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Imprese, lo studio di Fondazione Fiera Milano: Pil -10,8% nel 2020
Forum Ambrosetti

Imprese, lo studio di Fondazione Fiera Milano: Pil -10,8% nel 2020

Il modello di stima del Pil elaborato da The European House - Ambrosetti prevede una contrazione pari a -10,8% per l'anno 2020, con una forbice previsionale tra -7,8% e -13,8%. Per il settore manifatturiero l'impatto stimato per l'anno 2020 e' pari a -21,4%. E' quanto emerge dallo studio strategico sul futuro dell'industria italiana predisposto da The European House - Ambrosetti per Fondazione Fiera Milano e presentato durante una conferenza stampa al Forum Ambrosetti a Cernobbio. La situazione di crisi attuale legata all'emergenza sanitaria da Covid-19 rappresenta uno di quegli eventi rari e non previsti che "esercitano un impatto drammatico - e' evidenziato - di tipo sistemico e senza precedenti, che ha sconvolto profondamente l'Italia, l'Europa e il resto del mondo, mettendo a dura prova i sistemi sanitari e previdenziali, la societa', l'economia e il modo di vivere e lavorare insieme". "Si tratta del primo shock esogeno, dopo la crisi petrolifera del 1979, che coinvolge sia "domanda sia offerta. La situazione attesa per l'Italia e' allarmante"

Fiere, Pazzali: "In Italia calo del 67,5%"

"Il sistema fieristico mondiale è calato e calerà del 60%. Il sistema italiano del 67,5%, per cui di fatto il sistema fieristico perderà un valore molto importante, quasi 500 milioni di euro". A rappresentare le perdite dopo la pandemia da Covid 19 il presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, durante la presentazione dello studio nell'ambito della 46esima edizione del forum. Pazzali, che non ha quantificato le perdite di Fiera Milano, ha ricordato che dopo lo stop imposto dal lockdown si riprenderà con le attività fieristiche "l'8 settembre con Milano Unica, poi la moda il 20. Quasi 17 fiere fino a fine anno. Saranno fiere più piccole e la dimensione delle visite inferiore specialmente per gli stranieri. Stiamo lavorando con ministero degli Esteri per tavoli sanitari per buyer ed espositori stranieri". "Quello che voglio dare io è un contributo di ottimismo sperando che il Covid non peggiori" ha aggiunto precisando poi che "non è stata cancellata nessuna fiera nel 2021, anzi il calendario è anche fin troppo folto". A QUESTO LINK LA SUA INTERVISTA VIDEO

Le manifestazioni di Fiera Milano hanno generato 46,5 miliardi di euro nel 2019

Ogni anno le Fiere ospitate nei padiglioni di Fiera Milano, cui prendono parte quasi 25.000 espositori e 4 milioni di visitatori generano, per le sole aziende espositrici italiane, ricavi per 46,5 miliardi di Euro. Le vendite realizzate nelle manifestazioni di Fiera Milano innescano un moltiplicatore di 3,1: per ogni Euro di Valore Aggiunto realizzato dalle aziende espositrici per effetto delle vendite generate grazie alla partecipazione alla Fiera, si generano ulteriori 2,1 Euro nell’intera economia grazie all’attivazione delle filiere a monte e dei consumi.

Il contributo totale al PIL generato dalle “vendite fieristiche” è pari a 53,7 miliardi di Euro, equivalente al 3% del PIL nel 2019. “Il Sistema Fieristico italiano può avere un ruolo cruciale nel sostenere la nuova narrazione del sistema-Paese e delle sue produzioni guida, quale aggregatore delle eccellenze del Paese e espressione della nuova immagine-Paese”, dichiara Enrico Pazzali. “In Italia la tradizione fieristica è secolare: proprio nel 2020 ricorre il Centenario della Fiera di Milano e le Fiere, soprattutto quelle Business-to-Business, da sempre rappresentano uno dei principali luoghi di incontro tra domanda e offerta, di relazione tra filiere e catene del valore, di sviluppo e di innovazione, di volano per l’export e di promozione del Made in Italy.

Sono alcuni dei dati contenuti nello studio Strategico “Il futuro dell’industria italiana tra resilienza, rilancio dopo la crisi sanitaria globale e competitività di lungo periodo” predisposto da The European House – Ambrosetti per Fondazione Fiera Milano e presentato questa mattina a Cernobbio da Enrico Pazzali, Presidente, Fondazione Fiera Milano e Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti. Il documento analizza la situazione di crisi attuale legata all’emergenza sanitaria da Covid-19, uno di quegli eventi rari e non previsti che esercitano un impatto drammatico di tipo sistemico e senza precedenti, che ha sconvolto profondamente l’Italia, l'Europa e il resto del mondo, mettendo a dura prova i sistemi sanitari e previdenziali, la società, l’economia e il modo di vivere e lavorare insieme. Si tratta del primo shock esogeno, dopo la crisi petrolifera del 1979, che coinvolge sia domanda sia offerta. La situazione attesa per l’Italia è allarmante. Il modello di stima del PIL elaborato da The European House – Ambrosetti prevede una contrazione pari a -10,8% per l’anno 2020, con una forbice previsionale tra -7,8% e -13,8%. Per il settore manifatturiero l’impatto stimato per l’anno 2020 è pari a -21,4%.

