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Esteri
Taiwan, Mar Cinese Meridionale, Italia Asean, Samsung: pillole asiatiche
Foto: LaPresse

TAIWAN (COME SEMPRE) TRA USA E CINA - Export da record (in particolare verso Pechino e Hong Kong) ma avvicinamento a quello che sarebbe uno storico accordo commerciale con gli Stati Uniti. Ad agosto le esportazioni di Taiwan sono cresciute dell'8,3% arrvando al record storico di 31,2 miliardi di dollari. Molto al di sopra delle stime degli analisti. A contribuire in maniera fondamentale al picco ci sarebbe il ban americano sulle esportazioni verso Huawei, il cui periodo di tolleranza finirà il 14 settembre. Per questo il colosso di Shenzhen, così come le aziende taiwanesi partner hanno accelerato il ritmo nelle ultime settimane. La crescita generale dell'export verso Repubblica Popolare e Hong Kong è cresciuta del 22,9% su base mensile e del 12% su base annuale, per un totale di 93,9 miliardi di dollari. Sono aumentate le esportazioni anche verso gli Usa, che Taiwan ora spera possa sostituire la Cina per volumi. Anche per questo Tsai Ing-wen ha eliminato alcuni vincoli all'import di prodotti statunitensi, aprendo alla possibilità di un accordo commerciale storico. Ma l'impresa non sarà per nulla semplice. Servirà il coinvolgimento degli altri grandi attori regionali, Giappone e India in primis, e dei paesi del Sud Est asiatico e del Pacifico, facendo funzionare la New Southbound Policy lanciata dalla prima amministrazione Tsai. In tutto ciò, l'unico vero accordo di libero scambio di Taiwan è quello sottoscritto nel 2010 proprio con la Repubblica Popolare e che ora, secondo diversi osservatori, sarebbe in bilico. 

Taiwan vive un momento a dir poco delicato, dopo la sovraesposizione causata dalla linea di Donald Trump, che sta utilizzando qualsiasi mezzo a disposizione per colpire la Cina durante la lunga corsa elettorale per il voto presidenziale del 3 novembre. Compresa, appunto Taiwan, che negli anni era sempre riuscita a perseguire un difficile equilibrio con la Repubblica Popolare, che la rivendica come provincia ribelle, e appunto con Washington, il grande "protettore" internazionale. L'uscita degli Usa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (dove Taipei sperava di rientrare proprio attraverso il loro aiuto), così come il tentativo della Casa Bianca di accaparrarsi TSMC, il colosso a dir poco strategico dei semiconduttori, o la visita del segretario alla Salute Azar, stanno mettendo Formosa in una posizione inedita che ha (nella sua ottica) elementi potenzialmente favorevoli ma anche (molti) altri potenzialmente molto pericolosi. A Washington aumenta la richiesta di uscire dall'ambiguità strategica nei rapporti con Taipei. Ma c'è chi teme si possa trattare di un grande bluff e che Taiwan sia solo una delle tante carte che sta utilizzando Washington nella sua battaglia anti cinese. Pronta a essere abbandonata qualora fosse conveniente.

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MISSIONE DIPLOMATICA CINESE NEL SUD EST - Doppo il tanto discusso tour europeo del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, iniziato proprio dall'Italia, la Cina si concentra sui vicini di casa, in particolare sul Sud-est asiatico. Il ministro della Difesa Wei Fenghe ha dato il via a una serie di incontri bilaterali con gli omologhi dei paesi Asean. A partire dalla Malaysia, dove è stato ricevuto sia dal primo ministro Muhyiddin Yassin sia dal ministro Ismail Sabri Yaakob. Kuala Lumpur ha sempre tenuto una linea piuttosto moderata sul Mar Cinese Meridionale, nonostante le dispute con Pechino. E negli scorsi anni ha persino ospitato diversi sottomarini cinesi (oltre a mezzi navali statunitensi) impegnati a fare rifornimento nel porto di Sabah. Ed è proprio su Sabah che si concentra il principale nodo diplomatico della Malaysia, ma in questo caso con le Filippine. Wei è stato poi dall'indonesiano Prabowo Subianto (ex candidato alle elezioni presidenziali poi sconfitto da Widodo). Con Giacarta i problemi si concentrano intorno alle isole Natuna, e in particolare ad alcuni "incidenti" che comprendono l'ingresso di navi da pesca cinesi nelle acque dell'arcipelago controllato dall'Indonesia e dalla morte di alcuni marinai indonesiani a bordo di pescherecci del Dragone. Ma intanto la cooperazione bilaterale prosegue, anche per l'utilizzo della "diplomazia del vaccino" da parte cinese, con la promessa di un canale preferenziale per Giacarta, così come per Manila, altra meta del tour di Wei. Le Filippine hanno mantenuto un accordo militare che Duterte aveva promesso di cancellare con gli Usa, ma allo stesso tempo non sembrano per nulla intenzionate a seguire Trump nella sua serrata dei ranghi (ne avevamo parlato diffusamente qui) nell'area del Mar Cinese Meridionale. Wei andrà anche in Brunei, altro importante snodo diplomatico dell'area Asean nonostante le sue piccole dimensioni. Il tour arriva in un momento importante, solo pochi giorni prima di una serie di videoconferenze in programma tra il segretario di Stato Usa Mike Pompeo e le controparti del Sud-est, il cui obiettivo principale, come ben spiegato dal ministro degli Esteri indonesiano Retno Marsudi, non è tanto quello di costituire un fronte unito anti cinese, quanto quello di evitare di finire in mezzo alla trappola di uno scontro tra giganti che rischierebbe di balcanizzare la regione.

