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Esteri
Regeni, Di Maio sulle armi all'Egitto: "La vendita delle fregate non conclusa"

 

"E' bene precisare che la procedura autorizzativa citata per la conclusione delle trattative per le fregate Fremm Fincantieri e' tutt'ora in corso". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rispondendo a un'interrogazione in Parlamento sulla vendite delle due navi militari all'Egitto. "Il tema delle vendite di armamenti all'Egitto va affrontato a mio parere tenendo presente due ordini di valutazione entrambi importanti: le regole e la sensibilita' politica", ha spiegato Di Maio che ha sottolineato che il Governo "esamina caso per caso le richieste delle imprese italiane a trattative contrattuali di fornitura e poi all'esportazione". "Oltre alla normativa nazionale si guarda naturale alla deliberazione dell'Unione europea in materia di rapporti con l'Egitto. Il governo valuta la specifica natura dei materiali, il destinatario, l'utilizzatore e la loro possibile destinazione d'uso. Il controllo viene effettuato anche attraverso il contributo di pareri tecnico-militari. Il rilascio delle autorizzazioni e' subordinato all'applicazione rigorosa di questi criteri. Viene inoltre verificata l'inesistenza di impedimenti sia per quanto riguarda le aziende coinvolte sia con riferimento alle eventuali dichiarazioni di embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte di Onu, Ue e Osce", ha affermato il capo della Farnesina. "Oltre al vaglio di natura giuridico-tenica, il governo ha ritenuto ovviamente di svolgere una valutazione politica che e' in corso al livello di delegazioni di livello di governo sotto la guida del presidente del Consiglio", ha precisato Di Maio. "Vorrei peraltro sottolineare in questa sede come l'Egitto resti uno degli interlocutori fondamentali nel quadrante mediterraneo nell'ambito di importanti dossier come il conflitto in Libia, la lotta al terrorismo e ai traffici illeciti nonche' la gestione dei flussi migratori e la cooperazione in campo energetico", ha affermato Di Maio.


Caso Regeni, Pisapia duro: "Governo ha barattato gli affari con il silenzio"

"Mi auguro non si tratti di affari in cambio del silenzio sul caso Regeni, ma temo di sì". Giuliano Pisapia, europarlamentare eletto come indipendente nelle liste del Pd, avvocato, vice presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento Ue, lancia l'accusa sulla vendita delle due fregate  all'Egitto di Al Sisi. E attacca: "I 5Stelle sono spaccati tra la realpolitik di Crimi e la coraggiosa posizione del presidente della Camera, Roberto Fico". Lo stesso che su Facebook attacca: "Con la vendita di 2 fregate Fremm al dittatore Al Sisi siamo di fronte al'ennesimo errore e all'ennesima occasione persa - scrive -. Gli italiani sono stanchi delle innumerevoli promesse non rispettate dalle autorità egiziane. Vale per Giulio Regeni, vale per Zaki". "È comprensibile - conclude - lo sdegno della famiglia Regeni quando dice di sentirsi tradita dal governo italiano". 

La critica di M5S e Pd: "Un errore la vendita delle fregate all'Egitto"

La possibile vendita all'Egitto di due fregate militari scatena la reazione della maggioranza. Il Partito democratico chiede a Palazzo Chigi chiarimenti sui rapporti diplomatici che legano l'Italia al Paese governato da al-Sisi, mentre il Movimento 5 stelle auspica un ripensamento su un "fatto grave". Una vicenda che si intreccia con le indagini sul delitto di Giulio Regeni e con il caso di Patrick Zaki, lo studente egiziano iscritto all'università di Bologna detenuto da ormai quattro mesi. L'ufficio di presidenza della commissione parlamentare d'inchiesta sull'omicidio Regeni, oggi si è riunito in via straordinaria e ha deciso all'unanimità di convocare urgentemente per un'audizione il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un appuntamento che - afferma il presidente della commissione Erasmo Palazzotto - viene considerato "preliminare, sotto il profilo politico ed istituzionale, al proseguimento di ogni altra attivita' di indagine". La deputata dem Barbara Pollastrini esprime "profonda amarezza" e considera la cessione delle due imbarcazioni come "una ferita": "Patrick Zacki - ricorda - è ancora detenuto nelle carceri e così tanti oppositori al dittatore. Da quattro anni al-Sisi boicotta le indagini sull'omicidio di Giulio Regeni. Promesse e impegni delle istituzioni sembrano scritte sulla sabbia. Non possiamo tacere".

Magi (+Europa): Un errore politico che guarda al portafogli solo

Lia Quartapelle, capogruppo del Pd in commissione Esteri alla Camera, inoltre, avvisa: "La vendita delle due fregate porta con sé grossi rischi. Non solo gli sforzi internazionali dovrebbero andare verso la de-escalation militare nella regione, ma l'Egitto non é un nostro alleato: nel Mediterraneo abbiamo interessi diversi, con gli egiziani che fanno parte di un'asse regionale reazionaria e che in Libia sostengono il governo di Haftar, mentre l'Italia quello internazionalmente riconosciuto di Serraj". A questo quadro, afferma ancora - "si aggiunge la mancanza di collaborazione da parte egiziana sia sulla vicenda di Giulio Regeni che quella di Patrick Zaky, a testimonianza di una scarsa attenzione verso le richieste italiane. È quindi sia una questione di interesse nazionale che di prestigio della nostra nazione: per farci rispettare ed avere giustizia, avremmo dovuto dire di no". Gianluca Ferrara, capogruppo del Movimento 5 Stelle nella Commissione Affari Esteri del Senato, bolla la vicenda come "un fatto grave". "A nome del Movimento 5 Stelle, auspico ci sia quanto prima un ripensamento. Sono persuaso che, data la tragica vicenda del nostro concittadino Regeni, non si antepongano certi interessi alla ricerca della verita'. L'Egitto è un nostro partner strategico nel Mediterraneo e vogliamo rimanga tale: per questo è necessario risolvere una volta per tutte questa vicenda, per normalizzare i nostri rapporti", afferma. Sulla questione interviene anche +Europa con Riccardo Magi. "È un errore politico che guarda solo ed esclusivamente al portafogli. Un atto precipitoso che, a giudicare dalle prese di distanza di alcuni esponenti della maggioranza, non si capisce come sia potuto essere stato autorizzato. Prendere accordi economici con un paese che da anni ci nasconde la verità su quanto accaduto a Regeni e sulla sorte di Zaki - sottolinea - è un atto grave che offende la memoria del giovane ricercatore italiano torturato e ucciso e non favorisce la ricerca della verita'".

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