Il 70% delle aziende italiane ha registrato un calo di fatturato rispetto allo scorso anno e, di questi, quasi la metà ritiene che il proprio fatturato subirà una flessione superiore al 25% nel 2020. Lo Studio mette in evidenza che è fondamentale per l’Italia riportare i temi dell’industria al centro del dibattito strategico e dell’Agenda d’azione nazionale, riscoprendone il ruolo, le valenze profonde e promuovendo le filiere di competenze e di “saper fare” distintivo del Paese. L’industria manifatturiera è da sempre un asset fondamentale per la crescita dell’Italia. Il processo di lavorazione e trasformazione di prodotti e beni di consumo coinvolge quasi mezzo milione di imprese, per quasi 4 milioni di occupati e 267 miliardi di Euro di Valore Aggiunto. I consulenti di The European House – Ambrosetti hanno calcolato che, per ogni Euro investito nell’industria italiana, se ne generano 2,1 per il sistema-Paese, grazie alle interconnessioni produttive con tutte le altre attività economiche.

Il DNA competitivo dell’industria italiana ha consentito al Paese di avere un ruolo chiave per lo sviluppo della manifattura europea e mondiale. A fine 2019, l’Italia rientrava nella top 5 mondiale dei Paesi con surplus manifatturiero superiore ai 100 miliardi di Dollari, 922 prodotti italiani (su un totale di 5.206) rientravano nelle prime 3 posizioni al mondo per surplus commerciale, tra le prime 10 Province europee superspecializzate nella manifattura 4 erano italiane e l’Italia aveva un ruolo chiave nelle catene del valore internazionali, non solo in termini di “valore contabile” delle esportazioni ma anche relativamente al contenuto di Valore Aggiunto insito nelle fasi intermedie di lavorazione di molte produzioni nel Paese(es. contributo alle lavorazioni intermedie del settore automotive, del settore dei macchinari, dell’industria chimica).

Permangono però alcune grandi questioni di fondo che “zavorrano” il potenziale dell’industria italiana:rallentamento della produttività (negli ultimi 20 anni la produttività in Italia è rimasta ferma, contro una media di circa +20% dei competitor internazionali),funzionamento poco efficace della Pubblica Amministrazione (le imprese che operano in Italia sono le meno soddisfatte in Europa per qualità della Pubblica Amministrazione),ecosistema dell’innovazione ancora poco dinamico (l’Italia investe l’1,39% del PIL in R&S, l’obiettivo europeo è del 3% a fine 2020),diffusione di una cultura antindustriale e progressivo impoverimento delle relazioni tra l’industria e le parti sociali.

La ripartenza del Paese non può prescindere da un piano d’azione serio e articolato per colmare il divario di competitività ad attrattività tra l’Italia e i suoi competitor internazionali. “Mai come oggi è fondamentale avere una Visione che possa guidare questa trasformazione, all’interno del nuovo panorama tecnologico e competitivo globale”, dichiara Valerio De Molli. “La Visione per la trasformazione dell’industria italiana proposta da The European House – Ambrosetti è essere il Paese di riferimento nello sviluppo delle eccellenze per far vivere meglio il mondo”.

Il coronavirus impattera sulla 'guerra fredda tecnologica'

Il coronavirus impattera' soprattutto sul fronte della 'guerra fredda tecnologica' tra Stati Uniti e Cina. Ne sono convinti gli imprenditori che partecipano alla 46esima edizione del Forum di Cernobbio. Nello specifico, partecipando al tradizionale 'televoto' promosso da The European House - Ambrosetti, il 46,9% dei 100 imprenditori top manager presenti a Villa d'Este ritiene che a livello globale l'impatto maggiore provocato dall'emergenza Covid-19 sara' l'acuirsi della guerra fredda tecnologica fra Stati Uniti e Cina, seguita dalle crescenti tensioni fra India e Cina in Asia (30,6%) e dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti (20,4%). Il Covid-19 ha evidenziato inoltre, non solo in Italia, un nuovo ruolo dello Stato nell'economia, molto piu' presente: per il 46,9% dei partecipanti al televoto questo e' un fenomeno destinato a rimanere ma non ad aumentare; er il 30,6%, invece, verra' intensificato nei prossimi mesi, mentre il 20,4% lo reputa un fenomeno di breve periodo e temporaneo.

Gestione dell'emergenza: Italia seconda a livello mondiale

L'Italia si e' distinta a livello mondiale nella gestione dell'emergenza sanitaria, superata solo da un Paese, la Germania. E' il parere espresso da 100 imprenditori e top manager riuniti a Villa d'Este a Cernobbio (Como) per la 46esima edizione del Forum Ambosetti. Ebbene, rispondendo alla domanda su quali siano i Paesi che hanno meglio gestito l'emergenza sanitaria, gli intervistati hanno risposto collocando l'Italia al secondo posto (30%), preceduta solo dalla Germania (36,4%), mentre la Cina viene indicata dal 23,4% di loro

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