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“Cuore di donna” racconta la storia della prima avvocatessa

Cuore di donna è l’ultimo romanzo della scrittrice Carla Maria Russo, già nota nell’ambito della narrativa storica. In questo caso sono protagoniste la prima avvocatessa degli Stati Uniti e la prima detenuta nel carcere di Sing Sing. Edito da Piemme, è un inno alla forza e alla tenacia femminile.

Carla Maria Russo è ormai un nome di rilievo nel panorama del romanzo storico italiano, avendo raccontato molte vicende a partire da un fondo di verità per poi dare spazio all’immaginazione. Dopo essersi concentrata sui Borgia e dunque in un passato più lontano, questa volta ambienta il suo nuovo libro, Cuore di donna - edito da Piemme e già presente anche su Audible - a cavallo tra l’Otto e il Novecento. Anche il luogo cambia, poiché ci trasferiamo negli Stati Uniti, in particolare a New York, per scoprire la storia di Maria Inez ed Ann Bennett. La prima è condannata alla sedia elettrica per aver ucciso il marito Cataldo Motta tagliandogli la gola con un coltello, la seconda è invece tra le prime donne abilitate alla professione di avvocato e la prima in assoluto ad entrare in un’aula di tribunale per difendere una vittima. Per lei, infatti, e per le numerose signore illuminate che si battono per i diritti femminili, c’è qualcosa di strano, losco, nell’accusa rivolta alla Inez; inoltre, il primo processo è stato a tutti gli effetti una farsa, inquinato dalla corruzione e dai forti pregiudizi contro l’imputata: perché è una donna, perché è emigrata, perché è italiana, perché è di umili origini.

Carla Maria Russo porta alla luce in questo romanzo un fatto di cronaca di grande interesse, in quanto concentra su di sé una svolta epocale. Senza voler anticipare come andrà a finire la storia, basti dire che il risultato ottenuto dalla Bennett segnerà un punto di partenza verso nuovi scenari, dove la parità di diritto assumerà sempre più importanza in una società ancora bigotta e tradizionalista, oltre che patriarcale, come quella statunitense ai primi del Novecento. La figura della protagonista si ispira – con molta licenza poetica, specie per quanto riguarda le vicende familiari, sentimentali e di formazione – a Belva Ann Bennett Lockwood, nata nel 1830 a Royalton, nello Stato di New York, e divenuta, grazie alla sua indole indomabile, avvocatessa, scrittrice ed educatrice. Fu tra le prime a battersi per il suffragio universale e per altri diritti alle donne, lotta nella quale venne supportata da alcuni dei personaggi presenti in questa avvincente storia, realmente esistiti: Susan B. Anthony, ad esempio, che nel libro svolge un ruolo cruciale, fu effettivamente un’importante attivista e pioniera dei diritti civili statunitensi, ancora oggi ricordata.

Cuore di donna
 

Pur trattandosi di un romanzo storico che sicuramente piacerà agli amanti del genere, Cuore di donna è anche un libro dalla forte connotazione sociale e potrebbe essere inserito nella giallistica, in quanto si caratterizza per il ritmo serrato delle aule giudiziarie e dei processi. Buona parte della concentrazione dell’autrice è sul passato della condannata, mettendo bene in luce i soprusi che dovette subire e l’educazione a cui fu sottoposta, tuttavia per l’intera durata del romanzo resta aperta la domanda: Maria Inez ha davvero ucciso suo marito? Oppure è stato qualcun altro? Per prima cosa si tratta di scoprire la verità e poi, cosa ancora più difficile, di dimostrarla attraverso prove concrete, testimonianze di chi sa, ma non osa parlare. Little Italy alla fine dell’Ottocento è infatti territorio della Mano Nera, ovvero della mafia, e nessuno ha il coraggio necessario per ribellarsi a un’organizzazione tanto potente, che tiene in pugno l’intera attività economica e commerciale della zona. Solo una donna – scopriremo nelle ultime pagine chi sarà questo personaggio chiave – farà i conti con la propria coscienza fino a decidere di dire la verità, qualunque siano le conseguenze da pagare. E così permetterà alle vicende di prendere un altro, inaspettato corso.

