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Coronavirus e blockchain, come il cloud può aiutare nella crisi

CORONAVIRUS, LA BLOCKCHAIN PER IL COVID-19

L'epidemia di Covid 19 scoppiata in tutto il mondo, ha certamente stravolto molte delle nostre abitudini quotidiane, ed avrà effetti prorompenti sulla nostra vita economica e sociale futura. Ma forse le sfide che stiamo affrontando potrebbero semplicemente stimolarci a trovare modi nuovi e più efficienti di condurre gli affari. Per esempio diventando ancora piu tecnologici o “digitali”, come sono soliti dire alcuni esperti del settore.

La scorsa settimana, per esempio, il World Economic Forum ha pubblicato un rapporto, in cui si afferma che la blockchain e la digitalizzazione potrebbero contribuire a rendere le catene di approvvigionamento più resistenti agli shock futuri, contribuendo a rendere le catene di approvvigionamento più visibili ai produttori.

Questa nuova improvvisa emergenza potrebbe avere il merito di accelerare questo processo verso l'adozione di nuove tecnologie, fra le quali la blockchain, a detta degli esperti, forse rappresenta la scoperta più rivoluzionaria dell'ultimo ventennio.

In quanto libro mastro distribuito e immutabile, infatti, essa ha la capacità di tracciare e tracciare con precisione i dati di ogni singola transizione, sia commerciale che privata. Questo per esempio potrebbe essere di grande aiuto per il movimento delle merci in una catena di approvvigionamento, aiutando produttori e imprenditori a identificare dove potrebbero sorgere problemi durante il processo di produzione e trovare invece fornitori alternativi.

Ciò significa che mentre un produttore può essere in grado di identificare i problemi con i fornitori, durante una crisi globale o regionale, è meno probabile che sappiano cosa sta succedendo con gli altri partner di quel fornitore, ed è qui che gli esperti credono che la blockchain potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel rispondere agli shock.

Essa, infatti, potrebbe far comprendere dove si sono verificati eventuali colli di bottiglia e potere cosi in modo rapido ed efficienti intervenire per superarli. Ma grazie alla blockchain è possibile sviluppare piattaforme di formazione progettate per adattarsi ai sistemi e ai programmi di gestione dell’apprendimento esistenti nelle varie istituzioni educative, consentendo agli educatori di “rilasciare certificati digitali di completamento dei corsi e di verifica” per rendere efficace l’insegnamento delle lezioni online. Con l’utilizzo di tali piattaforme si è in grado di tracciare l’attività degli studenti da remoto, in modo che quando torneranno a scuola le istituzioni saranno in grado di capire esattamente il programma già realizzato da casa perché i relativi certificati di completamento e le valutazioni di rendimento saranno stati registrati sulla blockchain e persino integrati nei loro tradizionali sistemi di accreditamento.

In questi giorni caratterizzati dall’emergenza del virus Covid-19, molti dipendenti stanno sperimentando il cosiddetto “smart working“, ovvero il lavoro da remoto abilitato da dispositivi digitali connessi a Internet. Mentre è difficile immaginare che una tecnologia come la blockchain possa davvero portare vantaggi strategici alle piattaforme di lavoro smart, perché la sua vera forza, la decentralizzazione, non è particolarmente utile nella gestione dei rapporti lavorativi tra aziende e dipendenti, che sono, al contrario, intrinsecamente di natura centralizzata, nel caso del lavoro nella pubblica amministrazione potrebbe esserci un chiaro vantaggio, ovvero quello di rendere pubbliche e condivise le informazioni necessarie al lavoro da remoto dei funzionari amministrativi.

Ma la blockchain già prima dello scoppio della epidemia stava diventando uno strumento incredibilmente prezioso per l'assistenza sanitaria. La tecnologia a blocchi potrebbe, infatti, aiutare nella gestione sicura delle cartelle cliniche, compresi i dati dei pazienti. Essa potrebbe essere uno strumento affidabile per avere il numero di persone che risultano positive agli anticorpi COVID-19 tramite test rapidi e i progressi verso il recupero, consentendo agli operatori governativi e sanitari di accedere a questi dati critici (senza alcuna possibilità di comprometterlo) istantaneamente.

Questi dati potrebbero essere trasferiti oltre confine, consentendo ai funzionari dell'immigrazione di scegliere chi può o non può entrare in un Paese, secondo i dati di fatto sulla salute. Allo stesso tempo, l'accesso a questi dati sarebbe facilmente interdetto a chiunque non fosse autorizzato ad accedervi, garantendo in ogni momento la riservatezza dei dati. Facendo un ulteriore passo avanti, la blockchain potrebbe essere utilizzata a fini di sorveglianza, consentendo alle agenzie autorizzate di accedere ai dati relativi alle persone che risiedono nelle loro aree, a fini di monitoraggio delle persone, superando i imiti di riservatezza e di sicurezza di privacy, sollevato di recente per esempio dalla app Immuni.

Già prima dello scoppio della pandemia, circa il 92% delle aziende riteneva che i loro modelli di business dovessero cambiare a causa della digitalizzazione, ma la crisi COVID-19 ha fatto luce su quanto siano realmente vulnerabili le aziende.

Quelle aziende che erano già state attraversate dal processo di trasformazione digitale sono state in grado di utilizzare l'apprendimento automatico per riadattare rapidamente obiettivi, aspettative e operazioni commerciali a fronte di una crisi globale e sono quelle che molto probabilmente usciranno prima e meglio dalla crisi e la blockchain potrà sicuramente avere un ruolo importante in questo delicato processo.

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