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BlackBerry addio, nel 2022 finisce l'era dello smartphone con la tastiera
Blackberry fine di un'era

Tecnologia, il 2022 mette un punto definitivo al lungo corso dei BlackBerry: l'iconico smartphone con la tastiera dal 4 gennaio sarà inutilizzabile

"I pollici impareranno". Cosi' Steve Jobs, poco dopo aver presentato il primo iPhone, rispose a un giornalista convinto che il touch screen non avrebbe funzionato. Allora, nel 2007, si scriveva su una tastiera fisica e il mercato dei telefoni connessi aveva un leader: BlackBerry. Caratteristica distintiva: lettere e numeri erano tasti da pigiare. I pollici, pero', avrebbero in effetti imparato in fretta.

Da domani, 4 gennaio 2021, l'azienda interromperà il supporto per i dispositivi con BlackBerry OS 10, 7.1 e versioni precedenti. I vecchi telefoni con il sistema operativo "fatto in casa" diventeranno inutilizzabili, si tratta della maggior parte. Continueranno a funzionare solo gli ultimi arrivati con sistema operativo Android.

Si tratta di un addio che scrive in qualche modo un momento da ricordare per un marchio capace di essere status symbol oltre che successo commerciale. Dire pero' che "e' tutta colpa di Jobs" sarebbe quantomeno riduttivo: a spazzare via gli smartphone col tastierino sono stati gli errori di BlackBerry.

BlackBerry, il tastierino che ha unito più generazioni

Ma il successo di BlackBerry si è consumato molto in fretta. Verso la meta' degli anni dieci, il marchio della "mora" (tradotto dall'inglese" slega le email dalla scrivania. Diventa possibile riceverle e scriverle in piedi, ovunque e non solo seduti davanti al pc. Il tastierino trasla, in piccolo, la stessa esperienza d'uso. E' il telefono dell'avanguardia digitale, dei manager impegnati, di chi fa un lavoro connesso. Il successo riceve anche il suggello del linguaggio: il marchio diventa antonomasia. Non si dice "ho comprato un telefono", ma "ho comprato il BlackBerry". Nel secondo trimestre 2007, mentre Apple svelava l'iPhone, vendeva gia' 2,5 milioni di smartphone. A meta' 2009, la quota di mercato degli smartphone superava il 20%: un dispositivo venduto su cinque era BlackBerry. Quell'anno, la Bbc piazza la societa' in cima alla classifica delle compagnie con la crescita piu' rapida al mondo, grazie a un fatturato lievitato del 77% in tre anni. Nella stessa classifica, Apple e' 39esima e Google 68esima.

BlackBerry, il crollo

Il picco di volumi arriva tra ottobre e dicembre 2010, con 14,6 milioni di unita'. Ma in quel momento sono gia' affiorate le prime crepe: la quota di mercato si erode per poi crollare. Scende sotto il 10% nel 2011 e sotto il 2% nel 2013. Tre anni dopo e' ridotta allo zero virgola. Secondo Gartner, dei 432 milioni di dispositivi venduti nel quarto trimestre 2016, meno di 208 mila hanno un sistema operativo BlackBerry. Nel frattempo (nel 2015) il marchio canadese ha lanciato il suo primo smartphone Android (il sistema operativo di Google). Troppo tardi.

Di li' a poco, BlackBerry avrebbe mollato del tutto il mercato dell'hardware, trasformandosi in una societa' di servizi software. La licenza per l'uso del marchio sui telefoni e' passata di mano due volte: prima alla cinese Tcl e, nel settembre 2020, all'americana OnwardMobility, che ha annunciato il ritorno del tastierino per un dispositivo 5G, prodotto da Foxconn e destinato a Nord America ed Europa. Il suo arrivo era previsto nella prima meta' del 2021. Non ve n'e' ancora traccia. Tastierino dolente: il perche' del fallimento BlackBerry e' rimasto ancorato (e poi impigliato) a se stesso.

Non hanno funzionato ne' i tentativi di espandersi ne' quelli di difendersi. Un dispositivo pensato per gli affari non si e' rivelato funzionale a un utilizzo (davvero) di massa. Il tastierino e' adatto a chi era cresciuto con le dita su una tastiera, ma risulta scomodo per chi e' nato toccando un display. I tasti fisici, poi, tolgono spazio allo schermo, rendendo meno fruibili contenuti video, immagini, navigazione. D'altra parte, BlackBerry ha sottovalutato la capacita' di penetrazione del touch screen in campo lavorativo. 

Dire oggi che si e' trattato di due scelte disastrose e' fin troppo facile, ma va ricordato che allora non erano convinzioni isolate. Steve Ballmer, poco prima di diventare ceo di Microsoft, disse ridendo che "l'iPhone e' il telefono piu' caro del mondo ma non avra' appeal sui clienti business perche' non ha una tastiera e non permette quindi di gestire le email".

Di certo la compagnia canadese non si e' adattata abbastanza in fretta, ma e' troppo semplice dire che sia stata distrutta (solo) dall'arrivo dell'iPhone. Come si vede dai dati, l'apice della Mora e' arrivato a due anni di distanza dal lancio del primo telefono Apple. C'e' quindi altro. Nel 2008 arriva Android, offrendo a tutti i produttori un sistema operativo adattabile e aperto. E' un elemento chiave per la crescita dei produttori asiatici, che avrebbero rivoluzionato gli equilibri di mercato.

BlackBerry, invece, sceglie per anni di proseguire con il proprio sistema operativo. Altra scelta (sempre con il senno di poi) sbagliata. Ancora una volta, il marchio si arrocca, senza pero' fare un passo in avanti: per rinunciare ad Android, e' necessario costruire un proprio ecosistema, solido e vantaggioso, fatto non solo di telefoni ma anche di servizi. L'impresa non e' semplice. Ci e' riuscita solo Apple e ci sta provando in questi anni Huawei. Ha fallito anche Microsoft, che per anni ha dovuto ricucire le ferite finanziare dell'acquisizione di Nokia. E cosi' la Mora e' rimasta schiacciata. Sono passati poco piu' di dieci anni da quando BlackBerry voleva dire smartphone. 

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