicato una preferenza per lo sfidante democratico sono ora pari al 50% dei votanti, mentre il presidente Donald Trump otterrebbe ora il 46%. L'emittente Usa sottolinea che la differenza, il 4%, è pari al margine di errore insito nel sondaggio.

Il 53% degli elettori risulta "estremamente entusiasta" di votare, il livello massimo mai registrato nei sondaggi che Cnn effettua dal 2003. Se si aggiungono anche i "molto entusiasti", si arriva al 72%: fra questi, la maggioranza pro-Biden risulta più marcata e pari al 53% delle intenzioni di voto. Ma la distanza è ravvicinata soprattutto nei 15 stati che hanno un maggiore impatto sul Collegio elettorale. In questi paesi, secondo il sondaggio, Biden è sostenuto dal 49% degli elettori e Trump dal 48%.

Complessivamente, sempre secondo i dati raccolti da Cnn, il 54% disapprova il modo in cui Trump svolge il suo lavoro di presidente, mentre il 42% lo approva. La situazione è migliorata rispetto a giugno e tornata sui livelli pre-Covid, ma resta fra le peggiori se confrontata con gli altri presidenti candidati a un secondo mandato (peggio solo Jimmy Carter con il 33% di approvazione e George H.W. Bush con il 35%, mentre Obama era al 48%, George W Bush al 49%, Bill Clinton al 53% e Ronald Reagan al 54%).

Quanto alla candidata vicepresidente democratica, Kamala Harris ha ottenuto il parere favorevole del 41% degli intervistati, contro il 38% dei pareri negativi: molto meglio di un sondaggio di maggio, quando il giudizio sull'ex procuratore della California era positivo solo per il 32% degli Americani.

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