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Esteri
Usa, Biden tende la mano agli ayatollah. "Strategia con l'Iran? Negoziare"

La nomina di Robert Malley inviato speciale statunitense in Iran segnala l'intenzione di tornare al tavolo con Teheran per impedirgli di ottenere l'atomica, dopo quattro anni "massima pressione" perseguita da Donald Trump con l'isolamento diplomatico e le sanzioni. Malley, attuale capo del think tank di orientamento progressista International Crisis Group, ha giocato un ruolo chiave nell'accordo sul nucleare iraniano del 2015, cosi' come l'attuale segretario di Stato americano Tony Blinken e il consigliere per la sicurezza nazionale Jeke Sullivan. La nomina di Malley ha sollevato l'ira dei repubblicani, contrari a riaprire le trattative con Teheran e critici sull'intesa siglata dall'amministrazione di Barack Obama dalla quale gli Stati Uniti sono usciti nel 2018. Ma la nomina dell'inviato speciale non prevede la conferma del Senato.

Blinken "sta costruendo un team dedicato, scegliendo esperti con diversi punti di vista. A guidare questa nostra squadra come inviato speciale in Iran sara' Rob Malley che vanta un'esperienza comprovata di successo nel negoziare restrizioni al programma nucleare iraniano. Il segretario ha fiducia nel fatto che potra' farlo di nuovo", commentano dal dipartimento di Stato. "Dal nostro punto di vista, e' una priorita' cruciale affrontare quella che e' una escalation della crisi nucleare mentre l'Iran si avvicina ad avere sufficiente uranio arricchito per un'arma", conferma Sullivan, durante un incontro organizzato dall'Institute of Peace, al quale ha partecipato anche il predecessore Robert O'Brian.

Quanto l'Iran sia intenzionata a tornare al tavolo dei negoziati e' da vedere. Oggi Teheran ha ribadito di non averne alcuna intenzione, a meno che non vengano ritirate le sanzioni economiche. Da gennaio l'Iran e' tornata ad arricchire l'uranio al 20% e alcuni osservatori giudicano questa mossa una leva da far valere nei futuri negoziati con l'amministrazione Biden. Blinken ha anticipato che le strada verso l'eliminazione delle sanzioni e' ancora lunga perche' Teheran ha violato i termini dell'intesa del 2015. "Siamo ancora lontani da quel punto - ha ammonito il capo della diplomazia statunitense durante la sua prima conferenza stampa a Foggy Bottom - l'Iran e' fuori regola su diversi fronti. Ci vorra' del tempo". Anche la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha reclamato il rispetto dei termini dell'accordo nucleare prima che Biden possa tornare a parlare con il presidente iraniano Hassan Rouhani, segnalando che non e' ancora stata fissata un'agenda per i negoziati. Rouhani era al timone nel 2015 e il mandato presidenziale ha un limite di 8 anni. Il prossimo giugno ci sara' l'elezione di un nuovo presidente in Iran e non e' escluso che possa prevalere una voce dalla linea ancora piu' dura.

Malley, in un editoriale su Foreign Policy, lo scorso dicembre aveva criticato le politiche dell'amministrazione Trump sull'Iran con l'uscita dall'intesa nucleare e imponendo sanzioni che hanno devastato l'economia del paese. Gli Stati Uniti e l'Iran "dovranno concordare una serie di passi tra l'allentamento delle sanzioni e le restrizioni sul nucleare, oltre che su quali sanzioni eliminare", ha scritto Malley segnalando come le elezioni del prossimo giugno offrano agli Stati Uniti una finestra molto limitata per il negoziato. Ma se anche ritornassero al tavolo, la sfida principale e' rappresentata "dalle tensioni nella regione che potrebbero mettere a rischio l'intesa e scatenare un conflitto. I governi europei stanno valutando la possibilita' di sollecitare l'Iran e gli Stati del Golfo Arabo ad avviare un dialogo che possa contenere le tensioni e prevenire lo scoppio, inavvertitamente, di una guerra: l'amministrazione Biden potrebbe mettere tutta la sua forza diplomatica in questo impegno", ha osservato Malley anticipando il suo piano di lavoro.

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