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Ritorno a scuola: "La Dad ha travolto anche noi insegnanti: serve formazione"
La Presse

Le scuole hanno riaperto e milioni di ragazzi sono tornati in aula. Di certo, le misure di sicurezza sono ai massimi livelli e professori e presidi raccomandano precauzione anche al di fuori degli istituti.

La Dad, didattica a distanza, in ogni caso ha lasciato il segno e difficilmente questa generazione se ne dimenticherà. Ma non solo gli studenti. La Dad ha colpito anche il corpo docente, impreparato in molti casi, e non certo formato per un tipo di insegnamento che sembra futuristico ma che, purtroppo, è entrato come parte integrante della nostra quotidianità. Servono investimenti in formazione e un nuovo modo di pensare la scuola in sinergia con le nuove tecnologie. Affaritaliani.it ne ha discusso con il dott. Mario Rusconi, storico dirigente dell'ANP, l'Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, già Associazione Nazionale Presidi.

“Le faccio un esempio. Per alcuni insegnanti la Dad è stata come essere buttati in un oceano senza aver fatto prima un corso di nuoto. Mi riferisco soprattutto ai professori più anziani, i quali hanno dovuto usare uno strumento come il computer e in molti casi si sono ritrovati ad avere difficoltà tecniche. Ma anche gli insegnanti più abituati all'uso del PC, quelli un po' smanettoni, non sono stati formati adeguatamente all'uso della didattica digitale”, racconta il Prof. Rusconi.

“Quando un genitore di un ragazzo di scuola primaria mi dice che non ha senso che il figlio di sette o otto anni stia molte ore davanti ad un computer dice una cosa sacrosanta. Ma questo vale anche per il corpo docente. Quindi una delle cose che come Presidi chiediamo è un investimento consistente sulla formazione degli insegnati perché usino gli strumenti tecnologici in modo interattivo e non solo come se fossero dietro ad una cattedra. E una volta terminata questa pandemia, sarebbe opportuno utilizzare questi mezzi per inserirli nella didattica fatta nelle aule. Sarebbe giusto e al passo con i tempi se ad esempio durante la lezione di Fisica si potesse tramite le connessioni e quindi i computer, guardare documentari sull'argomento trattato. Ma questo vale per qualsiasi materia. Penso all'utilità di vedere documentarti anche mentre si apprende la letteratura”, aggiunge il consigliere nazionale dell'ANP.

Ovviamente, il processo di trasformazione delle attuali metodologie di insegnamento e del corpo insegnanti potrebbe essere lungo. “Per fare questo però, c'è la necessità che la scuola abbia a disposizione materiale, come video e altro, che al momento non ha. Per capirci: nei decenni passati abbiamo da una parte smantellato la figura del medico scolastico, che in quest'epoca di pandemia sarebbe anche stato molto utile, abbiamo altresì smantellato l'equipe psicopedagogica, anch'essa oggi molto utile e e non abbiamo mai messo in cantiere una figura come il documentarista, cioè quella figura professionale che non è un semplice bibliotecario ma che mette a disposizione tutta una serie di elementi particolarmente significativi. E questo vale sia per le elementari sia per le medie e superiori. Queste figure professionali sono presenti nelle scuole dei paesi del nord Europa. In Italia su questo argomento siamo in ritardo" conclude Rusconi.

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