Esteri
Gaza, la tregua che tiene tutti con il fiato sospeso: come si è arrivati a un cessate il fuoco fragile ma decisivo
Tra ostilità, negoziati e crisi umanitarie, Gaza prova a respirare: il racconto del percorso verso la tregua

Trump e Netanyahu (Foto Lapresse)
Gaza, tregua sospesa tra speranze e rischi: il percorso che ha portato al cessate il fuoco
Il conflitto in Medio Oriente ha vissuto nell’ultimo anno una delle fasi più intense degli ultimi decenni. La guerra tra Israele e Hamas, iniziata nell’ottobre 2023, ha proseguito senza sosta nel 2024 e 2025 con operazioni militari estese, un grave deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e intensi tentativi di mediazione internazionale.
Nei primi mesi dell’anno, Israele ha condotto numerose operazioni militari a Gaza con bombardamenti quotidiani e attacchi mirati contro le strutture di Hamas. Ad essere colpiti sono stati centri di comando, depositi di armi e tunnel sotterranei, ai quali Hamas ha risposto con lanci di razzi verso il territorio israeliano.
Parallelamente, il conflitto ha registrato un progressivo allargamento della tensione regionale. Al confine con il Libano si sono intensificati gli scontri tra Israele e Hezbollah, con attacchi incrociati e vittime da entrambe le parti. Episodi di violenza si sono verificati anche in Cisgiordania, dove le operazioni dell’esercito israeliano e gli scontri con gruppi armati palestinesi hanno causato un aumento delle vittime civili.
Uno degli elementi centrali dell’anno è stata la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie hanno più volte segnalato la carenza di beni essenziali, il collasso del sistema sanitario e la difficoltà di accesso agli aiuti. Le operazioni militari e le restrizioni ai valichi hanno per mesi limitato l’ingresso di cibo, carburante e medicinali.
Nel corso della primavera e dell’estate, sono stati tentati diversi cessate il fuoco temporanei, legati in particolare alla liberazione degli ostaggi e all’ingresso degli aiuti. Tali intese, tuttavia, si sono rivelate sempre molto fragili e di breve durata, con una rapida ripresa delle ostilità.
Una svolta è arrivata nella seconda parte dell’anno con l’intervento degli Stati Uniti: l’amministrazione guidata dal presidente Donald Trump ha intensificato la pressione diplomatica su Israele e intrapreso un intenso confronto con i mediatori regionali, quali Egitto e Qatar. Il risultato è stato un accordo di tregua senza precedenti, che ha portato a una diminuzione significativa delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza.
Difatti, dopo l’entrata in vigore - seppur complessa - dell’intesa, i continui bombardamenti su Gaza si sono interrotti e l’attività militare si è notevolmente ridotta. La tregua ha permesso un aumento dell’afflusso di aiuti umanitari e una stabilizzazione delle tensioni, seppur il contesto rimanga tutt'ora ancora molto fragile.
Nonostante il cessate il fuoco resti esposto a possibili rischi e violazioni, rappresenta finora il tentativo più duraturo di mettere fine alle ostilità dall’inizio del conflitto. La comunità internazionale monitora con attenzione l’evoluzione della situazione, mentre permangono le questioni politiche legate al futuro di Gaza e al più ampio conflitto israelo-palestinese. La prospettiva di una pace stabile rimane incerta e vincolata alla tenuta degli accordi e alle scelte politiche delle parti coinvolte.
