Gli errori di Trump con la Cina, dai dazi a Hong Kong
Di Benny Manocchia
Qualche volta Donald Trump dice cose che,forse,non ha pensato abbastanza. Altre volte dimostra,senza accorgersene,di fidarsi molto dei capi di Stato che ha conosciuto da quando e' presidente. Prendiamo il presidente cinese Xi. La prima volta che si incontrarono fu in Florida. Trump subito dichiaro' di avere conosciuto una persona "per bene",che lui ora ammirava. Lo dichiaro' al mondo,aggiungendo che tutto sara' risolto favorevolmente con Pechino. Tutti a dirgli (da Clinton a Obama) che i cinesi non ragionano come noi, di stare attento perche' quegli asiatici sono furbi e cambiano di colpo da una promessa all'altra. Trump,comunque,pur asserendo che il "suo amico" Xi ha accettato le richieste degli Stati Uniti. aumentava le tariffe sui prodotti esportati in Cina. E non soltanto una volta. Al punto che Xi (preso alla gola dagli industriali di casa sua) decise di non acquistare piu' prodotti agricoli,danneggiando chiaramebte i contadini americani. Trump,in apparenza sicuro del fatto suo,ha detto che puo' attendere e che prima o poi Xi verra' alla Casa Bianca "con il cappello in mano". Sara' cosi'? Chi puo' dire. Tuttavia c'e' un altro errore da parte di Trump: ora chiede a Xi di incontrarsi a due per discutere la crisi di Hong Kong. E ha assicurato che potra' risolvere il problema nel giro di un'ora... Donald non puo' trascurare che la Cina vuole Hong Kong ad ogni costo,tanto che sta ammassando carri armati,cannoni e truppe attorno all'isola contestata. Che cosa dira' Trump per convincere Hong Kong a tornare con Pechino? Considerando che ha gia' dichiarato piu' di una volta: Hong Kong e' Cina? Poi ci sarebbe "l'altro amico" di Trump, il presidente nordcoreano Kim. Ma di lui parleremo in altra occasione.
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