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Esteri
Chip, Huawei supera Nvidia in Cina. Le restrizioni di Biden? Danno per gli Usa

Chip war, senza Nvidia ancora più spazio e sviluppo per Huawei

Siamo sicuri che le restrizioni di Joe Biden sui microchip siano un vero ostacolo per la Cina? Il dubbio è più che legittimo, dopo che qualche settimana fa Huawei ha presentato un nuovo smartphone contenente il chip di produzione cinese più avanzato di sempre. Anzi, c'è persino chi ritiene che i limiti imposti dagli Stati Uniti alle vendite di chip artificiali avanzati alla Cina stiano creando un'opportunità per Huawei di conquistare quote di mercato. A discapito dei giganti americani del settore come Nvidia.

Meglio conosciuta a livello globale per le sue attività nel settore delle telecomunicazioni e degli smartphone, Huawei ha realizzato negli ultimi quattro anni una linea di chip per l'intelligenza artificiale. Huawei ha presentato per la prima volta il suo Ascend 910 nel 2018 e il chip è stato lanciato ufficialmente nel 2019 come parte di una strategia volta a costruire un portafoglio AI full-stack e a diventare un fornitore di potenza di calcolo. Nello stesso anno, l'azienda è diventata bersaglio dei controlli sulle esportazioni degli Stati Uniti.

All'epoca, Huawei sosteneva che il suo chip fosse il processore AI più potente al mondo e i media cinesi riportavano che l'Ascend 910 originale era prodotto con un processo a 7 nanometri. Il chip, tuttavia, non è riuscito a intaccare il dominio di Nvidia sia all'interno che all'esterno della Cina. Almeno sino a poco tempo fa. Nvidia ha introdotto i suoi chip A100 e H100 rispettivamente nel 2020 e nel 2022, che hanno conquistato la maggior parte della quota di mercato dei chip AI a livello globale, una tendenza amplificata dall'emergere dell'AI generativa.

Ma ora tutto questo potrebbe cambiare. Huawei non ha annunciato ufficialmente l'Ascend 910B, una versione più recente del 910, ma alcuni dettagli sul chip sono emersi nei commenti pubblici di alcune aziende e accademici cinesi, oltre che nelle guide tecniche sul sito web di Huawei, come segnalato da Reuters. Ad agosto, il presidente del gigante cinese dell'intelligenza artificiale iFlyTek, Liu Qingfeng, ha elogiato Huawei per aver prodotto una GPU che, a suo dire, era "sostanzialmente uguale all'A100 di Nvidia" e ha affermato che iFlyTek stava collaborando con Huawei per sviluppare un hardware.

E i risultati si stanno vedendo. Il colosso digitale cinese Baidu ha ordinato negli scorsi mesi dei chip per l'intelligenza artificiale da Huawei. Si tratta nello specifico di 1.600 chip Huawei 910B per 200 server. Il mercato cinese dei chip per l'intelligenza artificiale ha un valore di 7 miliardi di dollari e l'acquisizione di quote di mercato da parte di Nvidia potrebbe rappresentare una vittoria per Huawei nei confronti degli Stati Uniti.

Chip war, le restrizioni di Biden non servono a bloccare la Cina

Anche perché in assenza di chip Nvidia bloccati dalla Casa Bianca, le aziende cinesi di IA dovranno affidarsi a prodotti nazionali come i chip meno potenti di Huawei, ma secondo gli analisti potrebbe essere solo una questione di tempo prima che Huawei riesca a colmare questo divario, vista la quantità di sostegno e investimenti che il governo cinese sta riversando nell'IA e nei semiconduttori.

Non è l'unica mossa di Pechino sul fronte microchip. La Cina ha registrato un'impennata delle importazioni dai Paesi Bassi nel mese di ottobre, in quella che viene considerata un'ulteriore prova dell'accumulo di scorte cinesi di apparecchiature hi-tech per la produzione di chip prima dell'entrata in vigore dei controlli sulle esportazioni di questi prodotti a gennaio.

Gli analisti prevedono infatti che i dati dettagliati pubblicati alla fine del mese mostreranno un'altra grande spesa per le macchine fotolitografiche avanzate prodotte dall'azienda tecnologica di maggior valore in Europa, ASML. Riconosciuta come leader mondiale nelle macchine litografiche che stampano i modelli più fini sui microchip più avanzati e più piccoli, ASML è uno dei nodi più importanti della catena di fornitura dei chip. La Cina starebbe accumulando sua tecnologia prima che la stretta sia troppo forte.

Lo stop cinese sulle terre rare

E a sua volta Pechino opera una stretta. Dopo il blocco parziale di gallio e germanio, due metalli critici per la produzione di semiconduttori avanzati, il ministero del Commercio cinese ha annunciato la revisione di un elenco di materie prime sfuse le cui importazioni ed esportazioni devono essere segnalate per la tenuta dei registri statistici; per la prima volta le terre rare sono state inserite nell'elenco.

Secondo una circolare pubblicata sul sito web del ministero, gli esportatori devono comunicare immediatamente la spedizione, l'importo e il momento dell'esportazione delle materie prime sfuse incluse nell'elenco. Le relative camere di commercio per l'importazione e l'esportazione sono responsabili della raccolta e dell'analisi dei dati, che saranno comunicati al ministero.

Una mossa con lo sguardo ai chip ma anche alle batterie elettriche, dove Pechino ha una posizione di vantaggio rispetto ai rivali.

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