Home
Istat: inflazione 2016 all'1%. Bce pronta con la fase due del Qe
Il programma di acquisti di asset della Bce "è dotato di flessibilità sufficiente da poterne adeguare dimensioni, composizione e durata. Nel frattempo gli acquisti mensili di attività da 60 miliardi di euro continueranno a essere effettuati per intero". E' quanto si legge nel bollettino economico della Bce, nel quale l'Istituto precisa che, secondo le intenzioni, gli acquisti "saranno condotti sino alla fine di settembre 2016, o anche dopo se necessario, e in ogni caso finche' il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con l'obiettivo di conseguire tassi di inflazione inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine". Un obiettivo che è ancora lontano, visto che in Italia, prevede l'Istat anche nel 2016 l'inflazione resterà bassa (+1%).
La Bce mette infatti in evidenza la necessità di analizzare approfonditamente l'intensità e la persistenza dei fattori che attualmente rallentano la ripresa dell'inflazione. I rischi sono tenuti sotto attenta osservazione. "Il grado di accomodamento monetario sara' pertanto riesaminato nella riunione di politica monetaria di dicembre, quando saranno disponibili le nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti dell'Eurosistema". Il Consiglio direttivo ribadisce poi "la propria volonta' e capacita' di agire ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell'ambito del proprio mandato, se necessario, per mantenere il grado appropriato di accomodamento monetario".
Comunque sia, nonostante un contesto esterno "meno favorevole", la ripresa economica dell'Eurozona procede, "sempre piu' sorretta da fattori interni, in particolare dai consumi privati", spiega la Bce nel bollettino ricordando che nel secondo trimestre del 2015 il Pil in termini reali e' salito dello 0,4% t/t, dopo un incremento dello 0,5% nel primo. Gli indicatori piu' recenti segnalano un ritmo di crescita pressoche' simile nel terzo trimestre.
Per la Bce, in prospettiva, la ripresa economica dovrebbe continuare, benche' attenuata da una domanda esterna piu' debole delle attese. Quella interna dovrebbe essere invece ulteriormente sostenuta dalle misure di politica monetaria della Bce e dal loro impatto favorevole sulle condizioni finanziarie, nonche' dai progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali. Inoltre, il calo dei prezzi del petrolio dovrebbe corroborare il reddito disponibile reale delle famiglie e la redditivita' delle imprese, fornendo sostegno ai consumi privati e agli investimenti. Nonostante cio' i rischi per le prospettive di crescita dell'area euro restano orientati verso il basso, riflettendo in particolare una maggiore incertezza riguardo all'evoluzione delle economie emergenti, potenzialmente in grado di esercitare ulteriori effetti sulla crescita mondiale e sulla domanda esterna di esportazioni dell'area euro. La maggiore incertezza che si e' manifestata di recente negli andamenti dei mercati finanziari potrebbe avere ricadute negative anche sulla domanda interna dell'area, conclude la Bce.
