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Esteri
Ucraina, rapper russo suicida: "Basta guerra". Paura sul sottomarino nucleare

L'ammissione russa: "Ci siamo ritirati da Lyman"

Le truppe russe si sono ritirate dalla roccaforte filo-russa di Lyman, nella regione orientale ucraina di Donetsk, "verso posizioni più vantaggiose", per evitare di essere completamente circondate dall'esercito di Kiev. Lo ha ammesso il ministero della Difesa russo, aggiungendo che il nemico continua la sua offensiva nonostante abbia subito pesanti perdite nel tentativo di riconquistare nuovi territori nel Donbass. 

Dopo la riconquista di Lyman la bandiera ucraina "sarà dappertutto", promesso il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo messaggio video serale. "Questa settimana ci saranno altre bandiere ucraine nel Donbass. Ce ne saranno ancora di più tra una settimana", ha affermato Zelensky, "cos'è allora uno pseudoreferendum? Ci sono due regioni del Donetsk? Due villaggi di Yampil, nella regione di Donetsk? Ci sono due villaggi di Torske?". "Il movimento ucraino continuerà. La bandiera ucraina è già a Lyman, nella regione di Donetsk. I combattimenti lì proseguono ancora. Ma non c'è traccia di pseudo-referendum lì", ha detto ancora Zelensky, "è logico per l'Ucraina. E per il nemico ci saranno sempre più di questi "squilibri".

Leader ceceno Kadyrov, Mosca consideri uso armi nucleari a bassa intensità. Fa paura il supermissile Belgorod

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha esortato la Russia a prendere in considerazione l'utilizzo di un'arma nucleare a bassa intensità in Ucraina, dopo la notizia del ritiro delle truppe russe da Lyman. In un messaggio su Telegram in cui criticava i comandanti russi per aver abbandonato la citta' strategica nell'Est dell'Ucraina, Kadyrov, citato dalla Reuters, ha scritto: "Secondo me, dovrebbero essere prese misure piu' drastiche, fino alla dichiarazione della legge marziale nel zone di confine e l'uso di armi nucleari a basso rendimento". 

Nello stesso messaggio su Telegram con cui ha invitato il Cremlino a utilizzare armi nucleari tattiche in Ucraina, il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, si è scagliato contro il comandante del Distretto Militare Occidentale, Alexander Lapin, per il ritiro delle forze russe dalla cruciale città di Lyman e ha poi espresso una critica piu' generale ai vertici dell'esercito di Mosca, scelti, secondo Kadyrov, in base a logiche "nepotiste".

"Il nepotismo nell'esercito non porterà bene", ha scritto Kadyrov su Telegram, "nell'esercito e' necessario nominare persone di carattere forte, coraggiose, dotate di principi, che si preoccupano dei loro combattenti, che si strappano i denti per un loro soldato, che sanno che un subordinato non puo' essere lasciato senza aiuto e sostegno". "Non c'e' posto per il nepotismo nell'esercito, soprattutto in tempi difficili", aggiunge il leader ceceno, le cui forze sono state spesso schierate in prima linea nel Donbass.

Un rapper russo si è suicidato perché non voleva essere arruolato

Il rapper russo Ivan Petunin, noto col nome d'arte di Walkie, si è suicidato a Krasnodar per evitare l'arruolamento, nel quadro della mobilitazione parziale dei riservisti ordinata dal presidente Vladimir Putin. A riportare la notizia è il sito di informazione locale 93.ru, rilanciato da testate nazionali come Kommersant. 

Il corpo del musicista, 27 anni, è stato trovato vicino a un edificio di più piani in via Kongressnaya, a Krasnodar. Prima di togliersi la vita, aveva pubblicato un videomessaggio sul suo canale Telegram, che è stato successivamente cancellato. In esso, spiegava di aver deciso di compiere un passo del genere perché non era pronto a "uccidere per nessun tipo di ideale".  

Era sicuro che, prima o poi, sarebbe stato chiamato alle armi, nonostante avesse ricevuto una dispensa provvisoria dal servizio militare, per motivi di salute. Si stava sottoponendo a cure neuropsicologiche. 

Come spiega Repubblica, intanto, c'è grande timore per l'utilizzo di un'arma potenzialmente devastante da parte di Putin. "L’allarme nasce da un’informativa dell’intelligence Nato, trasmessa ai comandi alleati più importanti negli scorsi giorni. Una segnalazione che riguarda i movimenti del sottomarino nucleare Belgorod, diventato operativo a luglio. Ora è tornato a immergersi nei mari artici e si teme che la sua missione sia quella di testare per la prima volta in assoluto il super-siluro Poseidon, spesso definito “l’arma dell’Apocalisse".

Cme spiega Repubblica si tratta di "una testata nucleare che viaggia sotto le onde per diecimila chilometri e poi esplode in vicinanza della costa provocando uno tsunami radioattivo. L’onda contaminata può cancellare metropoli come New York o Los Angeles. Gli esperti spiegano che lo stesso effetto può venire ottenuto con i missili balistici intercontinentali, che esistono dagli anni Sessanta".

Erdogan punta i piedi sull'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato: "Da loro solo promesse"

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ribadito che il no della Turchia all'ingresso della Nato e Finlandia e Svezia è condizionato alla consegna dei terroristi di cui Ankara chiede l'estradizione. Un processo che Ankara segue "con attenzione estrema", come dichiarato oggi dal leader turco di fronte al Parlamento. "Seguiamo con estrema meticolosità il rispetto delle condizioni da parte di Svezia e Finlandia. Abbiamo mostrato la nostra posizione nella lotta al terrorismo nell'ultimo vertice Nato sull'allargamento e spiegato che non è negoziabile. Continueremo con decisione su questa strada per mantenere la parola data al nostro Paese", ha detto Erdogan.

Il presidente turco ha poi allargato lo sguardo agli sviluppi sul piano internazionale e dichiarato che la Turchia "non può permettersi il lusso di stare a guardare". "Il mondo sta entrando in un vortice pericoloso e la Turchia non può permettersi il lusso di rimanere a guardare i fatti che hanno luogo nell'area perché questi hanno ricadute dirette sul nostro Paese". 

Il riferimento del leader turco è al conflitto in Ucraina e gli sforzi diplomataici turchi per provare a imbastire un negoziato per il cessate il fuoco. Tentativo fallito, ma che non ha comunque impedito ad Erdogan di mediare per la costituzione del corridoio del grano e per uno scambio di prigionieri che ha riguardato più di 200 ostaggi russi e ucraini. Successi che hanno permesso a Erdogan di rilanciare su un possibile incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodimir Zelensky. Erdogan ha parlato al telefono lo scorso mercoledi' con Zelensky e il giorno dopo con Putin, con cui ha avuto 3 incontri negli ultimi 3 mesi.

"La diplomazia turca sta vivendo il momento di maggior successo. Produciamo iniziative mirate alla ricerca di soluzioni. Siamo ormai una forza diplomatica che risolve situazioni e problemi complicati. L'ultimo esempio è la crisi in Ucraina. Il nostro Paese ha assunto il ruolo di centro di pace e stabilità e utilizzato dialogo, mediazione e diplomazia al servizio della pace. Il successo nello scambio di prigionieri ha proiettato la diplomazia turca su un'altra dimensione", ha detto Erdogan.

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