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Esteri
Pelosi, la Trump di sinistra che incendia l'Asia: dopo Taiwan accende la Corea

Il tour kamikaze (per gli altri) di Pelosi in Asia

La chiamano la "Trump di sinistra". Imprevedibile, irascibile e con un grande ego. Nancy Pelosi dà fede al suo soprannome con un tour asiatico che sta creando soprattutto problemi e rischi. Prima la visita criticatissima a Taiwan, ora il passaggio in Corea del Sud con possibile visita al confine nella zona demilitarizzata. Con la Corea del Nord che di recente ha minacciato un nuovo test nucleare che potrebbe vedere il suo arrivo come una ulteriore provocazione. 

Partiamo da Taipei. Vero che molti cittadini sono stati felici della sua visita, ma c'è anche chi l'ha percepita come inutilmente rischiosa. In tanti plaudono alla visita della Pelosi e la popolazione considera benvenuto il sostegno degli Usa nel confronto con la Cina, ma cominciano a levarsi voci critiche per i rischi di escalation che ciò ha determinato.

Secondo il China Daily "molti taiwanesi non apprezzano il viaggio della Pelosi che crea problemi", e "sanno che lo ha fatto per fare un gesto forte contro la Cina e compiacere così i suoi finanziatori, e suonare la grancassa a casa per raccogliere il sostegno degli elettori per il Partito democratico nelle prossime elezioni di midterm". 

Pur non essendo in ansia per le reazioni immediate della Cina, molto vistose ma che non si ritiene possano portare a un'invasione, i taiwanesi riservano qualche critica a Pelosi: "Ma perché è venuta proprio adesso?" chiede un giovane studente di relazioni internazionali. "Col Congresso cinese si sapeva che sarebbe stato un momento difficile con Xi Jinping costretto a reagire con durezza", aggiunge.

A destare perplessità anche l'agenda molto forte e focalizzata sui diritti umani, alimentando quella scelta tra bianco e nero che a Taiwan (patria del grigio a partire dalla complicatissima definizione del paese/territorio) forse non aiuta particolarmente. Per diversi americani di Taiwan, che hanno trascorso una vita a confrontarsi con lo strano status geopolitico dell'isola, il tenore iperbolico del dibattito sulla visita di Pelosi è indicativo di quanto poco la maggior parte degli americani conosca o si preoccupi del popolo di Taiwan.

"Le persone arrivano con una conoscenza di base minima o nulla e spesso con un atteggiamento iperbolico e di paura. E poi sento molti dei miei collaboratori a Taiwan che hanno un approccio estremamente diverso alla situazione", dice una trentenne. E ora le esercitazioni militari non saranno una vera e propria crisi sullo stretto come quella del 95-96, ma aprono la possibilità a Xi di conquistarsi nuovi spazi.

Dopo Taiwan Pelosi incendia anche la Corea

Dopo Taiwan Pelosi è andata in Corea del Sud. Insieme al presidente del Parlamento di Seul, ha firmato una dichiarazione per la denuclearizzazione della Corea del Nord. Inoltre è prevista la visita della Speaker americana nella zona demilitarizzata Dmz che divide le due Coree, recandosi nel villaggio di Panmumjom dove nel 2019 Donald Trump incontrà Kim Jong Un. Nella dichiarazione Pelosi e Kim esprimono "preoccupazione" per "l'aumento del livello di minaccia da parte della Corea del Nord".

Confermando la politica di Washington e Seul nei confronti di Pyongyang, nella dichiarazione si ribadisce che gli sforzi per denuclearizzare il Nord e per ottenere la pace attraverso la cooperazione e il dialogo sono basati su "una potente ed estesa deterrenza contro la Corea del Nord". Un modo con cui gli Stati Uniti fanno riferimento ad un'ampia gamma di risorse militari per difendere Seul.

Questo a distanza di pochi giorni da quando il leader nordcoreano ha avvisato: "Le nostre forze armate sono perfettamente preparate a rispondere a qualsiasi crisi, e anche il deterrente bellico nucleare della nostra nazione è pronto a mobilitare la sua forza". L’avvertimento è arrivato durante il discorso per il 69esimo anniversario dell’armistizio della guerra di Corea, anche se tecnicamente le due Coree restano in guerra ancora oggi. "Il regime sudcoreano sta progettando tattiche per affrontarci militarmente", ha detto Kim. "Questi tentativi verranno immediatamente puniti e il regime di Seul e il suo esercito saranno eliminati». Accuse anche agli «imperialisti Usa", che spingono la Corea del Sud a "un confronto suicida".

Il viaggio di Pelosi rischia di incendiare l'Asia.

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