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Coronavirus, boom di fake news su Facebook: l'84% degli articoli non segnalato

Le fake news sulla salute diffuse su Facebook, specie in tempi di coronavirus, hanno molto più appeal delle informazioni sui canali ufficiali, dall'Oms alle principali autorità sanitarie mondiali.

Secondo un report di Avaaz dal titolo eloquente 'Facebook's Algorithm: A Major Threat to Public Health', l'algoritmo di Facebook ha permesso alle reti che diffondono disinformazione sulla salute di raggiungere ben 3,8 miliardi di visualizzazioni stimate nell'ultimo anno, arrivando al picco proprio in concomitanza della crisi COVID-19.

LA REPLICA DI FACEBOOK: MISURE ANTI-FAKE NEWS, ECCO I DATI 

"Condividiamo l'obiettivo di Avaaz di limitare la disinformazione, ma le loro evidenze non riflettono le misure che abbiamo adottato per evitare che le fake news si diffondano sui nostri servizi - fa sapere l'azienda -. Grazie alla nostra rete globale di fact-checker, da aprile a giugno abbiamo applicato etichette di avvertimento su 98 milioni di informazioni errate relative al COVID-19 e rimosso 7 milioni di contenuti che potrebbero portare a danni imminenti. Abbiamo indirizzato oltre 2 miliardi di persone verso le risorse messe a disposizione dalle autorità sanitarie e quando qualcuno cerca di condividere un link su COVID-19, mostriamo un pop-up per collegarlo ad informazioni sanitarie autorevoli."

I contenuti dei principali 10 siti Internet che diffondono disinformazione sulla salute hanno ottenuto quasi 4 volte più visualizzazioni su Facebook dei contenuti equivalenti sui siti delle 10 maggiori autorità sanitarie tra cui l’Oms e, in Italia, il Ministero della Salute. Durante la pandemia, i dirigenti di Facebook hanno dichiarato il loro impegno a mantenere le persone "al sicuro e informate" sulla loro piattaforma, ma il report di Avaaz rileva che, nonostante le soluzioni emergenziali di Facebook durante la crisi Covid, le visualizzazioni di contenuti su siti che diffondono disinformazione sulla salute hanno raggiunto il record di 460 milioni di visualizzazioni stimate nell'aprile 2020, proprio nel momento in cui la pandemia ha raggiunto il suo picco in molti paesi, inclusa l’Italia.

Fadi Qaran, direttore delle campagne di Avaaz, ha dichiarato: "L'algoritmo di Facebook è una grave minaccia per la salute pubblica. Mark Zuckerberg aveva promesso di fornire informazioni affidabili durante la pandemia, ma il suo algoritmo sta sabotando tali sforzi generando miliardi di visualizzazioni per i siti che diffondono disinformazione. È una infodemia che continuerà ad aggravare la crisi del Covid finché Facebook non comincerà a rendere meno tossico il suo algoritmo e invierà correzioni a tutti coloro che sono esposti a questo bombardamento di disinformazione”. 

Coronavirus: fake news su Facebook sempre più lette

Il report presenta una soluzione in due passi per "confinare" la disinformazione e coloro che la diffondono su larga scala: anzitutto le rettifiche social, ossia inviare a tutti gli utenti che hanno visto disinformazione sulla piattaforma correzioni retroattive basate sulle verifiche effettuate da fack-checker indipendenti.

Ricerche commissionate da Avaaz alle università George Washington e Ohio State dimostrano che questo riduce le convinzioni che nascono dalla disinformazione di quasi il 50%. Secondo punto, declassare i post che contengono disinformazione o coloro che diffondono sistematicamente notizie false nel News Feed degli utenti, riducendo la portata fino a un 80%. 

Il Dr. Frank Ulrich Montgomery, Presidente dell'Associazione Medica Mondiale, che rappresenta oltre 10 milioni di medici in tutto il mondo, ha dichiarato: "Questa pandemia dovrebbe essere un promemoria di quanto successo hanno avuto i vaccini, mentre al contrario gli anti-vaccini stanno usando Facebook per diffondere notizie false e teorie del complotto a milioni di persone. Mark Zuckerberg deve agire per fermare la disinformazione sulla salute". Anche secondo il dottor Joao Miguel Grenho, segretario generale dell'Unione europea dei medici specialisti, "Facebook è sommerso di disinformazione medica, nel mezzo di una pandemia ciò rende la piattaforma una minaccia per la salute pubblica. Gli operatori sanitari di tutto il mondo, le nostre famiglie e i nostri pazienti hanno il diritto di essere protetti da questa disinformazione tossica. Mark Zuckerberg deve agire immediatamente per fermare l’infodemia, altrimenti il numero di persone contrarie all'assunzione di un vaccino sarà talmente alto da rendere impossibile sconfiggere questa pandemia".

Dal rapporto emerge che solo il 16% di tutte le notizie false sulla salute analizzate è segnalato da Facebook, mentre il restante 84% degli articoli e dei post selezionati in questo report rimane online senza notifiche nonostante il contenuto sia verificato da fact-checkers indipendenti.

Coronavirus: su Facebook è allarme fake news

Tra i maggiori diffusori di disinformazione sulla salute su Facebook ci sono RealFarmacy, uno dei principali siti a pubblicare informazione sulla salute fuorviante e GreenMedInfo, un sito che presenta la disinformazione sulla salute come scienza. Le Pagine Facebook sono uno dei principali strumenti per rendere virali i contenuti pubblicati da siti Internet che diffondono disinformazione sulla salute, rappresentando il 43% delle visualizzazioni totali stimate.

Le principali 42 pagine analizzate nel report diffondono i contenuti delle reti su Facebook e sono seguite da oltre 28 milioni di persone, generando da sole circa 800 milioni di visualizzazioni. Tra le più eclatanti notizie false documentate nello studio: un articolo in cui si afferma che un programma di vaccinazione contro la poliomielite sostenuto da Bill Gates ha portato alla paralisi di quasi mezzo milione di bambini in India (8,4 milioni di visualizzazioni). Articoli contenenti cure fasulle per malattie mortali, come l'argento colloidale per l'ebola (4,5 milioni di visualizzazioni).

Un articolo dal titolo: "Due medici d'urgenza spiegano perché la quarantena non avrebbe alcun senso", contenente diverse false affermazioni che sostengono che, piuttosto che proteggere le persone durante una pandemia, la quarantena danneggerebbe la salute pubblica (2,4 milioni di visualizzazioni). La ricerca si è concentrata su attori che operano principalmente in cinque paesi: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia. Ciò significa, avvertono gli autori dello studio, che le reti e le opinioni evidenziate nel report rappresentano un piccolo campione del problema globale. Ed è un problema serio: secondo un recente studio dell'American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, almeno 800 persone sono morte in tutto il mondo e quasi 6000 sono state ricoverate in ospedale, a causa della disinformazione correlata al coronavirus, solo nei primi tre mesi di quest'anno.

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