Ucraina, in Ue spese militari record in crescita del 25%. Ma Camporini avverte: "Numeri boom, ma efficienza zero" - Affaritaliani.it

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Ucraina, in Ue spese militari record in crescita del 25%. Ma Camporini avverte: "Numeri boom, ma efficienza zero"

Il caso Italia, l'esperto: “Il 72% del bilancio della Difesa va in stipendi. Poche esercitazioni e magazzini vuoti”

Spese militari ed Europa, intervista al generale Camporini 

Finché c'è guerra c'è speranza, almeno per chi fabbrica armi. E a dirlo è l'istituto svedese Sipri che ha analizzato la corsa alle armi del pianeta. E, in attesa del Rearm Europe, i numeri della spesa militare in Europa parlano chiaro: 362 mld nel 2014 divenuti 441 mld nel 2021 per divenire 693 lo scorso anno.

Tanto denaro ma eserciti poco efficienti, ne è convinto il generale, già capo di Stato Maggiore, Vincenzo Camporini che, di fronte ai dati sulla spesa del Sipri sorride.  "Tanto per cominciare il Sipri ha un brutto vizio di badare alle cifre e cioè a quanto si spende. Numeri che non possono essere confrontati col potere d'acquisto dei Paesi. Facciamo un esempio: ciò che compro con 1 euro in Europa non è ciò che posso comprare con il controvalore in Cina. Ma il vero nodo non è quanto si spende, ma come si spende”.

Lei generale sostiene quindi che in Europa spendiamo male il denaro?

“Sì, perché è una spesa frammentata e gravata dalle organizzazioni che hanno un costo anche in termini di personale e spese di gestione e funzionamento, con una serie di Stati Maggiori quando ce ne potrebbe essere uno solo. Da questo punto di vista dobbiamo essere prudenti e tener conto che necessariamente bisogna puntare a una spesa più efficiente che adesso manca per una sovrabbondanza di capacità industriali diverse. Ogni singolo paese cerca di costruirsi il suo mezzo, col risultato che non siamo capaci di usare economie di scala. Ancora un esempio: acquistiamo poche decine di esemplari per 18 blindati diversi. Ciascuno ha il suo, immaginate se ne facessimo una serie unica. Il caso eclatante è l'Eurofighter che è una macchina meravigliosa, pagata 120 mln a pezzo. Oggi gli F35 costruiti in migliaia di esemplari, costa 85 mln, quindi un risparmio del 30-35%”.

Quindi lei sostiene che un esercito comune avrebbe subito un'efficienza nel bilancio?

“È una storia vecchia. Già nel 2002 l'Europa spendeva il 50% degli Stati Uniti ma aveva una capacità operativa del 15% rispetto agli americani. Nei bilanci della Difesa ci sono 3 voci principali: stipendi, ammodernamento e sostentamento che comprende logistica e addestramento. Le poste “ideali” sono 50% per il personale, cioè gli stipendi, 25% per ammodernamento e 25% per logistica. In Italia spendiamo il 72% per il personale, il 18% per l'ammodernamento e quel che avanza per il resto. Il risultato è che la gente si addestra di meno e che ci mancano pezzi di ricambio e scorte. Sia chiaro: abbiamo i magazzini vuoti perché quel poco che avevamo l'abbiamo dato all'Ucraina”.

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