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Esteri
Nagorno-Karabakh, firmato l'accordo di pace: l'Armenia cede all'Azerbaigian
Nikol Pashinyan

L'Armenia ha firmato il cessate il fuoco con l'Azerbaigian

Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha dichiarato di aver firmato un "doloroso" accordo con i presidenti di Azerbaigian e Russia per porre fine alla guerra in Nagorno-Karabakh. La sua dichiarazione è arrivata poche ore dopo la conferma che la città chiave di Shusha (conosciuta come Shushi in Armenia) era stata presa dalle forze azere.

In un post su Facebook, Pashinyan ha detto che l'accordo entrerà in vigore dalle 01.00 di martedì (21:00 GMT di lunedì), ponendo fine a sei settimane di feroci combattimenti che hanno causato la morte di centinaia di persone. Descrivendo la mossa come "indicibilmente dolorosa per me personalmente e per il nostro popolo", Pashinyan ha detto di aver preso la decisione come risultato di "un'analisi approfondita della situazione militare" che ha visto la forza azera avanzare, spiegando che l'accordo è "la migliore soluzione possibile alla situazione attuale". Come conseguenza di queste dichiarazioni, una folla infuriata col premier, già finito nel mirino in patria per le sconfitte sul terreno, ha assaltato la sede del governo armeno.

Armenia, scontri nella capitale

Nella notte una folla infuriata ha assaltato la sede del governo e del Parlamento armeno. Poco dopo che il premier, Nikol Pashynian, aveva annunciato di aver firmato un accordo "doloroso" con l'Azerbaigian per mettere fine al conflitto in Nagorno-Karabakh, gli armeni sono scesi in piazza e hanno cominciato a rivendicare a gran voce di non consegnare l'enclave a Baku.

"Pashynian traditore" o "Non cederemo l'Artsakh", il nome armeno del Nagorno-Karabakh, gridava una folla inferocita a Piazza della Repubblica a Erevan. I manifestanti sono riusciti entrare nel quartier generale del governo, persino a introfularsi nell'ufficio di Pashynian; ma anche in Parlamento per chiedere che il primo ministro li incontrasse.

Alcuni armeni si sono avvicinati alle residenze dove vivono Pashynian e la sua famiglia, scontrandosi con la polizia. Il presidente dell'Assemblea, Ararat Mirzoyann, è stato violentemente tirato fuori dalla sua auto e picchiato, e ha dovuto ricorrere a cure ospedaliere. Secondo una deputata,  Naira Zhorabián, l'opposizione parlamentare, in particolare "Armenia prospera", intende convocare una sessione straordinaria per costringere Pashynian ad annullare l'accordo. Intanto il leader armeno, al potere dal 2018, ha assicurato di non aver lasciato il Paese e di continuare a "fare il suo lavoro di primo ministro della Repubblica di Armenia". Da parte sua, il presidente armeno, Serzh Sargsian, ha annunciato che avvierà consultazioni politiche per concordare decisioni a tutela degli interessi nazionali.

Nagorno-Karabakh: Baku, "L'accordo di pace è una capitolazione Armenia"

L'Azerbaigian ha definito il cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh una "capitolazione" dell'Armenia. Con una dichiarazione destinata a infiammare ancora di più gli animi nell'Armenia già teatro delle proteste per l'accordo sottoscritto dal premier, Nikol Pashynian, il presidente azero Ilham Aliyev ha affermato che il nemico è stato "costretto a firmare questo documento". "Questa è essenzialmente una capitolazione" ha aggiunto, definendo l'accordo di "importanza storica". Ha aggiunto di aver dato all'Armenia un breve lasso di tempo per ritirare le truppe dal Nagorno-Karabakh e che la Russia e l'alleato dell'Azerbaigian, la Turchia, saranno coinvolti nell'attuazione del cessate il fuoco.

Turchia: "Noi garanti, avanti il dialogo con Mosca"

La Turchia intanto si è detta soddisfatta dall'accordo di cessato il fuoco per mettere fine ai combattimenti in Nagorno-Karabakh e rileva i "significativi guadagni" territoriali garantiti al suo alleato l'Azerbaijan, guadagni definiti "sacrosanti". Il commento è stato fatto dal ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, su Twitter.

La Turchia si pone uno dei garanti del rispetto del cessate il fuoco: a dichiararlo è il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, in una conferenza stampa che ha avuto luogo pochi minuti dopo una telefonata con il collega russo, Sergej Lavrov. "Continuiamo a dialogare con Mosca per stabilire le modalità con cui garantiremo il rispetto del cessate il fuoco. L'accordo raggiunto rappresenta un successo per l'Azerbaigian che controlla le aree che circondano il Karabakh", ha aggiunto Cavusoglu.    

La Russia schiera truppe di peacekeeping

All'alba, la Russia ha schierato truppe di peacekeeping nell'enclave del Nagorno-Karabakh: una mossa che rientra nell'accordo di cessate il fuoco annunciato nella notte dopo sei settimane di sanguinoso conflitto.    L'accordo - che, secondo il presidente russo Vladimir Putin, dovrebbe spianare la strada a una soluzione politica duratura del conflitto - è stato annunciato prima dal premier armeno, Nikol Pashinyan, e poi dal Cremlino e il presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev. Ma nella notte ci sono state violente proteste popolari a Yerevan, proteste che sembrano indicare che l'accordo segna una sconfitta per l'Armenia e vantaggi territoriali per l'Azerbaigian. Da definire il ruolo delle truppe turche, che saranno schierate sul territorio, come già preannunciato dal presidente azero Ilham Aliyev e confermato da Cavusoglu.

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