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Esteri
Messi gioca a Tokyo, non a Hong Kong. Rabbia sul campione argentino dalla Cina
Lionel Messi in panchina

Gioca in Giappone ma non a Hong Kong. In Cina è bufera su Messi

"Gli abitanti di Hong Kong odiano Messi, l'Inter-Miami e la mano nera che c'è dietro". E ancora: "A Messi non dovrebbe mai essere permesso di tornare a Hong Kong. Le sue bugie e la sua ipocrisia sono disgustose". Parola e musica di Regina Ip, membra del consiglio legislativo dell'ex colonia britannica. Il motivo per tutto questo astio nei confronti del fuoriclasse argentino? Il presunto infortunio che lo ha tenuto fuori dall'amichevole precampionato organizzata dalla sua squadra a Hong Kong e per la quale diversi tifosi avevano pagato biglietti a prezzi considerevoli. 

A peggiorare la situazione, il fatto che Messi meno di tre giorni dopo abbia invece giocato gli ultimi 30 minuti più recupero di un'altra amichevole, ma stavolta in Giappone. Vale a dire il grande rivale asiatico della Cina. Insomma, non proprio il massimo della diplomazia in una contingenza in cui ogni mossa viene osservata con attenzione e in cui la Cina intravede possibili calcoli dietro una mossa che in molti definiscono irrispettosa.

Messi si è scusato con i tifosi in un post pubblicato mercoledì sulla piattaforma cinese Weibo, affermando di aver saltato la partita a causa di un infortunio all'inguine "gonfio e doloroso". "Chiunque mi conosca sa che voglio sempre giocare... soprattutto in queste partite in cui viaggiamo così lontano e la gente è entusiasta di vedere le nostre partite. Spero di poter tornare a giocare a Hong Kong", ha scritto in cinese e spagnolo.

Non abbastanza. L'assenza dell'attaccante a Hong Kong ha scatenato una polemica che si protrae da allora e ha provocato richieste di rimborso. Circa 825 reclami, per un totale di 5,59 milioni di dollari di Hong Kong (715.000 dollari stautnitensi), sono stati presentati al Consiglio dei consumatori della città. Con i tifosi che hanno viaggiato da tutta la regione per assistere alla partita, il consiglio ha dichiarato che l'importo più alto coinvolto in un singolo caso è stato di 82.960 dollari di Hong Kong, mentre l'importo medio di ogni reclamo è stato di 6.776 dollari.

Anche John Lee, capo dell'esecutivo della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong, ha espresso il proprio sostegno alle richieste di rimborso dei tifosi. "Come tifoso, ciò che mi fa più arrabbiare non è il fatto che Messi non abbia potuto giocare, ma la sensazione di essere stato ingannato e mancato di rispetto", ha dichiarato invece al tabloid nazionalista cinese Global Times un tifoso di nome Wang, che ha viaggiato dalla provincia meridionale della Cina del Guangdong per assistere alla partita.

A peggiorare la situazione, il fatto che meno di tre giorni dopo Messi sia invece sceso in campo in Giappone. A differenza dei 38.323 spettatori che hanno affollato lo stadio di Hong Kong, a Tokyo c'erano peraltro diversi posti vuoti e sono stati venduti solo 28.614 posti su una capienza di 80.000 spettatori. L'Ufficio Cultura, Sport e Turismo ha dichiarato che gli abitanti di Hong Kong sarebbero rimasti "sconcertati" e che i residenti della città meritano "una spiegazione ragionevole".

I soldi degli organizzatori e i sospetti tra Hong Kong e Cina

"L'allenatore dell'Inter Miami ha detto che Messi non avrebbe potuto giocare a Hong Kong a causa di un infortunio, ma nella partita in Giappone sembrava stesse bene e ha corso per un tempo decente", ha dichiarato l'ufficio al South China Morning Post. Il governo di Hong Kong ha già chiesto risposte agli organizzatori, Tatler Asia, che avrebbe pagato all'Inter Miami "quasi 7 milioni di dollari" per far visitare la città al club.

Il sospetto esposto da alcune fonti cinesi è che la differenza di comportamento di Messi sia stata motivata da considerazioni politiche. Lau Siu-kai, consulente del think tank semi-ufficiale Chinese Association of Hong Kong and Macau Studies, ha paventato la possibilità che il calciatore non fosse intenzionato a non irritare gli Stati Uniti e quindi avesse evitato alcuni ufficiali a causa delle sanzioni imposte da Washington ad alcuni funzionari, a partire dallo stesso capo dell'esecutivo locale John Lee.

Viene fatto peraltro notare che anche l'attaccante uruguaiano Luis Suarez, già compagno di Messi ai tempi del Barcellona, non è sceso in campo a Hong Kong ma ha invece giocato regolarmente a Tokyo. Alcune teorie del complotto sono alimentate dai rapporti attuali non certo idilliaci tra Cina e Stati Uniti, nonché dall'alleanza tra Giappone e la stessa Washington. La vicenda riscia di avere riprercussioni non solo su Messi e l'Inter Miami, ma su tutto il calcio statunitense. 

Nel 2019, la National Basketball Association ha rischiato di perdere la sua posizione enormemente lucrativa in Cina dopo che il direttore generale degli Houston Rockets aveva espresso il suo sostegno ai manifestanti di Hong Kong aveva causato l'oscuramento di alcune partite. Ora rischia di scoppiare il pallone, una delle grandi delusioni del presidente Xi Jinping che sin qui non è riuscito a favorire passi avanti nello scenario calcistico cinese.

La nazionale è stata eliminata al primo turno della Coppa d'Asia in svolgimento in Qatar, peggiorando le prestazioni delle ultime edizioni. E i campioni stranieri vanno in Arabia Saudita, non più nel paese asiatico. Resta Suning, in corsa per vincere il ventesimo scudetto dell'Inter in Italia. Anche se il debito con Oaktree resta un macigno di cui sarà difficile liberarsi.






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