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Amazzonia polmone del mondo ha smesso di respirare: non assorbe più Co2

Alcune zone dell'Amazzonia hanno cominciato a emettere piu' anidride carbonica di quella che riescono ad assorbire. A sostenerlo e' uno studio di Nature condotto da alcuni ricercatori brasiliani dell'Instituto Nacional de Investigacion Espacial che hanno indicato come fattori principali la deforestazione indotta dall'uomo e gli effetti dei cambiamenti climatici.

Gli esperti hanno anche scoperto che le emissioni totali di anidride carbonica sono maggiori nell'Amazzonia sud-orientale rispetto a quella occidentale e il motivo sta nel numero crescente d'incendi, spesso dolosi, che vengono intensificati da una stagione sempre piu' secca e calda. Questa zona del Brasile risultata essere particolarmente colpita e piu' soggetta a cambiamenti drastici.

Il team ha analizzato le concentrazioni di anidride carbonica e monossido di carbonio nella troposfera - lo strato piu' basso dell'atmosfera terrestre - sopra l'Amazzonia brasiliana nel periodo di tempo tra il 2010 e il 2018. I risultati della ricerca possono aiutare, dicono gli autori, a contestualizzare meglio gli impatti a lungo termine delle interazioni tra clima e azioni umane in uno degli ecosistemi piu' delicati del pianeta. Lo studio suggerisce che queste interazioni possono avere conseguenze negative e durature mettendo in luce, ancora una volta, tutta la fragilita' dell'Amazzonia.

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Brasile, governatori uniti contro Bolsonaro per salvare l'Amazzonia

Nove governi regionali dell'Amazzonia brasiliana hanno lanciato una strategia per combattere la deforestazione della piu' grande foresta tropicale del pianeta: l'obiettivo e' muoversi in maniera autonoma, senza dipendere dal governo di Jair Bolsonaro, per trovare risorse e salvare il 'polmone verde' della Terra. L'obiettivo di 'Consorcio Amazonia Legal' e' raccogliere 1,5 miliardi di reais (circa 300 milioni di dollari) per finanziare progetti sostenibili e rafforzare la lotta alla devastazione della vegetazione autoctona nella regione amazzonica del Paese. E' un'azione indipendente del governo Bolsonaro, le cui politiche ambientali sono state fortemente criticate a livello internazionale. 

Nel mese di giugno sono stati registrati 2.308 incendi nella foresta amazzonica brasiliana, il 2,3% in piu' rispetto a giugno 2020; e secondo gli esperti, un numero cosi' alto di incendi e' dovuto alla deforestazione in corso per fare spazio all'agricoltura e all'allevamento. Tra l'altro, e' recentissimo uno studio secondo cui alcune zone dell'Amazzonia hanno cominciato a emettere piu' anidride carbonica di quella che riescono ad assorbire, un effetto anche in questo caso della deforestazione indotta dall'uomo e dei cambiamenti climatici.

Bolsonaro difende lo sfruttamento delle risorse naturali in Amazzonia, anche nelle riserve indigene, e ha allentato il controllo sulle attivita' piu' aggressive nei confronti dell'ambiente (per esempio l'estrazione mineraria e il commercio del legname, tutte attivita' quasi sempre illegali in quella regione). "Stiamo creando, per la prima volta in Brasile, una strategia regionale, che non dipenda dal livello federale, in modo che le risorse possano essere investite direttamente nella regione", ha affermato Flavio Dino, governatore dello Stato di Maranhao e presidente del Consorcio.

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Le risorse saranno utilizzate per lanciare il Plan de recuperacion Verde, una sorta di 'recovery plan' ambientalista, per frenare la deforestazione illegale, promuovere lo sviluppo produttivo sostenibile, investire in tecnologia e formazione ambientale e promuovere infrastrutture verdi. La strategia di questi nove governatori arriva dopo che, una settimana fa, l'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch ha chiesto direttamente a quelle amministrazioni di adottare misure "immediate" per frenare la deforestazione illegale.

Da quando Bolsonaro e' presidente, dal 1 gennaio 2019, la deforestazione della foresta pluviale amazzonica ha proceduto a un ritmo tra i piu' intensi nella storia del Brasile. Nella prima meta' dell'anno, la deforestazione ha interessato 3.609 chilometri quadrati di territorio, il 17,1% in piu' rispetto al disboscamento registrato tra gennaio e giugno 2020 (secondo i dati diffusi venerdi' dalle autorita' brasiliane, l'Instituto Nacional de Pesquisas Espaciales) e il tasso piu' alto registrato nel primo semestre dell'anno dal 2016. Nel 2020, nell'Amazzonia brasiliana sono stati abbattuti 10.800 chilometri quadrati di vegetazione autoctona, il tasso piu' alto in 12 anni. 

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