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Cashback furbetti, verso lo stop alle microtransazioni

Infatti da regolamento Mef le transazioni hanno l’obbligo di essere “reali”, e cioè indirizzate a un acquisto, ma non viene specificato che l’acquisto debba essere effettuato in un’unica operazione. Ogni transazione digitale, però, ha un costo per gli esercenti, e così è arrivato l’allarme dei benzinai. C’è chi ha denunciato rifornimenti di 7 euro divisi in oltre 60 operazioni in una sola ora.

Agli utenti sospetti stanno iniziando ad arrivare messaggi che annunciano i controlli, e che danno tempo sette giorni per giustificare con un apposito modulo i pagamenti finiti sotto la lente del Tesoro. Il messaggio avvisa che sono in corso controlli su transazioni anomale, e cioè ricorrenti, di importo irrisorio ed effettuate in numero elevato presso lo stesso esercente lo stesso giorno. Se l’utente non saprà dimostrarne la validità non sono previste sanzioni, ma solo l’annullamento di queste micro-transazioni dal conteggio totale, e quindi una vertiginosa discesa nella classifica. Il problema di fondo è che queste micro transazioni non erano esplicitamente vietate dal regolamento, e quindi ci si può aspettare anche il ricorso da parte di chi ha sfruttato questa tecnica per gonfiare artificialmente il numero delle operazioni. Già sui social, dopo l’arrivo dei primi sms di verifica, impazza la polemica di chi sostiene di aver agito all’interno delle regole.

I cittadini che hanno aderito al cashback sono 8,6 milioni circa, le transazioni elaborate sfiorano quota 640 milioni e gli strumenti di pagamento attivati sono quasi 16 milioni. Gli utenti con transazioni validate nel primo semestre del 2021 sono invece 7,6 milioni. I rimborsi relativi al primo semestre arriveranno a luglio, e il governo non ha escluso future modifiche alla misura, che assorbe circa 5 miliardi di euro di risorse, mentre già ad aprile aveva promesso d'intensificare il monitoraggio del programma. L'ipotesi di interromperlo con un semestre di anticipo, cioè alla fine di quest'anno, per risparmiare almeno un miliardo e mezzo di euro di soldi pubblici, non è del tutto tramontata. In materia è intervenuta anche la Corte dei Conti, che nel Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica ha sottolineato le criticità del programma e ha sollevato dubbi sulla sua reale efficacia.

Per la Corte dei Conti è necessario migliorare i sistemi per monitorare i reali effetti economici e tributari dalla misura, e chiede che si inserisca una più accurata valutazione degli effetti prodotti nei diversi settori interessati e dell'impatto in termini di emersione di ricavi e compensi precedentemente occultati: sarebbe stato più opportuno orientare la misura verso esercenti medio-piccoli (dove maggiore è l’evasione) con incentivi differenziati. Anche il numero minimo di transazioni nel semestre appare troppo esiguo, mentre è stato giudicato spropositato il premio di 1500 euro ai primi 100mila.

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