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ITALIA PARTNER DI SVILUPPO ASEAN - L'Italia guarda sempre più verso Oriente. Quantomeno a livello commerciale. E a Oriente non c'è solo la Cina, con la quale nel marzo del 2019 il governo gialloverde ha sottoscritto il celeberrimo memorandum of understanding sulla Belt and Road Initiative. A Oriente c'è anche l'Asean, l'Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, un'area che sta assumendo sempre più rilevanza sotto tutti i livelli. La  53esima riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi membri dell’Associazione ha approvato la candidatura dell’Italia a Partner di Sviluppo. "L’Italia sostiene da sempre l’operato dell’Asean - un positivo esempio di multilateralismo fondato sul rispetto del diritto internazionale- per garantire stabilità, sicurezza e prosperità nella regione", si legge in una nota della Farnesina. "Quale Partner di Sviluppo l’Italia è pronta ad offrire il proprio contributo di esperienza e capacità in molteplici settori: connettività, lotta al cambiamento climatico e sviluppo sostenibile, gestione dei disastri naturali, tutela del patrimonio culturale, potenziamento del ruolo delle donne, peacekeeping e contrasto alla diffusione del Covid-19". 

L'attenzione dell'Italia verso l'area Asean è in costante aumento negli scorsi anni. Basti pensare alla visita in Indonesia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2015 o a quella del premier Giuseppe Conte in Vietnam nel 2019. Da cinque anni opera tra l'altro l'Associazione Italia Asean (presieduta da Enrico Letta) con la missione di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni.

Samsung EuroCucina 2018
 

SAMSUNG, CHINA EXIT ALLA COREANA? - Samsung Electronics sta per fermare la produzione dei propri apparecchi televisivi nello stabilimento di Tianjin. La chiusura dovrebbe avvenire entro la fine di novembre. Il colosso della Corea del sud ha spiegato che la decisione di chiudere lo stabilimento, l'unico del suo genere con sede in Cina, fa parte degli "sforzi per migliorare l'efficienza" nei suoi impianti di produzione. Difficile però non osservare la continua ritirata di Samsung dalla Cina, dopo che lo scorso anno aveva chiuso il suo ultimo stabilimento di produzione di smartphone nel paese. Ed è in programma anche la chiusura dell'impianto di produzione di computer di Suzhou. Alla base la crescita costante del costo del lavoro, nonché l'agguerrita concorrenza interna. Ma c'è anche la svolta tech della compagnia sudcoreana, concentrata a sviluppare le proprie infrastrutture 5G, mentre si sta creando spazio per un rafforzamento della cooperazione con Pechino in materia di chip, che produce anche localmente a Xi'an.

Se Giappone e India, per motivi e con modalità diverse, stanno cercando di ridurre la propria dipendenza economica e commerciale dalla Cina, la Corea del sud ha mantenuto dei rapporti bilaterali molto stretti anche durante la pandemia da coronavirus. La vittoria del partito di maggioranza, fautore come il presidente Moon Jae-in del riavvicinamento a Pechino, alle elezioni legislative dello scorso aprile così come il ruolo fondamentale del governo cinese nella vicenda della Corea del nord fa sì che Seul mantenga un canale diplomatico molto fluido con l'ingombrante vicino.

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