Tutto ciò che è legato all'aumento dei gas serra, al riscaldamento globale e all'altalena delle emisisoni di metano, deve tener presente, e non più sottovalutare, l'importanza delle cause antropiche. Secondo uno studio pubblicato su ournal of Meteorological Society of Japan è arrivato il momento di mettere da parte i dubbi e valutare con serietà l'impatto delle attività umane sulle emissioni.
Emissioni di metano, i dubbi della comunità scientifica
Dagli anni Novanta a oggi– riporta il sito di Rinnovabiili.it– il tasso di crescita del livello di concentrazione delle emissioni di metano in atmosfera ha seguito un andamento per il quale la comunità scientifica non era ancora riuscita a trovare una spiegazione sufficientemente condivisa tra gli esperti. Un andamento apparso negli anni altalenante: tra il 1988 e il 1998 c’è stato un calo, poi fino al 2006 i tassi sono stati quasi stazionari, e infine dal 2007 al 2016 si è registrato un aumento. Come allora–si domanda Rinnovabili.it– spiegare queste variazioni? Possibile che, le attività umane possano contribuire in modo determinante alle emissioni con questi alti e bassi?
Emissioni di metano, l'analisi condotta da Naveen Chandra
Secondo l'analisi condotta da Naveen Chandra del National Institute for Environmental Studies– riportata da Rinnovabili.it– che mette insieme analisi dei registri delle emissioni di metano, modelli di diffusione dei gas in atmosfera e osservazioni globali basate su rilevamenti alla superficie, da aereo e da satellite, c'è sempre l’uomo dietro ai cali, ai plateau e ai picchi.
Prendendo in considerazione le fasi sopra citate, caratterizzate da intensità differenti, si nota che la fase di rallentamento–stando alla nuova analisi dei dati– è pienamente spiegabile con la diminuzione delle attività in ambito oil&gas in Europa e Russia, coincidente con il periodo del crollo dell’Unione Sovietica. Così come– riporta Rinnovabili.it– dalla diminuzione delle emissioni da fermentazione enterica, cioè quelle legate all’allevamento e tipiche del processo digestivo dei ruminanti.
Mentre il periodo di crescita post 2007– secondo i ricercatori– è da ricollegare a due eventi: da un lato, il boom di uso del carbone in Cina e delle emissioni di metano da miniera. Si tratta, tra l'altro, di uno dei dati– secondo l'ultimo Worl Energy Outlook dell'IEA– più sottovalutati nelle stime sui fattori che contribuiscono all’incremento dei gas serra in atmosfera. E dall’altro lato– fa sapere Rinnovabili.it– la diffusione su scala vastissima dell’allevamento in America Latina.
Commenti