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Esteri
Usa, l’anno delle statue distrutte ma la storia non è cancellabile
(fonte Lapresse)

2020 l’anno della demolizione delle statue negli Stati Uniti e non solo. Persino Cristoforo Colombo è stato ribaltato. Medesima sorte è occorsa a molti monumenti di leader confederati. A Portland, ad esempio, sono letteralmente caduti dal piedistallo padri fondatori del paese come Thomas Jefferson, George Washington e Theodore Roosevelt.   

Le proteste nate dalla violenta morte per mano della polizia di Minneapolis dell’afromericano George Floyd  hanno portato anche a diversi attacchi contro monumenti legati ad un passato di schiavitù e colonialismo.

Il movimento si è allargato anche in Europa , nel Regno Unito e Belgio in particolare.

In questi eventi sorge spontanea la domanda : quale è il limite di accettabilità su questa volontà di cancellare la storia e il passato?

David Blight, professore di storia all’Univessità di Yale  e Premio Pulitzer nel 2019 ha al riguardo alcune opinioni. 

Come storico come osserva questo dibattito contro i monumenti? 

‘Queste proteste sono state così diffuse che  molta gente negli Stati Uniti ha deciso che i simboli del passato rappresentano la schiavitù e il razzismo e devono essere cancellati. E’ un dibattito però che va avanti da cinque anni ed è cominciato con il massacro di nove afroamericani nella chiesa di Charleston nel 2015. Fu a ragione di questo massacro che la Carolina del Sud abbassò ufficialmente la bandiera confederata. E nel 2017 ci fu a Charlotteville in Virginia la marcia dei suprematisti bianchi per evitare la distruzione della statua di Robert Lee. Un conflitto aperto già in quegli anni , ma mai così violento come si è visto in questi giorni’.

Ma si puo’ ripulire la storia?

‘Certo che no. Non sono a favore di preservare i monumenti confederati del passato ma non possiamo nemmeno pensare di purificare la storia e nemmeno la memoria pubblica.La nostra storia, come quella di tutti, è piena di tragedie e buoni finali. Possiamo distruggere tutti i monumenti del mondo però questo non cambia tutto quello che successe all’epoca. Siamo obbligati ad apprendere dal passato. Però normalmente quando cadono i regimi i simboli cadono insieme a loro’.

Coloro che vogliono distruggere questi monumenti dicono che furono creati per dare un’immagine di supremazia bianca e adesso rappresentano simboli di razzismo e colonialismo ed è per questo che devono essere eliminati. Che ne pensa? 

‘Da una parte intendo l’argomento ma dall’altro questo concetto evita totalmente la comprensione delle persone che lo crearono.Certo la maggioranza della gente di colore dell’epoca non sarebbe stata concorde con l’immagine dello schiavo in ginocchio. Ma nel XIX secolo questa immagine era il simbolo più conosciuto dell’abolizione della schiavitù. Tutto viene da un contesto che non si puo’ dimenticare. Le statue furono create per stare all’aperto e se anche la simbologia ci offende oggi occorre mantenerla per il rispetto di chi l'ha creata.

Alcune statue, come ad esempio quale di George Washington e Thomas Jefferson, rappresentano uomini che erano proprietari di schiavi. Dovrebbero essere eliminate?

‘Molto difficile dare una risposta. Furono persone che fondarono il Paese e il Governo che uscì dalla rivoluzione , però erano schiavisti e della Virginia e questo non si puo’ dimenticare.Però erano uomini e attraverso il loro coraggio e l’esperienza di pensiero lottarono per creare la repubblica americana e soprattutto cambiare la costituzione che fino ad allora era stata complice della schiavitù. Senza di loro non ci sarebbero esistiti gli Stati Uniti.

E per quanto riguarda le tante statue di Cristoforo Colombo?

‘Ovviamente il simbolo di Colombo è associato agli indigeni e alla conquista delle loro terre.E’ possibile che si sia esagerato nel culto dell’esploratore che però è sempre stato legato agli italoamericani che in esso vedevano la loro affermazione in America alla fine del xix secolo e il xx. Per loro Colombo era solo simbolo di questo e non di oppressione di indigeni’.

E quindi cosi si dovrebbe fare?

‘Probabilmente creare altre statue e monumenti che possano affiancare tutti questi dando l’immagine nuova di quello che significa ora libertà e abolizione della schiavitù’ e del proibizionismo, come è giusto che sia in un Paese dove impera la democrazia’.

 

 

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