Esteri
Gaza, Netanyahu: "Siamo vicini a un grande risultato, presto il rilascio degli ostaggi"
Dopo l’apertura di Hamas al piano Trump, il premier israeliano accelera i contatti e ribadisce le sue condizioni: "L'Idf resterà a Gaza". Cresce la pressione delle famiglie: 120 mila in piazza a Tel Aviv per chiedere un accordo immediato

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu interviene al Campidoglio a Washington
Intesa vicina, Netanyahu ottimista: "Siamo sul punto di raggiungere un grande risultato"
Un'intesa è vicina. Ne è certo Benjamin Netanyahu. "Siamo sul punto di raggiungere un grande risultato. Spero di potervi annunciare il rilascio di tutti i nostri ostaggi, in un colpo solo", ha dichiarato il capo del governo israeliano. In seguito alla reazione "aperta" di Hamas alla proposta di Donald Trump, Netanyahu si è rivolto ai cittadini con un messaggio video in ebraico, diffuso attraverso media e televisioni. Lo ha fatto per chiarire l'accelerazione degli ultimi momenti e ribadire le sue condizioni in vista dei prossimi incontri in Egitto.
“Hamas verrà smantellato”
"Stati Uniti e Israele limiteranno i negoziati a pochi giorni. Poi Hamas verrà smantellato", ha garantito, evidenziando che è Hamas ad essere "stato costretto ad accettare il piano Trump". E non Israele. Anzi: "Al fine di restituire i restanti 48 ostaggi, qualche settimana fa ho ordinato all'Idf di entrare nella roccaforte più importante di Hamas, Gaza City. Allo stesso tempo, ho coordinato con il presidente Trump e il suo team una mossa diplomatica che ha ribaltato la situazione in un istante: invece di Israele isolato, è Hamas ad essere isolata".
Netanyahu ha poi ribadito che "l'Idf rimarrà nei territori che controlla nella Striscia di Gaza", in contrasto con il ritiro in tre fasi previsto dal piano e uno dei nodi principali del confronto con Hamas. Il premier ha anche invitato gli israeliani a "sperare di poter annunciare il ritorno dei rapiti per la festività del Sukkot", che quest'anno si celebra tra il 6 e il 12 ottobre, e che coincide con il secondo anniversario del sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
L’appello delle famiglie degli ostaggi
A sollecitare una rapida intesa basata sul piano americano sono proprio i parenti degli ostaggi: nelle ultime ore hanno invitato l’intera cittadinanza israeliana a partecipare a una grande manifestazione di sostegno. In 120 mila hanno risposto, affollando le strade di Tel Aviv in questi "giorni decisivi".
"È il momento in cui tutto Israele deve unirsi e chiedere a gran voce: fate tutto il possibile per riportare a casa i nostri fratelli e sorelle e ponete fine alla guerra. Non ci fermeremo finché non tornerà l'ultimo ostaggio", ha dichiarato il Forum dei familiari. Durante la concitata notte tra venerdì e sabato, nonostante fosse Shabbat, il primo ministro ha avuto confronti con i ministri Israel Katz e Ron Dermer, e ha convocato i due esponenti dell’ala ultraconservatrice del governo, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir.