Esteri
Ucraina, parla l'esperta: “Una pace da questi negoziati è una missione impossibile, tornati al 2022"
Parla Carolina De Stefano, docente Luiss e storica della Russia: “Le delegazioni sono quelle che hanno già fallito tre anni fa”


Ucraina, parla l'esperta: “Una pace da questi negoziati è una missione impossibile, tornati al 2022”
Erdogan punta ad entrare nella storia con la firma della pace durante i colloqui in Turchia ma al tavolo sono sedute delegazioni senza leader. La fine della guerra in Ucraina poche ore prima dell'inizio del negoziato, sembra una missione impossibile.
Carolina De Stefano, docente Luiss: "La Russia sul tavolo ha due versioni"
Ne è convinta anche l'esperta Carolina De Stefano, docente di Storia della Russia alla Luiss: “Lo è abbastanza. Ci sono due versioni russe: una è la proposta massimalista putiniana che include alcuni temi molto ambigui come la denazificazione, poi la versione su cui non è possibile dal punto di vista russo cedere come la neutralità Nato, quantomeno temporanea”.
Professoressa poche ore prima dell'avvio ufficiale dei negoziati già volano insulti da parte dell'Ucraina. Non è certo una partenza che lascia sperare?
“Sembra di tornare nel 2020 e sempre a Istanbul: c'è la stessa delegazione russa di tre anni fa, capeggiata dallo stesso Medinsky ed è un segnale che i russi non si spostano dal messaggio di Putin: “Vogliamo rimovere le ragioni del conflitto”.
Cosa accadrà da venerdì?
“A me sembra chiaro che le richieste non sono compatibili. Però sino all'arrivo di Trump non era comprensibile parlare di negoziati. Poi il nuove presidente ha smosso le cose, e ora è legittimo parlare di negoziati e pensare a un incontro Putin-Zelensky. Io sono ottimista, un accordo tra due leader è un qualcosa di cui si inizia a parlare, è un tentativo di negoziato. Altra questione invece è il contenuto dei negoziati con due delegazioni che propongono due cose diversissime: l'Ucraina, con dietro L'Europa, chiede il cessate il fuoco come precondizione; i russi invece non si vogliono sedere sino a quando non c'è un negoziato. E' molto simile a 10 anni fa agli accordi di Minsk”.
Questo incontro in Turchia nasconde un rituale preparatorio per i leader?
“Tradizionalmente i leader si incontrano quando c'è qualcosa da firmare non sono loro che discutono. Mettono in moto una macchina di tecnici e negoziatori e poi quando c'è un testo condiviso i due si vedono. In questo caso non è stato rispettato perché c'è una volontà da pare degli ucraini di dimostrarsi bravi”.
Professoressa, potrebbe accadere che si trovi un accordo con Trump che si intesterà la fine della guerra e Zelensky l'inizio della pace?
"Bisogna capire gli sviluppi sul campo. Dipende dalle forze esterne come Cina e poi, se la Russia dovesse sfondare le linee, l'Ucraina dovrebbe accettare di rinunciare i territori anche se temporaneamente. Se invece le carte dovessero sparigliarsi con un indebolimento del regime putiniano, le cose cambierebbero. In questo momenti vedo molta rigidità”.