Un volume di affari che sfiora i 20 miliardi di euro, sottratti all'economia legale, ricavati da traffici illeciti e dalla distruzione dell'ambiente e delle sue risorse. Il rapporto di Legambiente sulle ecomafie per il 2019 segna il boom dei reati ambientali in Campania, che si conferma la regione a più alto tasso di espansione del fenomeno.
Il 44% dei reati in più, 5.594 quelli accertati, poco più del 10% del totale dei reati ambientali riscontrati nel decennio 2010-2019, quando sono stati consumati 44.179 illeciti. Secondo i dati raccolti dall'associazione, è il ciclo del cemento, assieme al ciclo dei rifiuti a rappresentare la parte più importante degli affari per le ecomafie. Si tratta infatti di reati di impresa.
Nei dieci anni esaminati, sono 9.563 le infrazioni riscontrate nella produzione e nell'utilizzo del cemento, con 3.248 sequestri. Di pari passo procede anche il ciclo dei rifiuti in Campania, che negli ultimi dieci anno ha permesso di rilevare 10.699 infrazioni e 5.011 sequestri. Sono ben 90 i clan che si spartiscono gli 'affari' e il primato per numero di reati ambientali viene assegnato a Napoli, con 2.207 infrazioni accertate.
Cresce anche l'archeomafia, che punta a depredare il patrimonio culturale. In Campania è stato riscontrato l'1,7% di reati in più. Ma dopo cemento e rifiuti, preoccupano i reati contro la fauna, che rappresentano il 18,2% del totale. Seguono poi gli incendi dolosi, con l'8,8% dei reati accertati in Campania.
Nell'ultimo anno sono stati aperti 158 procedimenti penali, con 181 persone denunciate e 98 beni sequestrati. E in questo senso aiutano le nuove leggi introdotte sui reati ambientali. In cinque anni la legge sui trafficanti di rifiuti ha permesso di chiudere 130 inchieste, arrestare 479 persone, denunciarne 803 e provare il coinvolgimento di 207 aziende.
C'è un numero che rende l'ampiezza del fenomeno e riguarda la movimentazione illegale di rifiuti, con 10 milioni di tonnellate bloccate su quasi 411mila camion. Per il presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato, il Piano nazionale di ripresa e resilienza può rappresentare per la regione "un'occasione importante e preziosa per rendere più sostenibile e libera dai veleni".
"Ci aspettiamo tanto da questo piano e ci aspettiamo tanto dalla politica - dice - speriamo che nemmeno un euro delle risorse stanziate sia appannaggio delle ecomafie e della criminalità".
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