Non mancano dunque suspense e mistero, nascono ben due storie d’amore che ci fanno battere il cuore e gli ostacoli che le protagoniste devono superare sono acerrimi, sotto ogni punto di vista. Il romanzo funziona nel suo intreccio di contenuti che piacciono soprattutto alle donne, ma al di là di questo esso va collocato senza ombra di dubbio all’interno di quel filone femminista che in questo periodo sta invadendo ogni campo della letteratura. La sorellanza è il vero tema dell’opera, quell’unione di forze messe in campo per una battaglia comune che unisce le aristocratiche alle povere, le libere alle condannate, le colte ai ceti sociali più bassi: sembrerebbe un’utopia, ma è probabile che a un certo punto della storia statunitense si sia veramente verificato un fenomeno del genere per combattere a favore dei diritti alle donne, partendo proprio dal suffragio universale. È però anche una presa di posizione contro la pena di morte e contro il razzismo, nonché contro i pregiudizi nei confronti delle caste, delle minoranze, delle etnie. È utile ricordare allora come gli italiani venivano considerati appena un secolo fa, arrivando persino a ipotizzare tare genetiche di sfondo scientifico per cui tutti i nati in Italia avrebbero avuto la tendenza quasi deterministica a delinquere, a mentire, a truffare, a divenire dei criminali. Se oggi molto è cambiato, altrettanto sembra tuttavia dimenticato, considerando come noi stessi ci approcciamo ora nei confronti di altri popoli, costretti a lasciare il proprio Paese non per ricercare la ricchezza – obiettivo dei migranti italiani dell’epoca – bensì la semplice salvezza, la sopravvivenza.

Altra figura affascinante presente nel romanzo è quella tratta da Elizabeth Cady Stanton, anche lei un’attivista e abolizionista con un ruolo centrale nei primi movimenti femministi per l’emancipazione delle donne. Scopriamo quindi pagina dopo pagina che Ann Bennett non è mai sola in questa grande impresa di difesa dell’imputata: l’avvocatessa sa benissimo quanto il compito sia arduo e forse disperato, anche considerando la sua inesperienza in ambito giudiziario, ma il sostegno delle molte “sorelle” che credono in lei e nell’innocenza di Maria Inez le dà la giusta motivazione per non abbattersi mai, neppure di fronte alle minacce di morte. È però giusto segnalare un paio di uomini positivi accanto a questa schiera di donne straordinarie: il poliziotto italo americano Joe Petrosino, uno dei pochi che non è disposto a lasciarsi corrompere e che lotterà sempre per la giustizia e l’onestà, e il giornalista Charles Stevens, il quale, oltre a porsi come voce fuori dal coro nel panorama della stampa nazionale a sostegno della causa femminile, finirà per cedere al fascino di Ann Bennett. Due individui impavidi e fermi nella propria determinazione, senza i quali non si sarebbe probabilmente ottenuto lo stesso risultato: l’investigazione, la raccolta delle informazioni occultate, il sapersi muovere tra i vicoli della mafia riuscendo a portare qualcuno dalla propria parte erano infatti all’epoca espressioni di una vera e propria arte.

Cuore di donna è un romanzo che consigliamo di leggere: appassionante, utile, intrigante nella sua fitta coltre di misteri. Di certo tanta letteratura femminista non può far male, sebbene ad oggi i femminicidi e le violenze quotidiane sulle donne ci dimostrino che la strada imboccata è forse quella giusta, ma non è sufficiente. Leggere di uguaglianza – o scriverne – non è la stessa cosa di agire in nome di un attivismo che sembra aver perso mordente sul finire del Novecento, lasciandoci l’illusione di vivere in una società solo in apparenza meno patriarcale e maschilista. Insomma, c’è ancora molto da fare, con i fatti oltre che con le parole.

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