Ucraina e il vertice con Trump, un summit senza svolta: dal cessate il fuoco alle terre contese. Ecco tutti i nodi che impediscono la fine della guerra - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 18:20

Ucraina e il vertice con Trump, un summit senza svolta: dal cessate il fuoco alle terre contese. Ecco tutti i nodi che impediscono la fine della guerra

Il vertice alla Casa Bianca rilancia il dibattito sulla guerra in Ucraina, ma le divisioni tra Kiev, Mosca, Trump ed europei restano profonde

di Redazione Esteri

Guerra in Ucraina, gli ostacoli che frenano la svolta: dal cessate il fuoco alle garanzie per Kiev, tutti i nodi ancora irrisolti

La sensazione è che qualcosa si stia muovendo. Dopo mesi di stallo, il vertice alla Casa Bianca ha rimesso la guerra in Ucraina al centro dell’agenda internazionale, riportando però in primo piano domande che restano ancora senza una risposta. Le posizioni in campo restano distanti, ma il confronto tra Trump, Zelensky e i leader europei ha mostrato che la partita non è affatto chiusa.

Tregua subito o guerra ancora?

Zelensky, sostenuto dagli europei, vorrebbe un cessate il fuoco immediato. Emmanuel Macron e Friedrich Merz lo hanno detto chiaramente nel corso del vertice della Casa Bianca, sostenendo che fare tacere le armi dovrebbe essere il primo passo prima di avviare un vero e proprio negoziato. Di diverso avviso Donald Trump che, sposando la linea del Cremlino, ha affermato che le trattative possono andare avanti anche mentre in Ucraina si combatte. 'Si può negoziare anche sotto le bombe', aveva detto giorni fa l'ex presidente russo, Dmitri Medvedev. *

Le terre da contendere

Le posizioni di Mosca e Kiev restano cristallizzate. Putin (oltre al riconoscimento definitivo della Crimea alla Russia) vuole tutto il Donbass, con il ritiro dei militari ucraini dalle regioni sud-orientali di Donetsk e di Lugansk in parte occupate dai russi. Vuole poi congelare la situazione al fronte nelle altre due oblast ucraine parzialmente occupate: quelle meridionali di Kherson e Zaporizhzhia. Zelensky tiene il punto: 'Nessun regalo all'invasore". E mostrando a Trump una mappa delle aree contese, ha spiegato l'impossibilità di Kiev di cedere il Donbass, dove si trova quella linea estrema di difesa ucraina che, se lasciata a Mosca, potrà aprire la strada a future invasioni russe. *

Le garanzie per Kiev

Tante le ipotesi. Dall'articolo 5 in stile Nato (ma fuori dalla Nato), a uno scudo di difesa aerea, al rafforzamento dell'arsenale e dell'esercito ucraino. Tutte soluzioni che in un modo o nell'altro vengono osteggiate o guardate con grande diffidenza dal Cremlino e che, in parte, dividono anche gli occidentali. 

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Soldati sul campo?

Per proteggere Kiev alcune capitali europee - Parigi, Londra e Berlino in primis - vorrebbero l'invio di militari in Ucraina, sotto forma di forze di interposizione. Da parte di Putin c'è il veto assoluto a truppe di Paesi della Nato. Trump ha assicurato che non invierà mai soldati Usa. La presenza militare potrebbe prendere la forma di una cospicua forza di peacekeeping (per integrare l'esercito ucraino), o quella di una forza 'tripwire' (molto più piccola ma che potrebbe funzionare da deterrente), o ancora quella di una forza di osservazione con un centinaio di soldati che si limitano a vigilare su eventuali attacchi.