Onu, l'Occidente affida ai leoni la salvaguardia degli agnelli
Un triangolo pericoloso ai vertici delle Nazioni unite: Russia, Cina e Iran
Guerre in Ucraina e in Medio Oriente: Russia, Cina, Hamas, fronte unico anti-Occidente
Le due guerre in Ucraina e in Medio Oriente, oltre a produrre morti e feriti, mettono a rischio la pace nel mondo. Due conflitti che alimentano scontri politici, di civiltà e di religioni che vengono da lontano, fanno parte del tentativo di cambiare l’assetto politico internazionale. In entrambe le guerre, pur in modi diversi, c’è la longa manusdi Putin: direttamente in Ucraina con una vera e propria invasione militare, indirettamente in Medio Oriente con l’alleanza con l’Iran, principale fornitore di armi e di sostegno politico-diplomatico ad Hamas.
Mosca fornisce a Teheran anche attrezzature antisommossa e consiglieri militari specializzati nella repressione della guerriglia urbana, utili ai capi iraniani per la repressione del dissenso interno, e in cambio l’Iran passa alla Russia droni, proiettili d’artiglieria e munizioni nella guerra contro l’Ucraina, oltre ad aiutare il Cremlino a costruire in Russia uno stabilimento per droni. Il giorno dopo l’attacco di Hamas, il portavoce Ali Baraka ha detto: “I russi ci hanno inviato messaggi dimostrando la loro solidarietà con noi. La Russia è felice che l’America sia coinvolta in Palestina. Ciò allevia la pressione sui russi in Ucraina. Quindi non siamo soli sul campo di battaglia”.
Il gruppo radicale libanese Hezbollah, (“partito di Dio”), l’organizzazione paramilitare più potente del Medio Oriente, alleato di Hamas e dell’Iran, possiede missili di produzione russa con cui minaccia anche le navi della Marina americana presenti in Medio Oriente. C’è un pericoloso incastro politico e militare: i russi in Ucraina stanno usando droni di fabbricazione iraniana, a loro volta Hezbollah, gruppo libanese con uno dei più grandi eserciti non statali al mondo, sostenuto dall’Iran, dispone di missili russi ottenuti grazie a una triangolazione con la Siria.
Dicevamo di Putin impegnato a creare una nuova leadership nel mondo con la riproposizione della Terza Roma, cioè la Russia dominante cui verrebbe affidata la missione universale di difendere la “vera fede” contro ogni nemico. Ciò perché la Russia è una etnia particolare che ha nella chiesa ortodossa il deposito della salvezza di fronte all’occidente “marcio” che “va distrutto come Roma distrusse Cartagine”. Lo scorso 25 ottobre Putin, in qualità di “leader supremo di tutte le Russie”, ha convocato due gruppi sinodali per affrontare i problemi del mondo: prima, con i responsabili dell’armamento nucleare su come rispondere a un eventuale attacco con bombe H dell’Occidente contro la Santa Russia, poi con i capi religiosi per ribadire che la Russia è pronta a prendere in mano le redini del mondo.
Qui siamo. In un contesto tragicomico. Con la Cina che ha assunto per novembre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, organo decisionale del “governo del mondo” incaricato di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. E con l’Iran retto da fanatici religiosi islamisti che dall’1 novembre ha la presidenza del Forum Onu che presiede ai diritti umani. E’ come affidare a leoni affamati la salvaguardia di giovani agnelli. Cina e Iran che non lesinano sostegni ai terroristi di Hamas che fanno della distruzione di Israele e del suo popolo il loro obiettivo principale.
Addirittura c’è anche in Occidente, Europa e Usa, chi sta dalla parte di Hamas soffiando sul fuoco dell’odio anti ebraico. La domanda è una sola: cosa accadrebbe se la Russia prevalesse in Ucraina, se Hamas distruggesse Israele, se la Cina invadesse Taiwan? La risposta è già, fra il drammatico e il tragico, nello stato delle cose. Senza una svolta siamo al disastro annunciato.
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