Il filosofo Cascio tra gli insigniti al Libro Premio - Manfredonia. Intervista
Cascio scrive non perché deve dire qualcosa, ma perché realmente ha qualcosa che vuole e sa raccontare, e lo fa con una coreografia che ricorda Fellini
Il filosofo Cascio tra gli insigniti al Libro Premio - Città di Manfredonia. L'intervista di Affari
Tra gli insigniti alla kermesse culturale “Il libro premio – città di Manfredonia”, in programma l’8 agosto e condotta da Manila Gorio e Giuseppe Brindisi, figura anche il filosofo pontino Mauro Cascio con il suo “Un Pozzo di Abati e di Principi” (Gruppo Editoriale Bonanno, illustrazioni di Luigi Malgherini), già autore di “Piazza Dalmazia”, “Sposerò Rossana Doll” e “Davanti alla fine del mondo”.
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Un’opera in cui traspira puro trasalimento sia per tecnica e stile narrativo, che per contesto e contenuti che rasentano il fiabesco. È terribilmente pragmatico Cascio, ma anche amabilmente sognatore; crudo, quasi macabro in taluni frangenti, ma anche dolcemente sincero, nonché saggio ritrattista come pochi nel panorama nazionale e – soprattutto - inventore di sapienti incastri narrativi di rara e inafferrabile bellezza!
Cascio scrive non perché deve dire qualcosa, ma perché realmente ha qualcosa che vuole e sa raccontare, e lo fa con una coreografia che ricorda uno strepitoso Fellini da 8 e mezzo, una dialettica di tarantina memoria e quel fragile equilibro tra sacro e profano di complessa quanto delicata maneggevolezza. Il Pozzo dà l’avvio al tutto, lo segue di buon carriera la Verità con la sua Catania, la Milano del sud, dispotica, solare, inquieta, per quattro giorni di full immersion tra personaggi mistici, ambientazioni surreali e un leitmotiv che inchioda: il finale che non ti aspetti, ma lo vai cercando con insaziabile estasi!
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