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"L'impresa come sistema vivente". La ricetta del numero uno di Aboca

In tutte le librerie
Dopo un duro lavoro di mesi e mesi è finalmente uscito in tutte le librerie, il 4 Giugno scorso, il saggio di Massimo Mercati amministratore delegato di Aboca, "L'impresa come sistema vivente". E non è forse un caso se l'opera vede la luce proprio in un momento cosi delicato per il mondo imprenditoriale di tutto il mondo e che mette il sistema capitalistico, cosi come lo abbiamo inteso fino ad ora di fronte a mille interrogativi. Ma Mercati da tempo si pone questi interrogativi. Ben prima che scoppiasse la pandemia, questo imprenditore "illuminato"aveva gia messo in atto quel processo virtuoso che ha portato in pochi anni la sua azienda ad esere una delle prime aziende Bcorp italiane. Aziende che mettono al centro della propria attività non più o non solo il porfitto, ma anche la sostenibilità e la gestione virtuosa del proprio operato. " tutti devono capire che il sistema capitalistica che ha messo sempre il profitto come unico scopo della sua attivita, non può più essere sostenibile ed accettabile. La pandemia forse tra tutti i danni che ha portato, ha accellerato un processo che a mio avviso è diventato assolutamente inevitabile. Quel processo che porta le aziende a ripensare se stesse e il loro agire in una veste piu umana, partendo dalla sostenibilità e dal rispetto del proprio ambiente." Il profitto a tutti i costi non può piu essere il modello di sviluppo dell'economia e delle imprese, come d'altra parte già segnalato, recentemente, anche da illustri economisti e finanziari ( come non citare il documento uscito di recente da parte della Business Roundtable in cui al centro delle imprese non deve esserci solo il profitto ma anche la sostenibilità della sua gestione). In questa ottica allora l’opera è agile e densa di contenuti, che hanno come fine ultimo quello di proporre una nuova forma di impresa, vocata al bene comune. Massimo Mercati nel suo libro ricontestualizza i principi del “pensiero sistemico” per proporre un nuovo modello aziendale, una “comunità tra le comunità”, dove la complessità e l’intelligenza naturale indicano le linee guida per gestire le imprese ed il ruolo di ognuno all’interno di esse. Una visione innovativa che concepisce le aziende come soggetti fortemente interconnessi con il contesto sociale e l’ambiente in cui viviamo. Tale consapevolezza cambia il modo di fare impresa, individuando nuove basi di creazione del valore.
L’obiettivo del libro è proprio quello di estendere questa concezione della vita alla dimensione dell’impresa. Operando uno spostamento di campo, Massimo Mercati adotta la visione sistemica per allargare la prospettiva e analizzare la natura e le dinamiche gestionali dell’impresa all’interno del contesto in cui si muove. Le regole proprie dei sistemi viventi diventano così la chiave per rileggere le forme di organizzazione manageriale e le determinanti del successo imprenditoriale.
L’impresa pertanto – per affermarsi nella competizione globale - non potrà più essere concepita solo come una macchina da profitto, ma dovrà rivedere i propri obiettivi, passando da una crescita quantitativa ad una qualitativa. Un’inversione di prospettiva che presuppone di rinunciare ai vecchi archetipi e adottare un nuovo approccio, in cui il profitto del singolo non possa prescindere da un benessere condiviso da comunità e ambiente.
Quella di Massimo Mercati è una visione imprenditoriale che trova forte sintonia nei sempre più diffusi valori dell’Economia Civile, necessari per rifondare le basi del sistema sociale: una scuola che trae linfa dal pensiero del filosofo ed economista Antonio Genovesi e del suo discepolo Giacinto Dragonetti, e che si pone oggi in continuità con il radicale messaggio espresso da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ e con i fondamentali lavori di Stefano Zamagni e Luigino Bruni. Mercati parla di proprietà come custodia, invita al superamento del neoliberismo e dell’approccio predatorio di matrice capitalista, offrendo possibili modelli di sviluppo futuro. Dalle speranze riposte nel Green Deal europeo al cambio di paradigma delle “Benefit Corporation”. Modelli non solo giusti e sostenibili, ma anche vincenti. Si tratta di uscire dal paradigma della cosiddetta impresa etica, che profuma sempre più di green washing, ma di far diventare le imprese realmente “rigenerative”, un vero motore del cambiamento, in quanto capaci di apportare un effettivo vantaggio alla comunità e all’ambiente. Ed è proprio la pandemia scoppiata in tutto il mondo, che ha sconvolto le nostre vite, potrebbe essere quello shock “salutare” per far si che questa idea di fare impresa possa essere la base da cui ripartire per una economia piu equa e sostenibile, in un mondo che inevitabilmente ne uscirà radicalmente trasformato. E l’impresa, per Mercati, diventa così creatrice di valore economico solo quando svolge appieno la sua funzione economico-sociale: “Non è il profitto che crea valore, ma è la creazione di valore che genera il profitto. Non si tratterà di vendere per creare valore, ma di creare valore per vendere.”
Il testo è anche un’occasione per ripensare il management aziendale: l’autore rinnova il concetto di “responsabilità sociale di impresa”, ridefinisce l’idea di “vision” e “mission” (il télos e lo skopos degli Stoici, che porta la riflessione sui fini stessi del nostro agire) e propone di adattare all’organizzazione aziendale gli schemi propri dei sistemi viventi per una maggiore efficacia dell’azione imprenditoriale.
Il pamphlet, col suo impianto felicemente multidisciplinare, si presenta come un manifesto innovativo, documentato, ricco di stimoli e riferimenti: da Seneca a Etienne Wenger, dal wu wei del taoismo a Frédéric Gros, da Henry Ford ad Adriano Olivetti.
Ne "L'impresa come sistema vivente" l'impianto teorico è solido e avvalorato dall'esperienza diretta di Massimo Mercati, AD del Gruppo Aboca, e dalla credibilità di un’azienda che da oltre 40 anni lavora sui temi della salute dell’uomo nel rispetto dell’organismo e dell’ambiente: un impegno sancito formalmente nello statuto di Società Benefit e misurato secondo standard internazionali con la certificazione B Corp. L’impresa come sistema vivente richiama manager e società civile a una nuova responsabilità, ancor più urgente di fronte all’emergere di nuove crisi politiche, economiche ed ambientali: produrre valore condiviso all’interno di un sistema in cui tutti siamo interconnessi. Non ha senso pensare all’impresa come monade isolata. Non vince il più veloce, né il più feroce: vince il più adatto e nel mondo che verrà ciò non potrà prescindere dalla reale capacità di comprendere la complessità del contesto in cui ci muoviamo, adottando nuovi schemi di pensiero ed una nuova contabilità del valore.