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Esteri
Trade war: la cronologia della guerra commerciale tra Usa e Cina

MARZO 2018 - Donald Trump annuncia ulteriori dazi doganali del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% sull'alluminio per ridurre il deficit commerciale americano. Il 22 marzo il presidente Usa dichiara aperta una guerra commerciale contro Pechino, denunciando "l'aggressione economica della Cina" e minacciando dazi punitivi su 60 miliardi di dollari di import.

6 LUGLIO 2018 - Washington impone dazi doganali rafforzati del 25% su 34 miliardi di dollari di importazioni di merci cinesi, quindi su altri 16 miliardi il 23 agosto. Il 24 settembre, l'amministrazione Trump annuncia tariffe aggiuntive del 10% su 200 miliardi di dollari importazioni dalla Cina. Ogni volta, Pechino risponde. Il braccio di ferro s'intensifica.

1 DICEMBRE 2018 - Le due superpotenze economiche dichiarano una tregua di 90 giorni e rimandano i loro piani per tasse aggiuntive. Pechino promette di acquistare una notevole quantità di prodotti americani.

10 MAGGIO 2019 - Sostenendo che la Cina non ha mantenuto i suoi impegni proprio quando stava per essere siglato un accordo, Washington aumenta dal 10 al 25% le tasse sui 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi. La guerra commerciale si estende sul campo della tecnologia a metà maggio, colpendo il colosso cinese delle Tlc Huawei, accusato di legami troppo stretti con il regime. Ai primi di giugno, Pechino aumenta le tasse su 60 miliardi di dollari di importazioni statunitensi e pianifica una lista nera di società straniere "inaffidabili".

AGOSTO 2019 - Il primo agosto Trump accusa Pechino di non aver acquistato prodotti agricoli Usa e di fermare la vendita dell'oppioide fentanil, e annuncia tariffe del 10% su altri 300 miliardi di merci cinesi a partire dal 1 settembre. La decisione significa che praticamente tutti i 660 miliardi di dollari di scambi annuali tra le due maggiori economie del mondo saranno soggetti a Dazi. Pechino minaccia contromisure e rafforza i suoi dazi doganali su tutte le importazioni dagli Stati Uniti. Sempre a inizio agosto Washington accusa formalmente Pechino di lasciare scendere lo yuan sotto le 7,0 unità rispetto al dollaro per la prima volta in 11 anni per sostenere le sue esportazioni. Il 23, la Cina annuncia ritorsioni per 75 miliardi di dollari su prodotti e auto americani. All'inizio di settembre, la Cina presenta una denuncia al Wto.

13 DICEMBRE 2019 - I due Paesi annunciano un accordo commerciale preliminare. Pechino si impegna a importare circa 200 miliardi di dollari in ulteriori prodotti americani nei prossimi due anni.

13 GENNAIO 2020 - Quando mancano due giorni alla firma dell'accordo preliminare (cosiddetto di Fase 1), gli Stati Uniti tolgono la Cina dalla black list dei Paesi che manipolano la propria valuta. Il 14 gennaio fanno sapere che "non c'è alcun accordo" per un'ulteriore riduzione dei Dazi Usa già in atto al momento della firma.

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